Il 16 giugno scade l’acconto IMU 2025, ma alcune esenzioni escludono dal pagamento molti proprietari in specifiche condizioni.
Entro il 16 giugno scade il termine per il versamento dell’acconto Imu 2025. L’imposta municipale sugli immobili rappresenta un appuntamento fiscale ricorrente per molti contribuenti, ma non tutti sono tenuti al pagamento. Numerose esenzioni, previste dalla normativa, permettono infatti di ridurre o annullare l’importo dovuto in base a specifiche situazioni personali e caratteristiche dell’immobile.
Esenzione per l’abitazione principale: non sempre l’Imu è dovuta
La casistica più comune riguarda l’abitazione principale, ossia l’immobile in cui il proprietario e il suo nucleo familiare risiedono stabilmente. L’esenzione si applica solo se l’immobile non appartiene alle categorie catastali di lusso. Restano escluse dunque le abitazioni classificate come A/1, A/8 e A/9, per le quali l’Imu continua a essere dovuta. Anche le pertinenze dell’abitazione principale beneficiano dell’esenzione, purché si tratti di un solo immobile per ciascuna categoria catastale tra C/2 (cantine e solai), C/6 (garage, stalle) e C/7 (tettoie).
Doppia residenza: i coniugi non pagano due volte
Una delle novità più significative degli ultimi anni riguarda le coppie sposate con residenze separate. In presenza di due abitazioni, ciascuna intestata a uno dei coniugi, entrambi possono accedere all’esenzione, a patto che sia dimostrabile la reale residenza e che non si tratti di una mera divisione fittizia ai fini fiscali.
Anziani e disabili in casa di cura: possibile l’esenzione
L’attenzione del legislatore si estende anche ai soggetti più fragili. Gli anziani o i disabili che si trasferiscono in una struttura assistenziale, pur mantenendo la proprietà di una sola abitazione, possono essere esonerati dal versamento dell’Imu. In questi casi, però, l’esenzione è subordinata alla normativa comunale e alla presenza di requisiti specifici.
Immobili inagibili o colpiti da calamità: Imu sospesa
Niente imposta anche per gli immobili dichiarati inagibili o inabitabili, ad esempio perché danneggiati da eventi sismici o in fase di ristrutturazione. Il beneficio fiscale si applica per il periodo in cui l’immobile non può essere utilizzato, a condizione che tale condizione sia accertata secondo le modalità previste.
Altri casi di esenzione: cooperative, forze dell’ordine e case sociali
Tra le altre fattispecie esonerate rientrano: le unità abitative di cooperative a proprietà indivisa, se adibite a residenza principale dei soci; gli alloggi sociali; la casa assegnata al coniuge dopo separazione, divorzio o annullamento del matrimonio; l’unico immobile non locato, posseduto da appartenenti alle forze armate, forze di polizia, vigili del fuoco e personale prefettizio, anche se non vi risiedono.
Italiani all’estero: agevolazioni per i pensionati AIRE
Per i cittadini italiani residenti all’estero, iscritti all’AIRE e pensionati nel Paese di residenza, è prevista una riduzione del 50% dell’Imu sull’unico immobile posseduto in Italia, a patto che non sia affittato né dato in comodato.
Separazioni e divorzi: chi deve pagare l’Imu
Nel caso di separazione o divorzio, quando l’immobile resta intestato a entrambi i coniugi ma viene assegnato a uno solo, la situazione si complica. Il pagamento dell’Imu spetta esclusivamente al coniuge che abita l’immobile, a condizione che questo non rientri tra le abitazioni di lusso. In tale circostanza, si configura comunque l’abitazione principale con conseguente diritto all’esenzione. L’altro coniuge, pur restando proprietario, non è tenuto al versamento dell’imposta: si considera infatti privo del diritto di abitazione e, di fatto, non può né vivere nell’immobile né disporne.