L’iter sul Parco degli Iblei non convince, presentato un ricorso per la sospensione - QdS

L’iter sul Parco degli Iblei non convince, presentato un ricorso per la sospensione

Stefania Zaccaria

L’iter sul Parco degli Iblei non convince, presentato un ricorso per la sospensione

sabato 03 Agosto 2019

L’appello è indirizzato al ministero dell’Ambiente e ai Liberi Consorzi di Siracusa e Ragusa. Le associazioni chiedono una verifica a livello locale sulla condivisione del progetto

RAGUSA – Le polemiche sull’istituzione del Parco degli Iblei non si placano e si aggiungono sempre nuovi argomenti e nuovi impedimenti. Un ricorso è stato presentato proprio in questi giorni visto che “l’iter istitutivo del Parco degli Iblei non è stato concertato in sede locale ed è anche irrimediabilmente viziato risultando gravemente pregiudizievole per tutto il territorio interessato”. Questo è quello che scrive l’Unione Associazioni venatorie siciliane (Un.A.Ve.S. ) per conto anche del Comitato Anti Parco degli Iblei e di altre associazioni come Sicilia Nostra e Confagricoltura Siracusa.

Il ricorso presentato dallo Studio Legale Alfio Barbagallo è indirizzato al ministero dell’Ambiente, ai Liberi Consorzi di Ragusa e Siracusa – oltre che a tutti i comuni ad essi appartenenti – ed arriva dopo una riunione tenutasi a Roma nel corso della quale è stata manifestata l’intenzione di procedere comunque all’istituzione del Parco, che sarà il terzo più esteso di questo genere in Italia con la particolarità di interessare un’area che conta quasi 800.000 abitanti. L’iter deve essere sospeso, chiedono invece le associazioni, e dovrebbe essere avviata una verifica a livello locale sulla effettiva volontà della condivisione della nascita del nuovo ente di gestione di un vasto territorio che coinvolge ben tre province ed in particolare il Ragusano.

Il Parco degli Iblei, così come proposto dalle istituzioni preposte, non convince perché penalizzerebbe quanti sono insediati all’interno del suo territorio visto che sarebbero danneggiati in termini economici e produttivi ed è inoltre tutto da dimostrare che una estensione così vasta sia necessaria per convogliare i flussi turistici ipotizzati per itinerari enogastronomici e laboratori di degustazione. Nella visione dei ricorrenti, infine, “la nascita di un Ente Parco costituirebbe una entità sovraordinata perché potrebbe dettare regole non solo ambientali ma anche urbanistiche di stretta competenza delle amministrazioni locali svuotando di fatto il loro ruolo”.

Nel ricorso presentato, sono ripercorse le varie fasi che hanno portato alla proposta di istituzione del Parco così come elaborata dai commissari straordinari dei Liberi Consorzi interessati dei quali si fa emergere la mancanza di “alcuna rappresentanza territoriale, si sono permessi di stravolgere il significato e le intenzioni degli Enti locali e dei portatori di interessi compulsati fornendo al ministero pareri assolutamente difformi dalla realtà”.

Nel ricorso, inoltre, sono elencate una serie di mancanze come la documentazione a sostegno della proposta anche perché non rispetta la normativa di riferimento. Inoltre l’area perimetrata del Parco – risalente al 2017 – non “contempla le caratteristiche di tutela e salvaguardia dei valori naturali e di vulnerabilità territoriali. Le violazioni alle norme vigenti sono state palesemente violate”.

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