Lukoil, la Regione va dal Mise. Tamajo: "Tutelare lavoratori" - QdS

Lukoil, riunione al Mise, Schifani: “Sinergia tra Regione e Governo, banche grandi assenti”

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Lukoil, riunione al Mise, Schifani: “Sinergia tra Regione e Governo, banche grandi assenti”

Redazione  |
venerdì 18 Novembre 2022

Schifani: "Il Governo ha garantito che la vicenda non potrà che trovare una soluzione: questo rasserena il governo regionale sul mantenimento dei posti dell'indotto".

“Una riunione interlocutoria ma molto importante. Il governo ha garantito con grande senso di responsabilità che la vicenda non potrà che trovare una soluzione: questo rasserena il governo regionale sul mantenimento dei posti dell’indotto”. Così il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, al termine del tavolo Isab-Lukoil che si è svolto a Roma al ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Al tavolo Isab-Lukoil ha partecipato anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo.

Il presidente Schifani: “Sinergia tra Regione e governo, banche grandi assenti”

“Grande assente il mondo bancario – ha continuato Schifani – perciò è opportuna l’iniziativa del ministro Urso di interloquire con Abi e la sua disponibilità a tracciare un percorso che possa aumentare la percentuale di garanzia della Sace, attualmente al 70%. Chiaramente, se il mondo bancario non risponderà nemmeno per quel residuo che dovrà garantire, sarà necessario trovare altre strade. La sinergia tra la Regione Siciliana e il governo nazionale, in particolare con il ministero, è massima e l’assessorato alle Attività produttive del mio governo segue attentamente la vicenda anche per il riconoscimento dell’area di crisi nel Siracusano”.

Si tenta il tutto per tutto per salvare l’Isab Lukoil di Priolo Gargallo (Siracusa) dalla sempre più probabile chiusura della raffineria a causa dell’embargo russo che non permetterà più a breve i rifornimenti di greggio in Sicilia.

Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e il neo assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, hanno preso parte al tavolo convocato per stamattina al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Presente, alla riunione, anche il ministro Adolfo Urso che nei giorni scorsi ha ribadito la volontà dell’esecutivo di fornire soluzioni adeguate alla vertenza, con la speranza che lo stabilimento possa riuscire a garantire l’occupazione di tutti i lavoratori.

Urso: “Proseguiremo tutte le strade”

“Siamo impegnati in prima fila da subito, riteniamo strategico assolvere al nostro impegno di garantire l’interesse nazionale”, ha sottolineato il ministro. “L’impianto di Priolo è un asset strategico per il nostro sistema produttivo, per la nostra filiera industriale” e quindi “è un interesse nazionale”.

Noi intendiamo proseguire tutte le strade a partire da un ulteriore confronto con il sistema bancario” su ulteriori garanzie della Sace, ha sottolineato Urso.

Il ministro non ha escluso “l’intervento diretto dello Stato”. Resta aperta la strada di “confrontarsi in Europa per una eventuale proroga dell’embargo al petrolio come è stato concesso ad altri Paesi” o un’acquisizione con l’uso del golden power per garanzie occupazionali.

“Ove ci fossero investitori che intendono rilevare l’impianto – ha aggiunto noi garantiremmo un livello di prescrizione, che lo strumento golden power consente quando si tratta di asset strategici” a patto che vengano mantenuti “i livelli occupazionali, produttivi e gli investimenti per la salvaguardia dell’ambiente”.

Urso ha promesso un nuovo incontro “entro metà dicembre, con soluzioni che pensiamo di poter mettere in campo per quella data”.

Tamajo: “Chiesto riconoscimento di area di crisi industriale complessa”

“Dall’incontro che abbiamo avuto al Ministero si riscontra un’ottima sinergia tra il Governo siciliano e quello nazionale“, ha dichiarato Tamajo al termine del tavolo romano.

“La priorità del presidente Schifani ed anche del mio assessorato, è quella della tutela delle oltre settemila persone che rischiano il posto di lavoro. Abbiamo posto tra le soluzioni anche il riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa, iter già avviato attraverso un procedimento amministrativo”, ha concluso l’assessore.

E mentre a Palazzo Piacentini si discuteva della strategia da attuare per scongiurare la chiusura della raffineria, a Siracusa in tanti hanno preso parte al corteo di protesta promosso da Cgil e Uil.

Presenti anche i sindaci di Siracusa e provincia, il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, e diversi deputati regionali e nazionali. I manifestanti sono giunti davanti la sede della Prefettura di Siracusa. Nel pomeriggio di oggi, inoltre, è previsto un altro presidio davanti al sede del Mise.

Sebastiano tripoli, segretario nazionale Femca Cisl, presente oggi al tavolo convocato al ministero

“Abbiamo proposto al governo di adoperarsi affinché si possano sollecitare le banche che oggi, a Roma, sono state le grandi assenti. E sono queste ultime che possono determinare una soluzione che scongiuri la fermata degli impianti. Lukoil ha la necessità di ottenere le linee di credito per poter acquistare il greggio che non può provenire dalla Russia.

È una condizione necessaria che riguarda assicurazioni. La Sace si è già detta disponibile a muoversi appena arriva il placet delle banche. Per questo abbiamo sollecitato il governo perché solleciti le banche non abbandonino il tema dell’industria a Siracusa.

Ci siamo dati appuntamento entro la fine di dicembre e non per proseguire una discussione, ma per poterci confrontare sulle soluzioni che il governo nel frattempo potrà trovare”.

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