Insegnanti sostegno, in Sicilia 1 su 5 non specializzato - QdS

Insegnanti sostegno, in Sicilia 1 su 5 non specializzato

Patrizia Penna

Insegnanti sostegno, in Sicilia 1 su 5 non specializzato

giovedì 13 Gennaio 2022

Istat: selezionati senza formazione specifica e impegnati in classi con alunni disabili per far fronte alla carenza di figure. Alla carenza di qualifica si affiancano i tempi lunghi per l’assegnazione ma nell’Isola ritardi più contenuti

ROMA – Gli insegnanti per il sostegno che nell’anno scolastico 2020/2021 hanno operato nelle scuole italiane sono più di 191mila, poco più di 184mila nella scuola statale (fonte Miur) e circa 7mila nella scuola non statale (fonte Istat), in crescita di oltre 8mila rispetto all’anno scolastico precedente (+4,4% registrato quasi esclusivamente nella scuola statale). è quanto emerge dal report dell’Istat.

A livello nazionale il rapporto alunno-insegnante, pari a 1,4 alunni ogni insegnante per il sostegno, è più favorevole a quello previsto dalla Legge 244/2007 che raccomanda un valore pari a 2. Di questi docenti, circa 65mila (il 34%) sono stati selezionati dalle liste curricolari, si tratta cioè di insegnanti che non hanno una formazione specifica, impegnati nelle classi frequentate da alunni con disabilità per far fronte alla carenza di figure specializzate. Questo fenomeno è più frequente nelle regioni del Nord, dove la quota di insegnanti curricolari che svolge attività di sostegno sale al 44% mentre si riduce nel Mezzogiorno, attestandosi al 20%.

In Sicilia la percentuale di insegnanti di sostegno senza formazione specifica è ancora più ridotta e si attesta al 18,4%.

Alla carenza di offerta di insegnanti qualificati si affianca spesso un ritardo nell’assegnazione dell’insegnante per il sostegno. A un mese dall’inizio della scuola, infatti, circa il 20% degli insegnanti per il sostegno non risultava essere stato ancora assegnato. Tale quota sale al 27% nelle regioni del Nord-ovest e tocca le punte massime in Lombardia (29%) e Liguria (34%). Nella nostra Isola la percentuale dei non assegnati non supera il 10% (9,6%).

Con l’attivazione della didattica digitale integrata diventa cruciale la competenza dei docenti (curriculari e per il sostegno) in materia di modelli inclusivi, necessaria per la progettazione di percorsi didattici efficaci che coinvolgano tutti gli studenti della classe senza esclusioni di alcun tipo. La formazione sulle metodologie inclusive non è però ancora molto diffusa, solo il 24% dei docenti curricolari ha partecipato a corsi di formazione su queste tematiche, quota che sale al 28% tra gli insegnanti per il sostegno. Meno frequente la formazione tra i docenti della scuola secondaria di secondo grado (21% dei docenti curricolari e 25% dei docenti per il sostegno).

Nelle scuole italiane gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, che affiancano gli insegnanti per il sostegno, sono più di 60mila, di questi il 4% conosce la lingua italiana dei segni (LIS). Sono operatori specializzati, finanziati dagli enti locali, la cui presenza può migliorare la qualità dell’azione formativa facilitando la comunicazione dello studente con disabilità e stimolando lo sviluppo delle sue abilità nelle diverse dimensioni d’autonomia. Inoltre, con l’avvio della didattica a distanza, il loro coinvolgimento è risultato determinante nel supportare l’alunno e coadiuvare le famiglie in un impegno a volte molto gravoso.

La disponibilità di assistenti all’autonomia varia molto sul territorio con un rapporto alunno/assistente pari a 4,6 a livello nazionale. Nel Mezzogiorno, dove gli assistenti sono meno, il rapporto cresce a 5,4 (in Sicilia rapporto basso pari a 3,4), con punte massime in Molise e in Campania dove supera, rispettivamente, la soglia di 9 e 15 alunni con disabilità per ogni assistente. La presenza di assistenti aumenta invece nelle regioni del Centro e del Nord (con un rapporto rispettivamente di 4,1 e 4,3 alunni per assistente) mentre Lombardia e Marche registrano il rapporto più basso (rispettivamente 3,2 e 2,9).

La tecnologia può svolgere un’importante funzione di “facilitatore” nel processo d’inclusione scolastica, supportando l’alunno nella didattica e aumentando i livelli di comprensione. In Italia il 75% delle scuole dispone di postazioni informatiche adattate alle esigenze degli alunni con disabilità, la dotazione maggiore si registra nelle regioni del Centro (78%), tra le più virtuose la Toscana e l’Emilia-Romagna con oltre l’80% di scuole provviste di postazioni; la Sardegna invece presenta la percentuale più bassa (64%). La Sicilia in questo caso ha percentuali in linea con la media nazionale (76,5%).

Il bisogno di questi strumenti non risulta essere sempre soddisfatto, per il 67% delle scuole la dotazione di postazioni informatiche è ritenuta insufficiente. Questa carenza diminuisce nel Nord, dove la quota di scuole con postazioni insufficienti scende al 58% e aumenta nel Centro e nel Mezzogiorno dove sale rispettivamente al 69 e al 77%. Tra gli ordini scolastici, risulta maggiormente sprovvista la scuola primaria (70% di scuole con postazioni insufficienti).

Per favorire una didattica inclusiva è importante che le postazioni informatiche adattate alle esigenze degli alunni con disabilità vengano collocate all’interno della classe. Il loro posizionamento in ambienti esterni, infatti, può rappresentare un ostacolo all’utilizzo quotidiano dello strumento come facilitatore per la didattica insieme al gruppo dei coetanei.

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