La disfida dei vecchi - QdS

La disfida dei vecchi

Pino Grimaldi

La disfida dei vecchi

sabato 07 Marzo 2020

Il 3 Novembre 2020 si svolgeranno negli USA le elezioni generali per eleggere il 46° Presidente, metà della camera dei deputati ed un terzo del senato. Ciò avviene ogni 4 anni fin dal 1789.

Gli Usa hanno un sistema bipolare nel quale i democratici stanno a sinistra ed i repubblicani a destra; altre formazioni a volte presenti hanno sempre avuto percentuali da prefisso telefonico. E la lotta per l’ambito posto di fatto il più importante nel mondo (dittature escluse) si svolge essenzialmente tra il Trump uscente con diritto a ripresentarsi per il secondo mandato e chi tra i democratici otterrà la nomination come “frontrunner” .

Dal 3 Febbraio, primarie Iowa, nulla di nuovo in campo repubblicano ove ad oggi sui primi 920 delegati da eleggere, Trump ha preso, senza manco andarci, 919 voti ed un solo voto il suo opponente tale da indurre, come avverrà, Trump a non partecipare ad alcun altro Caucus.

In campo democratico, dopo il super martedì del 3 Marzo scorso sono rimasti in gara a non troppa distanza Biden già vice presidente di Obama e Sanders vecchio senatore radical socialista.

A conti fatti chiunque dei due democratici ottenga la nomination sarà un oltre settantacinquenne. contro Trump, 76.
Vera gara tra giovani anziani che non demordono anche perché altri candidati si sono ritirati come l’unica donna, la Warren, senatore in carica ed il miliardario Bloomberg che pur speso mezzo miliardo di dollari vistosi “negletto”(9%) hanno lasciato il campo per questa disfida che fa molto pensare.

E’ per noi inspiegabile ciò che accade al di là dell’oceano ove le decisioni per chi votare sono chilometri distanti dalle ideologie e l’economia e lo stato del paese dominano i votanti. Che si trovano in uno stato nazione confederata che vede enormi differenze tra est ed ovest, ma anche tra nord e sud ma che alla fine vuole una nazione ricca piena di possibilità di lavoro, sicura nel suo interno,temuta all’estero: “merica first” come Trump ha voluto che fosse: riuscendoci.

L’uomo non è amato ma sta dando agli americani ciò che vogliono. E’ isteroide ma l’economia è alle stelle. Vi è anche il demerito democratico. Sanders è anziano ma ha la mente giovanile di vero rivoluzionario social comunista (sempre stato), Biden non è nulla: è solo un buon uomo ma senza carisma oggi appoggiato dal suo partito che ha fatto ritirate tutti per favorirlo: un pupet in mano ai dignitari.

Certo, può accadere di tutto: l’avere Trump nominato il suo vice Pence commissario per l’affaire covid-19 dandogli ottomila dollari, non è piaciuto; cosi come l’avere lasciato a Putin ed Erdogan risolvere il problema (ora accordato) in Siria; non piace agli europei esser trattati con brusca chiarezza (ma non votano). Ma piace agli americani perché ha mantenuto gran parte delle sue promesse elettorali del 2016.

Il Bue per le corna e l’uomo per la parola? Nelle vecchie praterie il detto regna ancora, parrebbe.

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