Istat, “La Sicilia ha perso nel 2020 il 24,2% dell’export” - QdS

Istat, “La Sicilia ha perso nel 2020 il 24,2% dell’export”

redazione

Istat, “La Sicilia ha perso nel 2020 il 24,2% dell’export”

domenica 14 Marzo 2021

La riduzione della vendita di prodotti petroliferi spiega per 3 punti percentuali il calo del settore. Riduzione più ampia per la Sardegna (-40,6%). Più contenuta, invece, per la Liguria (-0,4%)

ROMA – Nel 2020, l’export italiano ha registrato una contrazione marcata (-9,7%) che però rispetto alla media nazionale, ha visto un crollo per le Isole (-30,4%, principalmente per il forte calo delle vendite di prodotti energetici) e una contrazione evidente per il Nord-ovest (-10,8%), mentre il calo è stato più contenuto per Centro (-8,5%), Nord-est (-8,2%) e Sud (-6,4%).

Lo segnala l’Istat che diffondendo i dati territoriali del quarto trimestre evidenzia una crescita congiunturale delle esportazioni per tutte le ripartizioni territoriali: più ampia per il Nord-ovest (+6,5%) e il Sud e Isole (+5,7%), più contenuta per il Centro (+3,6%) e il Nord-est (+3,4%).

Nel complesso del 2020, praticamente tutte le regioni, registrano riduzioni dell’export: le più ampie per Sardegna (-40,6%) e Sicilia (-24,2%), le più contenute per Liguria (-0,7%) e Basilicata (-4,4%).
Unica eccezione con il segno più è il Molise con un +26,0%. Le performance negative di quattro regioni – Piemonte (-12,7%), Lombardia (-10,6%), Emilia-Romagna e Veneto (-8,2% per entrambe) – spiegano circa i due terzi del calo dell’export nazionale.
Nel 2020, la riduzione delle vendite di macchinari e apparecchi da Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte, di metalli di base e prodotti in metallo dalla Lombardia e di prodotti petroliferi raffinati da Sardegna e Sicilia spiega per 3 punti percentuali la contrazione dell’export nazionale.

Invece l’aumento dell’export di metalli di base e prodotti in metallo da Toscana e Lazio e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Toscana, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Abruzzo fornisce un contributo positivo di1,3 punti alla variazione delle esportazioni.
Nell’insieme dell’anno, i contributi maggiori alla contrazione dell’export nazionale derivano dal calo delle vendite della Lombardia verso la Germania (-10,9%) e la Francia (-12,8%) e del Lazio verso gli Stati Uniti (-36,0%).

Per contro, l’Istat segnala apporti positivi dall’aumento delle vendite della Liguria verso gli Stati Uniti (+95,2%), del Lazio verso Belgio (+18,5%), Germania (+7,9%) e Polonia (+46,5%) e della Toscana verso Cina (+20,9%) e Francia (+3,7%).

A livello provinciale l’analisi dell’export mostra performance negative per la maggior parte delle province italiane: i maggiori contributi negativi si rilevano per Milano, Firenze, Cagliari, Siracusa, Torino, Bergamo e Vicenza. Fra le poche dinamiche positive quelle di Arezzo, Rovigo, L’Aquila, Campobasso e Siena.

Commentando i risultati del quarto trimestre l’Istat segnala la dinamica congiunturale positiva dell’export, trainata dalle ripartizioni del Nord che contribuiscono per tre quarti alla crescita media nazionale.

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