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In Sicilia 8.759 reati contro la Pubblica amministrazione. Un terzo a Palermo

Serena Giovanna Grasso

In Sicilia 8.759 reati contro la Pubblica amministrazione. Un terzo a Palermo

mercoledì 05 Giugno 2019

Corti d’Appello siciliane: i dati si riferiscono al periodo 1 luglio 2017-30 giugno 2018 Illeciti in calo (-8,9%) ma resta alta la guardia sul sodalizio tra cosa pubblica e malaffare. Di questi, oltre mille riguardano la corruzione. Peculato: oltre 200 le denunce nell’Isola

PALERMO – In Sicilia la criminalità organizzata continua a fare affari d’oro con la pubblica amministrazione. Nel periodo 1 luglio 2017-30 giugno 2018 sono stati 8.759 i reati contro la pubblica amministrazione: i dati delle quattro Corti d’Appello siciliane ci confermano che la gestione delle risorse pubbliche risulta “contaminata” dal malaffare che predilige “rapporti d’affari” con la Cosa pubblica, a scapito dei cittadini. Oltre un terzo dei reati registrati nella nostra Isola si concentra nel solo distretto giudiziario di Palermo, a seguire quello etneo. Anche se complessivamente il dato numerico sugli illeciti appare in calo rispetto all’anno precedente (8,9%), resta alta la guardia sul pericoloso sodalizio tra settore pubblico e criminalità organizzata.

Focus sui dati
Un terzo dei reati nel distretto di Palermo

Ammontano a 8.759 i reati contro la pubblica amministrazione denunciati tra il primo luglio 2017 e il 30 giugno 2018, corrispondenti al 7% in meno rispetto alle 9.407 denunce sopravvenute nel corso dell’anno giudiziario precedente. Oltre un terzo proviene dal distretto di Palermo (38%) e quasi uno su tre da Catania (30%).
I reati contro la pubblica amministrazione più tipici e pericolosi sono corruzione, peculato, concussione e malversazione.
La corruzione, disciplinata dagli articoli 318, 319 e 320 del codice penale, consiste nell’indebita percezione per sé o per un terzo di denaro o altre utilità nell’esercizio dei propri poteri e funzioni. Ma non solo: è corruzione anche l’omissione o il ritardo nell’espletamento degli atti d’ufficio e il favorimento o danneggiamento di una parte nel corso di un processo, ricompensati con denaro o altre utilità.
La concussione, disciplinata dall’articolo 317 del codice penale, è quel reato che si verifica quando il pubblico ufficiale, abusando dei suoi poteri, costringe a dare o a promettere indebitamente denaro o altra utilità.

Il Presidente Matteo Frasca: “Non abbassare la guardia”

PALERMO – Nel periodo compreso tra il primo luglio 2017 e il 30 giugno 2018, il settore dei reati contro la pubblica amministrazione nel distretto di Palermo ha registrato un andamento stazionario: infatti, i reati iscritti sono passati dai 3.404 dell’anno precedente ai 3.401 dell’anno in questione.

Nonostante la staticità complessiva del dato, per alcune classi di reati è possibile assistere ad una diminuzione: è il caso delle denunce di corruzione (scese da 59 a 49), di concussione (passate da 39 a 35), di peculato (da 121 a 114), di malversazione ai danni dello Stato e indebita percezione di contributi (da 130 a 92) e di attività terroristiche (da 23 a 22).
Come si legge all’interno della relazione, “il dato numerico distrettuale tuttavia racchiude al proprio interno realtà totalmente diverse a livello dei vari territori: non è consentito che si abbassi la guardia su questo genere di reati, perché se per molti circondari la variazione rispetto allo scorso anno presenta segno negativo, non può sottacersi il trend in forte ascesa segnalato invece dai Procuratori della Repubblica di Agrigento (+60%) e Termini Imerese (+39%)”.

Matteo Frasca, il presidente della Corte d’Appello, ribadisce quanto affermato l’anno precedente relativamente all’attenzione da porre sul contrasto delle attività mafiose: “Molteplici elementi confermano la naturale vocazione di cosa nostra a cercare contatti illeciti con la Pubblica Amministrazione e con il mondo della politica. Non risultano casi di candidati ‘proposti o imposti’ direttamente dall’associazione, neanche in sede locale, bensì ipotesi di corruzione elettorale aggravata e di scambio politico mafioso. Ipotesi che presumibilmente costituiscono la quasi esclusiva modalità di inquinamento delle attività politiche da parte del sodalizio”.

Quanto emerge da relazione sul distretto di Caltanissetta

CALTANISSETTA – Sono in netta diminuzione i delitti contro la pubblica amministrazione rilevati presso il distretto di Caltanissetta: infatti, nel periodo compreso tra il primo luglio 2017 e il 30 giugno 2018 sono state rilevate 944 denunce (di cui 347 a carico di ignoti e 597 contro soggetti noti), il 15% in meno delle 1.109 osservate nel corso dell’anno giudiziario precedente. Hanno subito una drastica riduzione le denunce dei reati di corruzione (da 29 a 12, ovvero il 59% in meno) e quelli di peculato (da 35 a 28, vale a dire il 20% in meno).

D’altra parte, però, sono in crescita le denunce per malversazione ai danni dello Stato e indebita percezione di contributi (passate da 14 a 24, ovvero il 71% in più). Mentre risultano invariate le denunce di concussione (pari a 11 in entrambi gli anni giudiziari).
“Le indagini – segnala Amedeo Bertone, il procuratore della Repubblica di Caltanissetta – hanno fatto emergere la sistematica infiltrazione della criminalità organizzata nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani nel comune di San Cataldo. Si procede per plurimi accordi corruttivi tra dirigenti del Comune ed imprenditori operanti nell’indicato settore e più in generale in quello dei lavori pubblici”.

