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VIDEO | Maurizio Caserta (Pd) al QdS: “Ecco cosa penso dei termovalorizzatori. Pedonalizzazioni? Vi dico…”

Federico Rosa
Federico Rosa

Urbanistica, ambiente e politica con Catania al centro di ogni tema: queste le tematiche affrontate ai microfoni del Quotidiano di Sicilia da Maurizio Caserta, capogruppo del Partito Democratico al Consiglio Comunale. Dal piano regolatore alla pedonalizzazione fino alle tematiche inerenti ai termovalorizzatori. Ecco le parole dell’esponente dem.

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Caserta: “Consiglio al lavoro su dissesto e urbanistica”

“Il gruppo del Partito Democratico è composto da tre consiglieri e il lavoro è intenso e svolto insieme ai due consiglieri del Movimento 5 Stelle. – commenta Caserta al QdS sul lavoro d’aula svolto dal Pd e dalle forze di opposizione alla giunta Trantino – L’opposizione è composta da cinque consiglieri. I temi affrontati dal consiglio in realtà sono pochi, perché i consiglieri hanno la possibilità di proporre mozioni, ordini del giorno o interrogazioni. Ci sono due cose su cui Consiglio e opposizione sono impegnati: le vicende finanziarie e quelle urbanistiche. Il Comune di Catania è stato in fase di dissesto finanziario. Questa fase formalmente si sta chiudendo, nel senso che l’organismo di liquidazione (la commissione cui viene affidato il compito di pagare i debiti) sta per esaurire la sua funzione redigendo un rendiconto. Da ciò ne viene fuori che una parte dei debiti non sono stati pagati per diverse ragioni”.

“Ad esempio perché non si è riusciti ad avviare la transazione. Resta un portafoglio consistente di decine di milioni di euro di debiti che vengono restituiti in qualche modo alla gestione ordinaria ed essa deve tener conto di questo peso che le viene restituito dall’organismo di liquidazione. L’altro grande tema avviato dalla giunta Trantino è quello urbanistico. Tutte le amministrazioni provano a riscrivere il Piano Regolatore della città. Quello di Catania è molto vecchio, risale al 1969. Tutti hanno cercato di scrivere il nuovo piano urbanistico e nessuno ci è riuscito fino a questo momento. Un primo passo è stato compiuto con l’atto di indirizzo, ovvero un documento corposo dal quale risultano le linee strategiche che l’amministrazione intende seguire. A questo seguiranno le linee programmatiche e poi il vero Piano Urbanistico generale. Quando tutto ciò accadrà in realtà non lo sa nessuno. C’è un percorso di raccolta di suggestioni, indicazioni, critiche e di raccolta del consenso”.

“Pedonalizzazione? Sì, ma guardando gli interessi di tutti”

Sui temi inerenti alla progressiva pedonalizzazione di Catania Maurizio Caserta commenta: “Che i centri storici debbano essere liberate delle auto è un convincimento che ormai credo sia diffuso. Per cui credo nessuno possa contestare in linea di principio che il cuore della città debba essere reso fruibile senza l’ostacolo del flusso automobilistico. Nessuno di noi può pentirsi di aver sostenuto la pedonalizzazione di piazza Duomo o via Etnea, oggi è impensabile che quelle aree siano attraversate dalle automobili. È diventato un patrimonio comune, i più giovani pensano che non sia possibile altrimenti. I più anziani si ricordano i tempi in cui queste aree c’erano parcheggi di auto e questo oggi è inconcepibile. È giusto che questa tendenza venga estesa anche alle altre parti della città. L’area attorno al Castello Ursino, un’altra delle ricchezze della città, uno dei pochi resti medievali di Catania perché poi la città fu distrutta dal terremoto. Anche quella è un’area in cui dobbiamo pensare negli stessi termini. Ma come qualsiasi politica delle amministrazioni locali e regionale va intesa compatibile e coerente con l’insieme degli interessi che i cittadini di oggi e di domani hanno su quell’area.”

