“Immobili Regione siciliana, operazione nebulosa” - QdS

“Immobili Regione siciliana, operazione nebulosa”

“Immobili Regione siciliana, operazione nebulosa”

venerdì 10 Gennaio 2020

Lo sostiene Giovanni Di Caro, deputato regionale del M5s che ha presentato un esposto alla Corte dei Conti e un' interrogazione all’Ars. Intende farli acquistare dal Fondo Pensioni

PALERMO – “La Regione vuol vendere i propri immobili, di cui non conosce il valore, facendoli acquistare dal Fondo pensioni. Un’operazione anomala e sulla quale va fatta totale chiarezza”: a sostenerlo è il deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Giovanni Di Caro, che sull’argomento ha presentato un esposto alla Corte di conti e un’interrogazione urgente all’Ars.

“Ecco i fatti: il 27 dicembre 2019 – ricostruisce Di Caro – con delibera di giunta regionale, l’assessore dell’Economia, Gaetano Armao, ha avviato le procedure per vendere al Fondo pensioni l’intera quota del 35 per cento detenuta dalla Regione nel Fiprs (Fondo immobiliare pubblico della Regione Siciliana). Questa cessione avverrebbe intanto a titolo di acconto, in quanto la valutazione effettiva del valore immobiliare sarebbe rimandata a un momento successivo e ad occuparsene sarebbe una commissione trilaterale, composta da un rappresentante dell’assessore per l’Economia, un rappresentante del Dipartimento regionale delle finanze e del credito ed un rappresentante del Fondo pensioni”.

“In pratica – evidenzia Di Caro – è una vendita senza trattativa, perché è sempre la Regione a vendere, imporre il prezzo e comprare. Inoltre l’operazione avverrebbe in questa prima fase ‘a scatola chiusa’, perché, a quanto pare, non esiste un elenco degli immobili che dovrebbero essere ceduti e inoltre il governo non ha ancora l’inventario dei beni immobili da inserire nel conto del patrimonio, così come prevede la legge. Una situazione paradossale e con molti rischi, perché prevede l’investimento di somme accantonate per le pensioni degli ex dipendenti regionali. Anche per queste ragioni ho inviato la documentazione alla Corte dei Conti per le verifiche del caso”, conclude Di Caro.

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