Guerra e pace nel segno di Francesco - QdS

Guerra e pace nel segno di Francesco

Guerra e pace nel segno di Francesco

Giovanni Pizzo  |
martedì 22 Aprile 2025

È morto Papa Francesco, che ci ha insegnato l'importanza della pace in un mondo perennemente in guerra: il commento di Giovanni Pizzo.

Nel Lunedì dell’Angelo torna al Padre un uomo che ne è stato vicario su questa terra. È morto Papa Francesco, l’unico Papa ad aver preso il nome del Santo di Assisi, il Santo scomodo, perché parlava di due cose che dispiacciono i potenti, i poveri e la pace.

Il mondo oggi è in una doppia guerra, globale, di armi convenzionali e finanziarie. La Storia ci ha sempre allenato al binomio Guerra e Pace, magistralmente narrato da Tolstoj, un russo che ha influenzato enormemente il pensiero occidentale. Proprio in Russia c’è il principio di un’onda che sta travolgendo il mondo che le attuali generazioni conoscono, quello del dopoguerra che ci aveva illusi di un mondo Peace&Love.

Bergoglio nel suo pontificato, a volte divisivo per alcuni, più dentro la Chiesa che fuori di essa, su una cosa aveva le idee molto chiare: sulla pace, sulla straordinaria esigenza di essa, perché senza pace, in guerra, il resto non vive.

Se c’è un tema Urbi et Orbi, di un prossimo pontefice, se c’è un uomo, con tutti i suoi limiti, ma con tutte le sue virtù, che può portare questo vessillo, la bandiera e l’incrollabile determinazione della Pace è bene che si spinga in avanti. Oggi per il mondo non è importante null’altro prima di questo. Lo Spirito di Assisi deve diventare il faro di un nuovo pontificato, sulla strada intrapresa da Papa Francesco, ma non compiuta dai suoi limiti umani. Questa bandiera va ripresa in mano con maggiore, se è possibile, veemenza, con abnegazione e fede assoluta di vittoria.

Senza pace i popoli, cristiani e non cristiani, non vivono, si limitano a un’esistenza di sopravvivenza e schiavitù sotto gli zoccoli dei Cavalieri dell’Apocalisse, Morte, Carestia, Pestilenza e Guerra, ritratti potentemente nel film di Vincent Minnelli sulla Seconda guerra mondiale.

E per fare la Pace non ci vogliono pulpiti terreni, ma dialogo e parole di umanità scambiate con tutti, con quelli che ci piacciono ma soprattutto con quelli che non ci piacciono e che ricambiano gli stessi sentimenti. Dopo Francesco ci vuole un altro Francesco.

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