“Non c’è dubbio che c’è un interesse – prosegue l’ex candidato sindaco – nel preservare quell’area a renderla disponibile per turisti e catanesi, ma non si può dimenticare dei residenti o di chi ci lavora. È fisiologico che un’amministrazione quando adotta misure di quel tipo di pedonalizzazioni guardi non soltanto agli interessi dei turisti, felici di passeggiare attorno al Castello, ma guardi anche gli interessi di chi ci vive e svolge la sua attività. Possiamo dire in riferimento alla pedonalizzazione di piazza Federico II di Svevia, questa attenzione complessiva non c’è stata. Forse si è guardato a un pezzo degli interessi e non a tutti gli altri. Le politiche possono avere una gradualità di realizzazione con delle fasi sperimentali. Non metto in discussione il principio, ma quello che non è stato fatto in maniera migliore è la considerazione complessiva degli interessi.”

“La posizione del Partito Democratico è certamente che i centri storici vadano liberati delle automobili. Il percorso deve tenere conto degli interessi di tutti. Il Sindaco però non è solo della sua parte politica, ma è della città. Ovviamente deve realizzare ciò che ha incluso nel suo programma, ma nel momento in cui danneggia qualcuno, gli altri devono essere compensati. Non si può pensare agli interessi della parte della città che lo ha votato. Nessuna politica pubblica può danneggiare qualcuno”.

Caserta: “Ecco cosa penso dei termovalorizzatori”

Altro tema di discussione e delicato è quello dei termovalorizzatori in Sicilia: “C’è uno slogan che è bello da sentire, quello degli zero rifiuti. In un mondo dove tutto viene riutilizzato, che credo piaccia a tutti. Non credo sia possibile realizzarlo al 100%, ma è certo un obiettivo da tenere in considerazione. Le soluzioni che prevedono l’incenerimento o la distruzione di una parte dei rifiuti sono comprensibili perché il problema esiste ma è un disincentivo a quell’altro obiettivo di avvicinarsi al rifiuto zero. Chiunque valuta una politica pubblica deve mettere sul tavolo i costi e i benefici. Se il vero obiettivo è il rifiuti zero, gli inceneritori come la discarica sono elementi che disincentivano quell’attività. Il problema è tutto il percorso che ha punti di caduta, inefficienza e collusioni pesanti. Perché idealmente anche le famiglie, che producono il rifiuto, devono tenere un comportamento virtuoso che permette una raccolta differenziata sempre più estesa. L’inceneritore è un impianto consistente ma che ha delle dimensioni minime”.

“A volte le dimensioni minime sono più alte di quelle che ci si aspetta possa lavorare quell’impianto. È possibile che il costo della costruzione dell’inceneritore sia eccessivo rispetto al vantaggio che noi avremmo dalla distruzione dei rifiuti. Il costo unitario per tonnellate di rifiuti potrebbe essere troppo alto rispetto al vantaggio che noi abbiamo. Mi è sembrato che nella discussione pubblica non si sia guardato con attenzione alle alternative. È possibile spendere queste risorse sulla differenziata, premendo sulle sanzioni, educazione, ruolo dei bambini che hanno un costo. A me sembra che non si sia mai fatto un confronto tra ciò che costerebbe raggiungere un lavoro di differenziata molto alto che molti comuni fanno. Questo non c’è dubbio che avrebbe un risultato migliore. Io non ho obiezioni di principio, perché penso che gli effetti ambientali possano essere contenuti con la tecnologia. Obiezioni di calcolo economico sì. Non è la soluzione migliore possibile, queste risorse possono essere utilizzate con miglior risultati e benefici maggiori”

“Col Movimento 5 Stelle ottimi rapporti”

“Noi stiamo tutti dalla stessa parte – commenta Maurizio Caserta sui rapporti tra i dem e il partito di Giuseppe Conte -. Possiamo chiamarlo campo largo o campo progressista, però certamente la collocazione nel centro-sinistra di PD e M5S non è messa in dubbio. Siamo partiti diversi, sennò faremmo parte di un unico partito. È giusto che tra noi ci siano delle differenze. Una volta messe sul piatto le differenze, quando si sceglie un candidato sindaco o presidente della Regione, bisogna sedersi e trovare il punto di convergenza. Lo dobbiamo ai nostri elettori che sono diversi. Ne è prova il proprio spazio di mercato. A volte la suddivisione del lavoro non è stata molto chiara perché ci sono state delle sovrapposizioni inutili tra chi rivendicava un tema che magari era rivendicato anche dall’altro.

