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La terra dell’INPS

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La terra dell’INPS

Giovanni Pizzo  |
lunedì 12 Settembre 2022

La Sicilia è sempre più patria dell'assistenzialismo e quindi la persona più potente dell'Isola è chi l'assistenza la garantisce e concede di mese in mese: la dirigenza dell'Inps. Il commento.

Chi è l’uomo più influente dell’isola? Il Presidente della Regione? L’area manager di Unicredit? Il Magnifico Rettore dell’università di Palermo?

Nessuno di tutti questi, non è un politico, né un manager privato. È un alto dirigente di un Ente Statale. La persona a cui sono legati la maggior parte dei destini dei siciliani è il Direttore Regionale dell’INPS. Con l’avvento del reddito di cittadinanza, cifra monstre di oltre 700.000 percipienti nell’isola, e con i precedenti percettori di assegni tra pensioni, Naspi, cassa integrazione, assegni di invalidità ed altre forme di assistenza probabilmente oltre 1.500.000 di siciliani dipendono dalle erogazioni che quest’uomo, grazie ai suoi uffici, eroga nell’isola.

Un enorme cordone ombelicale che trasforma la visione della Sicilia in un immenso utero, dove una moltitudine di feti sono collegati in una posizione di assistiti, nutriti, gestiti chi grazie a uno scambio bidirezionale, tra contributi versati e redditi percepiti, chi no.

Una terra che è forse laboratorio di un mondo futuro, il mondo in cui oltre che il clima si desertifica il lavoro. Rifkin aveva predetto la fine del lavoro, della società capitalistica industriale per come l’abbiamo conosciuta, grazie all’avanzamento tecnologico e alla robotica. Un mondo in cui poche e concentrate strutture finanziarie devono tenere gestite, sedate, al limite della sopravvivenza, masse indistinte di persone che perdono la capacità di essere ceti produttivi e di conseguenza diminuiscono progressivamente di autonomia e indipendenza.

Il case mix siciliano tra pochi occupati, moltissimi Neet e un’armata di assistiti a vario genere è il futuro prospettico dell’Occidente? Sempre di più stride il contrasto tra la Sicilia post industriale, anche per carenza di industrie, e il Veneto Fordista che resiste in logiche del secolo scorso. Loro chiedono, poco ascoltati a gran voce referendaria, l’Autonomia differenziata e noi che l’abbiamo ci rinunciamo ormai da decenni. L’unica trasposizione politica che sta avvenendo in Sicilia è passare da un assistenzialismo matriarcale, con al centro Mamma Regione, a un paternalismo ottocentesco con Padre INPS.

In questa ottica comprendiamo che coloro che scelgono di impegnarsi nel lavoro, nella propria capacità di fare fruttare talenti e competenze, siano da anni orientati alla fuga da un’isola che sembra quella della serie “Lost”.

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