La lezione del Mattarella bis - QdS

La lezione del Mattarella bis

Dario Raffaele

La lezione del Mattarella bis

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 02 Febbraio 2022

Di fatto in questa fase politica abbiamo invertito i ruoli istituzionali. Al Quirinale ci andava normalmente una figura politicamente neutra ed a Chigi dovrebbe andarci una figura di indirizzo politico

Di fatto in questa fase politica abbiamo invertito i ruoli istituzionali. Al Quirinale ci andava normalmente una figura politicamente neutra ed a Chigi dovrebbe andarci una figura di indirizzo politico. Oggi è al contrario. Di questi tempi di fragilità politica una figura sostanzialmente meno profilata sul piano politico – per carattere e per formazione da giureconsulto – come Mattarella assurge a mentore ex democristiano di lungo corso. In questo secondo mandato sarà meno neutrale, meno algido arbitro, meno nonno delle istituzioni, per denotare più doti di guida del percorso di ricostruzione del sistema.

Perché qui non c’è da arbitrare dei contendenti, i partiti e le coalizioni non ci sono più, ed il gioco della democrazia partecipata è totalmente fermo. Di fatto Draghi è un commissario per inettitudine politica. Qui c’è da stimolare una riforma prevalentemente politica istituzionale, il ruolo e le regole dei partiti, il modello di Repubblica, una legge elettorale che si richiami alla Costituzione ed allo scopo per cui deve essere fatta. Che non può essere la legge che conviene ai capi di turno. Perché sono appunto di turno, senza respiro, sostanzialmente intercambiabili.

Ma come siamo arrivati al Mattarella bis? Ci siamo arrivati per piano inclinato. Da mesi si capiva che le forze politiche, sempre meno consistenti, senza maggioranze seppur relative, non erano in grado di esprimere una soluzione. E quindi Mattarella era il Rivera dei mondiali del Mexico 70. Certo c’è stato un tentativo, onestamente scadente, di incidere, soprattutto da parte di Salvini e Conte, ma anche Meloni, cioè i più immaturi sul piano politico, ma sono stati stoppati e ricacciati indietro. Lì si è erta una forza sommersa, che sembrava sopita e dispersa, quella del centro politico. Il centro politico, il moderatismo ineludibile del sistema italiano ha detto no, e questo diniego ha alzato la palla alla soluzione Mattarella, che è stata subito schiacciata.

Casini è stato l’alzatore, probabilmente involontario, del volley politico italiano, ed a quel punto si è liberato chi poteva andare a punto. Sergio Mattarella. L’Italia per anni è stata governata da una massa di valori ed interessi che gravitava sul centro del sistema, poi complice un sistema elettorale cangiante, ma fondamentalmente maggioritario, ha sempre più spostato sulle ali il peso dell’indirizzo, e questo ha portato a sbaricentrare il Paese togliendogli equilibrio di scelte e di prospettive.

La lezione del Mattarella bis è proprio questa. Tornare all’equilibrio. I partiti lo capiranno? Gli elettori lo hanno già capito, infatti si astengono in maniera crescente dal voto. Il rischio dei partiti è fare la fine dei CD, che avevano spodestato il vinile e le cassette, e che inevitabilmente in era digitale sono scomparsi.

Così è se vi pare.

Giovanni Pizzo

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