Rifiuti, le nuove tariffe “acuiranno il divario tra Nord e Sud” - QdS

Rifiuti, le nuove tariffe “acuiranno il divario tra Nord e Sud”

Battiato Rosario

Rifiuti, le nuove tariffe “acuiranno il divario tra Nord e Sud”

mercoledì 04 Marzo 2020

L’assessore Pierobon a Palazzo D’Orleans si scaglia contro le regole dell’Arera. Secondo il titolare dell’Energia il nuovo calcolo tariffario “va bene per regioni come la Lombardia, il Veneto o l'Emilia, ma non per la Sicilia”. E parla di "conseguenze devastanti"

PALERMO – Da una parte un nuovo metodo tariffario per la Tari che dovrebbe consentire un sistema più efficiente e in grado di contrastare le zone d’ombra, dall’altra il rischio di divaricazione dei costi tra Nord e Sud che già pendono in maniera decisa verso le Regioni meridionali, incapaci di avviare una filiera del riciclo in grado di permettere risparmi sui costi di gestione. Le posizioni di Arera e Sicilia non potrebbero essere più inconciliabili. In mezzo, ancora una volta, il portafoglio dei siciliani.

LE NUOVE REGOLE
Alla fine dello scorso ottobre, l’Arera, l’autorità di regolazione per “Energia reti e ambiente”, aveva diramato un breve comunicato mettendo in evidenza il nuovo metodo tariffario e le prime regole di trasparenza per un “sistema più efficiente, anche per contrastare le zone d’ombra” aveva precisato il presidente Stefano Besseghini.

Questo metodo, varato proprio il 31 ottobre in seguito a una consultazione con gli attori del settore, definisce i corrispettivi Tari da applicare nel 2020-2021, i criteri per i costi riconosciuti nel biennio in corso 2018-2019 e gli obblighi di comunicazione. “Il nuovo metodo – si legge nella nota – che prevede limiti tariffari e quattro diversi schemi adottabili dagli enti locali e dai gestori in relazione agli obiettivi di miglioramento del servizio, regola, in particolare, queste fasi: spazzamento e lavaggio strade, raccolta e trasporto, trattamento e recupero, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani, gestione tariffe e rapporti con gli utenti”. In particolare, “eventuali variazioni tariffarie in futuro dovranno essere giustificate solo in presenza di miglioramenti di qualità del servizio o per l’attivazione di servizi aggiuntivi per i cittadini, contemplando sempre la sostenibilità sociale delle tariffe e la sostenibilità ambientale del ciclo industriale, nel rispetto degli equilibri della finanza pubblica locale”.

Inoltre, è previsto che i gestori dovranno attivare tutti gli “strumenti necessari per rendere accessibili e comprensibili i documenti e le informazioni agli utenti, come la Carta della qualità del servizio o i documenti di riscossione della tariffa”. Il principio di base, dal punto di vista dell’Arera, è lineare ed evidente: “Dobbiamo arrivare ad avere le stesse regole per tutti i cittadini, trasparenza dei flussi economici e delle competenze, riduzione drastica dell’evasione che, oltre a creare disparità tra i consumatori, toglie risorse indispensabili al ciclo dei rifiuti”.

LA SICILIA NON CI STA
La Sicilia detiene uno dei servizi più cari d’Italia, merito di una gestione passata particolarmente dissennata che ancora oggi vede circa il 70% dei rifiuti finire in discarica e che ha impedito l’avvio di un filiera del riciclo e quindi delle economie di scala che sono favorite dalla differenziata, consentendo di ridurre il peso in bolletta.

Per l’assessore Pierobon, tuttavia, questo provvedimento è “una slavina di notevoli dimensioni che allargherà il divario tra le regioni del Sud e quelle del Nord” e con il probabile aumento di costi e tariffe. L’esponente della Regione, in conferenza stampa a Palazzo d’Orleans, ha contestato ed espresso diverse perplessità sul nuovo metodo tariffario per i rifiuti deliberato lo scorso ottobre dall’Arera e che dovrà essere applicato dalle autorità d’ambito e dagli enti territorialmente competenti in tutt’Italia a partire da fine aprile.

Per Pierobon si tratta di un metodo tributario vincolante che “va bene per regioni come la Lombardia, il Veneto o l’Emilia Romagna ma non va bene per la Sicilia, così come per la Campania e la Calabria”. Le conseguenze potrebbero essere devastanti anche perché non sarebbero state accolte le richieste di una proroga della Regione che aveva proposto un anno di rinvio.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017