Mes, l’inganno dei “senza condizionalità” - QdS

Mes, l’inganno dei “senza condizionalità”

Carlo Alberto Tregua

Mes, l’inganno dei “senza condizionalità”

mercoledì 13 Maggio 2020

Il Meccanismo europeo di stabilità prevede che i prestiti debbano essere restituiti alle scadenze con puntualità. Prevede inoltre che le risorse siano destinate a oggetti concordati e non possano essere utilizzate altrimenti.
Prevede anche che la Commissione europea, cioè l’Esecutivo, abbia il dovere di controllare sia la destinazione del finanziamento che il rimborso del prestito.
Tali condizioni sono oggetto di apposito regolamento che, com’è noto a tutti, equivale a una legge di livello europeo, che prevale sulle leggi nazionali dei singoli Stati.
La Commissione, per tacitare le pressanti richieste del Governo italiano, ha inviato una propria lettera con cui si impegna a non controllare l’osservanza di tali indicazioni, altresì note come “condizionalità”.
Si tratta di un impegno veramente formale, perché l’Esecutivo non può non osservare la legge. Dunque, se effettivamente non esercitasse i controlli previsti dalla stessa, andrebbe fuori dal seminato e questo non è fattibile.

Abbiamo sentito il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, il quale ha reso una dichiarazione in conferenza stampa secondo cui l’Italia e gli altri Paesi possono accedere al Mes “senza condizionalità”, motivando ciò con la lettera di impegno cui prima si accennava.
Ora, che la Commissione possa non esercitare un controllo ferreo e in modo discrezionale è discutibile, ma anche fattibile. Tuttavia non può non esercitare il controllo su due punti del prestito medesimo: il puntuale pagamento delle rate e l’utilizzo preciso delle risorse finanziarie su obiettivi predeterminati e, in questo caso, riguardanti la sanità.
In altre parole, queste somme non possono essere utilizzate per settori diversi da quello sanitario. Ma anche qui possono nascere distorsioni. Per esempio: destinare tali somme al trasporto urbano e interurbano verso ospedali e strutture sanitarie, è una somma pertinente con l’oggetto? Altro esempio: destinare parte di queste risorse per la ricerca di nuovi prodotti farmaceutici, è pertinente? Oppure, fare ricerche e studi, con relative consulenze in ordine all’organizzazione nel Servizio sanitario, è pertinente?
Gli esempi che precedono possono essere moltiplicati ed è proprio sulla variabilità dell’intervento finanziario che può intervenire la Commissione facendo dei controlli.
La somma disponibile di trentasei o trentasette miliardi, se fosse destinata alla sanità italiana vera e propria, sarebbe eccessiva, per cui il Governo non avrebbe necessità di utilizzarla per intero. Però, se fosse destinata ad attività collaterali, potrebbe dare sollievo all’asfittico Sistema sanitario nazionale.
Ma è proprio qui che può sorgere l’equivoco sulla destinazione del prestito. Infatti, non avere concordato in partenza i termini contrattuali (perché di vero e proprio contratto si tratta), lascia il campo a interpretazioni diverse che possono dar luogo, successivamente, a una procedura d’infrazione.
Non è vero, dunque, che l’accesso al Mes sia “senza condizionalità”. è vero invece che, non essendovi specificità, non è possibile escludere un conflitto fra Italia e Commissione nei dieci anni di rimborso.

Ma allora si dovrebbe rifiutare il prestito del Mes? Secondo noi, no, perché comunque esso è soggetto a un interesse quasi inesistente, e perché il suo utilizzo darebbe ristoro alla scassata macchina del Servizio sanitario.
Intendiamoci, quando definiamo scassata la macchina del Servizio sanitario, non ci riferiamo all’attività della prima linea, cioè di medici, infermieri e operatori sanitari, bensì alla parte burocratica che non è dotata di efficiente organizzazione, che spreca risorse, che non osserva i tempi e in cui la maggior parte degli operatori non sanitari non è soggetta ai valori di merito e responsabilità.
L’Italia spende intorno a 116 miliardi per finanziare la sanità: non sono tanti, ma neanche pochi. Se fossero ben utilizzati, se si eliminassero le vene corruttive, se ognuno facesse il proprio lavoro con professionalità, se tutto questo accadesse, le somme spese otterrebbero altri risultati rispetto a quelli modesti di oggi.
Qualcuno dice che la Troika ha danneggiato la Grecia, a noi sembra che l’abbia salvata. Infatti, dopo i sacrifici, il Paese ellenico è rinato. Esempio da imitare, o no?

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