Covid, l'allarme di Basile: "Liste d'attesa tornano a crescere"

Covid, allarme dei chirurghi: “Liste d’attesa tornano a crescere”

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Covid, allarme dei chirurghi: “Liste d’attesa tornano a crescere”

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sabato 22 Gennaio 2022

Il tutto nell'incertezza dei pazienti, spiega il presidente della Sic, Francesco Basile, e con i rischio che la patologia si aggravi.

Interventi rimandati, personale impiegato in altro e liste di attesa che crescono. Continua a crescere la preoccupazione per l’effetto pandemia sulla chirurgia italiana. L’allarme lanciato dal presidente della Società italiana di Chirurgia, Francesco Basile non cessa di esistere: nonostante i numeri si stiano lentamente ridimensionando, le conseguenze sulle strutture sanitarie sono ancora ben visibili, come conferma la zona arancione scattata per la Sicilia.

Personale “dirottato”

Il contagio del personale e il dirottamento dello stesso nei reparti Covid aggrava ulteriormente la situazione. Come spiga il professor Basile. “Tutti gli ospedali sono parzialmente dedicati ai pazienti Covid – afferma: quello che succede nella parte non Covid è che le risorse diminuiscono perché devono essere utilizzate invece per i pazienti Covid. Pertanto, in sala operatoria, diminuisce il personale poiché viene “dirottato”.

Operazioni dimezzate

Le operazioni sono diminuite in tutto il Paese di circa il 50%. Inficiando in qualche modo lo sforzo dei chirurghi a recuperare terreno, dopo il primo lockdown e il blocco di centinaia di migliaia di operazioni. “Consideriamo che, con la prima ondata, nel 2020, abbiamo rinviato quattrocentomila interventi di chirurgia generale in tutta Italia -continua Basile. Nel 2021 abbiamo recuperato più o meno una meta dei casi, invece adesso le liste d’attesa stanno aumentando nuovamente”.

Si allungano le liste di attesa

Il tutto nell’incertezza dei pazienti, che non sanno quando saranno operati, e con i rischio che la patologia si aggravi. “Una patologia benigna può complicarsi nell’attesa di un intervento” – aggiunge il presidente della Sic che assicura come le operazioni oncologiche proseguano. “Quello che si continua a fare regolamenti è la chirurgia per i tumori e tutta la chirurgia d’urgenza – sottolinea: quelli che, invece, risentono maggiormente della situazione sono gli interventi programmati e le operazioni in lista d’attesa. I pazienti in lista d’attesa vengono rinviati più o meno del 50% perché non abbiamo la disponibilità di poter operare a pieno”.

Conseguenze sulla prevenzione

Le conseguenze della pandemia si sentono anche nel campo della prevenzione. “Un altro aspetto serio è quello della prevenzione perché anche il personale che nelle aziende provinciali e territoriali si occupa di prevenzione in parte viene dirottato per fare vaccini e tamponi e quindi è minore il numero di persone che seguono gli screening di massa – spiega ancora. Questo, ad esempio, porta ad una diagnosi più ritardata dei tumori e porta a far avere dei pazienti che arrivano con tumori avanzati”.

Il contagio del personale

A tutto questo si aggiungono i contagi tra il personale. “Il contagio è un altro problema – prosegue Basile – così come lo è quello delle terapie intensive, convertite in gran parte per i pazienti Covid che, per la maggior parte non sono vaccinati”

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