“L’ambiente è un tema che riguarda tutti ma non c’è dubbio che il Movimento 5 Stelle ne abbia fatto un cavallo di battaglia. Il tema lavoro, invece, è patrimonio del socialismo e del comunismo finché c’era il PCI. È un tema centrale per chi ha caro i valori del cattolicesimo democratico. Ed è chiaro che sia il Partito Democratico che si possa prendere il compito di sviluppare questa eredità. Tutti siamo sensibili a queste tematiche e si trovano i punti d’accordo. L’esperienza di questi due anni di lavoro comune è stata ottima, quasi sempre abbiamo lavorato insieme sostenendoci a vicenda e trovando punti di convergenza.”

La divisione del Pd sul PRP, il commento di Caserta

Maurizio Caserta commenta la motivazione del suo sì al PRP, votato qualche settimana fa in Consiglio Comunale: “Non c’è stata però convergenza sul porto. Il Consiglio Comunale è tenuto a dare un parere non vincolante su quegli aspetti del Piano Regolatore del Porto che interferiscono con la pianificazione della città con l’attuale Piano Regolatore del 1969. Io credo che molte delle osservazioni fatte da associazioni, dal M5S e dal MPA che ha avuto una posizione molto articolata sul PRP, sono state assorbite dalla delibera di parere che il Consiglio Comunale alla fine ha approvato. Il Partito Democratico si è diviso al suo interno, io ho votato a favore e il consigliere Bonaccorsi che ha votato contro. I voti contrari sono stati due con uno dei due consiglieri del M5S e l’MPA che non hanno partecipato al voto”.

“Tutti hanno espresso le proprie posizioni. Io ho ritenuto che un’apertura, rispetto a un progetto criticabile sotto mille profili, fosse opportuna anziché mostrare una chiusura rispetto a un percorso che avverrà comunque. Il parere del Comune non è vincolante, nel senso che l’autorità portale può agire a prescindere. Poi, può essere rispettosa del parere del Comune di Catania ma non è tenuta a farlo. Noi discutevamo su qualcosa di molto piccolo, sulla quale una linea di apertura era più opportuna. Un no voleva dire ‘lasciamo tutto com’è’. Le cose al Porto di Catania non vanno bene, basta farsi una passeggiata e lo si può vedere. Basta ricordare i fatti criminale all’interno del Porto. Dire sì significa ‘cominciamo a discutere’. Il Piano indica una durata di 30 anni, molti di noi di tutto ciò non vedrà niente. Su quel punto c’è stata una divisione sulla base di storie e sensibilità diverse. Nel complesso io credo che questo sia un fronte che lavora bene e rapporti personali sono eccellenti e questo aiuta e discutere con serenità sulle diversità”.

Gli scenari futuri sul centro-sinistra catanese

In conclusione Maurizio Caserta commenta gli scenari futuri sulla possibilità di ripresentarsi uniti nel campo progressista contro l’attuale centro-destra catanese: “La prospettiva di proporre un’alternativa a questa amministrazione non può non essere presa in considerazione. Quando si compete lo si fa per vincere e bisogna attrezzarsi con obiettivi concreti e non irraggiungibili. Questo richiede una valutazione politica che ancora non c’è né a livello locale che nazionale. Osserviamo che a livello nazionale su alcune tematiche tra i partiti del centro-sinistra c’è accordo e su altre meno e non di poco conto, come sull’esercito europeo o sul riarmo. Ci sono posizioni diverse sulla guerra in Ucraina e in Palestina, su tutti questi temi non c’è un’unica posizione.”

“La mia posizione è di condanna netta e inequivocabile al governo israeliano al massacro in Palestina, condanna netta per l’invasione russa in Ucraina. Non è possibile darla vinta, così come cerca di fare Trump togliendosi quasi un fastidio, cercando di concedere una parte di Ucraina e piena ragione all’invasore. Su alcune cose bisogna essere chiari e precisi”.

“L’altra grande questione è la difesa europea, solo uno scriteriato può dire che l’Europa non si debba armare per difendersi. Il problema è come farlo. Il percorso è difficile verso un esercito comune, occorreranno anche risorse per sistemare gli eserciti. Richiederà del tempo, ma se non si comincia non si arriverà mai a questa soluzione che permetterebbe una riduzione della spesa militare. È prevedibile – conclude Caserta – che nel momento in cui si abbia un esercito comune l’Europa possa spendere complessivamente meno rispetto ad oggi”.