Secondo il procuratore della Repubblica di Enna Massimo Palmeri, un’altra indagine significativa riguarda il reato di tentata concussione per induzione, commesso in pregiudizio del titolare di una ditta locale, risultata aggiudicataria del servizio di refezione scolastica in alcune scuole elementari e medie di Nicosia, reato a carico di un assessore alla Pubblica istruzione, attività culturali, sport e tempo libero, turismo, spettacolo e patrimonio del Comune del medesimo centro.

Questi i dati relativi al distretto giudiziario di Catania

CATANIA – Anche nel distretto di Catania è possibile rilevare un’abbondante diminuzione del numero di denunce di delitti contro la Pa: infatti, se ne contano 2.677, esattamente l’11% in meno rispetto alle 2.997 rilevate nel corso dell’anno giudiziario precedente.

La Procura distrettuale ha evidenziato la fondamentale importanza del coordinamento delle forze di polizia delegate alle indagini, al fine di ottimizzare i risultati investigativi e privilegiare il disvelamento di sistemi illegali “seriali”, tipici della corruzione, rispetto alla repressione episodica di singoli fatti criminosi.
Il Tribunale di Catania ha rilevato come le sopravvenienze dei delitti di peculato, abuso d’ufficio, corruzione e concussione si mantengano costanti (37 rispetto alle 40 dell’anno precedente). Al contempo,la sezione Gip/Gup ha un complessivo aumento delle pendenze per i suddetti reati, con un aumento di quelli per peculato (da 46 a 65) e per corruzione (da 21 a 32) ed una sostanziale invarianza di quelli per concussione ed abuso d’ufficio.
Il Tribunale di Siracusa ha registrato una sopravvenienza di 55 procedimenti, la definizione di 32 procedimenti e la pendenza al 30 giugno di 65 procedimenti. La relativa sezione Gip/Gup ha definito 171 procedimenti in materia, a fronte di 280 sopravvenuti, con una pendenza al 30 giugno di 504 procedimenti.
All’inizio del periodo di riferimento risultavano pendenti presso il Tribunale di Ragusa 16 procedimenti in materia e ne risultano sopravvenuti cinque.
Ne sono stati esauriti sei e pertanto 15 processi rimangono pendenti alla fine del periodo. Risulta in leggera diminuzione il trend di sopravvenienze relativo alla suddetta tipologia di reato, tenuto conto dei dati dell’anno precedente.
Il Tribunale di Caltagirone segnala infine la pendenza di 73 procedimenti.

Messina, corruzione in aumento: +12%

MESSINA – Registrano una diminuzione anche i reati contro la pubblica amministrazione denunciati presso il distretto di Messina. In questo caso, la riduzione ammonta all’8% ed è data dalla differenza tra i 1.737 reati denunciati tra il primo luglio 2017 e il 30 giugno 2018 (di cui 752 a carico di ignoti e 985 contro soggetti noti) e le 1.897 denunce effettuate nel corso dell’anno giudiziario precedente.
Le diminuzioni maggiormente marcate riguardano le denunce di reati relativi ad attività terroristiche (passate da 13 a 7, con una conseguente riduzione pari al 46%) e di malversazione ai danni dello Stato e indebita percezione di contributi (in questo caso, si passa da 43 a 24, ovvero il 44% in meno). A seguire troviamo la riduzione delle denunce dei reati di peculato (scese da 75 a 58, pari al 23% in meno) e quelle di concussione (da 12 a 9, il 25% in meno).
A crescere sono, invece, le denunce dei reati di corruzione: infatti, in questo caso parliamo di un incremento pari al 12%, dovuto all’innalzamento del numero di denunce da 17 a 19.
“Si è riscontrato un sensibile aumento di affari in tema di reati contro la Pubblica Amministrazione e di complesse operazioni in tema di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione ed altro, ricollegate alle recenti collaborazioni in prevalenza riguardanti la criminalità organizzata barcellonese” scrive Michele Galluccio, presidente della Corte d’Appello di Messina, nella relazione annuale.
“È stata garantita la piena funzionalità della sezione Gip – Gup – continua il presidente Galluccio – con produttività e tempi di risposta apprezzabili. Numerose sono state le ordinanze di custodia cautelare, emesse in procedimenti di criminalità organizzata, mafiosa o finalizzata al narcotraffico, anche nei confronti di numerosi indagati, nonché in processi per reati contro la pubblica amministrazione”.

Cosa dice il Codice penale
Peculato e malversazione

Il reato di peculato, disciplinato dagli articoli 314 e 316 del codice penale, consiste nell’appropriazione di denaro pubblico da parte del pubblico ufficiale, che per ragioni connesse al suo servizio ne dispone.
Si manifesta il reato di peculato anche quando il pubblico ufficiale entra indebitamente in possesso di risorse pubbliche, giovandosi di errori commessi da terze parti.
Il reato di malversazione a danno dello Stato e indebita percezione contributi è disciplinato dagli articoli 316 bis e ter del codice penale e consiste nella diversa destinazione di contributi, sovvenzioni e finanziamenti destinati a favorire iniziative dirette alla realizzazione di opere o allo svolgimento di attività di pubblico interesse, operata da soggetti estranei alla pubblica amministrazione.
Costituisce malversazione ai danni dello Stato anche la percezione di contributi dietro la presentazione di dichiarazioni o documenti falsi.

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