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Giovanni Pizzo  |
venerdì 23 Settembre 2022

Un uomo tutto Made in Sicily, di Fiumedinisi per la precisione, ridente paesino della Costa Jonica, e ora candidato alla presidenza della Regione Siciliana.

Non è un articolo sul calcio, sul famoso Ronaldo detto il Fenomeno. Ma sta accadendo in Sicilia qualcosa di veramente particolare. A pochi giorni dal voto, c’è un fortissimo brusìo di fondo tra gli addetti ai lavori della politica siciliana, tra i simpatizzanti delle varie liste, e soprattutto tra i candidati in campo.

Il fenomeno anomalo rischia di surclassare il mitico Zaia, il doge veneto dell’autonomia differenziata, ed è tutto Made in Sicily, Fiumedinisi per la precisione, ridente paesino della Costa Jonica. Qui è nato, tra “ciumare” e monti Peloritani, Cateno De Luca, il tri-sindaco che si candida a Sindaco di Sicilia. Quella che tutti bollavano per la solita avventura folcloristica del fondatore di “Sicilia Vera“, più che vera, verace, con sufficienza di alcuni sprovveduti e timore scaramantico di altri, si sta trasformando nella lunga marcia di Mao. È chiaro che se non ci fosse il traino delle politiche la sua vittoria avrebbe potuto avere i favori del pronostico, ma anche con l’Election Day tutti temono solo una cosa, Cateno.

I sondaggi dal Vate Mentana hanno sorpreso gli italiani, non solo i siciliani. Cateno chi è costui, bergamaschi e trevigiani si sono detti. Viene atteso ormai in percentuali insondabili, in quanto sotto di lui scorre un fiume carsico di piccoli territori, quartieri urbani, ceti produttivi dimenticati dalla politica regionale, Comunità trascurate, persone che volevano darsi un ruolo attivo, ma che i partiti tradizionali hanno sempre trattato come portatori d’acqua .

E questo fiume di anime – alcune arrabbiate, alcune emancipate, altre strappate alla concorrenza – sono vettovagliate di sedi, comitati e servizi dall’esercito di Cateno. La rete del Fenapi, patronati e Caf, che in Sicilia ha centinaia di sedi ed operatori che assistono migliaia di cittadini. Nessun partito, nessuna coalizione ha l’organizzazione capillare che ha Cateno. Ma quanto può raggiungere come risultato un uomo che corre da solo? È questo il rebus che attanaglia tutti, candidati alla Presidenza e candidati al seggio di deputato regionale.

I sondaggi prima del silenzio erano alti, sorprendentemente alti, per chi non conosceva bene l’ex Sindaco di Messina, uno che sullo Stretto ha asfaltato centrodestra e centrosinistra senza nemmeno candidarsi. La sua capacità di lavoro è proverbiale, una macchina da guerra, con droni e fanteria di marcia, come si è notato nel suo personale cammino di Santiago.

La politica italiana si sta incuriosendo del Fenomeno, quella siciliana è invece terrorizzata della sua capacità da idrovora di voti, che può fare fallire molte liste sulla soglia di sbarramento.

Mao Cateno arriverà a Palermo su quale gradino del podio? Sicuramente alto, di certo la prossima Assemblea Regionale sarà dominata dalla sua capacità di fare e disfare politica, in una Sala d’Ercole che, probabilmente, a causa di un quadripolarismo, non avrà maggioranze solide precostituite. Consiglio inoltre ai partiti nazionali di tenere d’occhio anche l’effetto di De Luca sui collegi uninominali. Sono possibili sorprese.

Cosi è se vi pare.

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