Messa in sicurezza di Portella Arena, piccoli passi verso i primi interventi - QdS

Messa in sicurezza di Portella Arena, piccoli passi verso i primi interventi

Lina Bruno

Messa in sicurezza di Portella Arena, piccoli passi verso i primi interventi

giovedì 30 Maggio 2019

Indispensabile trovare una soluzione per i problemi legati al percolato e all’inquinamento del sito. I tecnici del Comune hanno avviato nei giorni scorsi i primi sopralluoghi propedeutici

MESSINA – Acqua di sorgente che va in discarica e diventa percolato. In questi decenni è stato consentito anche questo, malgrado Messina sia da sempre alla prese con emergenze idriche. Non se n’era mai accorto nessuno, ma a monte di Portella Arena, il sito scelto nel 1972 per il conferimento dei rifiuti della Città dello Stretto e poi di altre decine di Comuni della Provincia, c’è un bottino di presa e una raccolta d’acqua di sorgente censita già dal 1937, con una portata che va dai 30 ai 50 metri cubi al giorno.

Acqua pulita, convogliata in una tubazione abusiva, che si trasforma in veleno dopo avere attraversato quei 50 metri di ammasso di rifiuti, depositati senza nessuna impermeabilizzazione del terreno sottostante.

I tecnici del Comune hanno fotografato questa situazione a seguito di uno dei sopralluoghi propedeutici agli interventi che si stanno programmando per disinnescare quella che ancora rappresenta un’emergenza ambientale. Nessun intervento efficace di bonifica e messa in sicurezza è stato effettuato dal 1998, quando si è smesso di conferire rifiuti, almeno ufficialmente, perché in quella discarica, anche dopo la chiusura, si è continuato a buttare di tutto. Portella Arena continua a fare paura e quella montagna di spazzatura inquina i terreni circostanti e le falde acquifere, anche se non si sa in quale misura.

Nel 2004 la gestione del sito è passata dalla Prefettura al Comune, ma al Dipartimento Sanità e Ambiente di Palazzo Zanca non sembra esserci nessuna traccia del controllo e raccolta del percolato. A marzo è stato finalmente avviato il progetto affidato nel 2006 a Ph3 Engineering Srl, che ha finito di redigerlo nel 2012, progetto che negli anni successivi ha trovato non pochi ostacoli. La precedente Amministrazione alla fine è riuscita a reperire dal Masterplan un milione 380 mila euro e adesso il nuovo esecutivo, con un atto d’interpello, ha individuato un gruppo di tecnici, dipendenti comunali che supporteranno, senza oneri aggiuntivi, gli interventi di messa in sicurezza d’emergenza.

“Stiamo lavorando – ha spiegato Armando Mellini, direttore dei lavori – in raccordo con i consulenti della Procura della Repubblica di Messina. Ci sono in corso accertamenti di responsabilità e il sito è sotto sequestro. C’è una grossa fuoriuscita di percolato e faremo alla base intanto un intervento di consolidamento, perché è un terreno a gradoni”.

Da alcuni mesi, il percolato raccolto in serbatoi viene trasportato da MessinaServizi in un apposito impianto di smaltimento in Calabria. Per risparmiare i 70 mila euro al mese che l’azienda deve sborsare si è chiesta una consulenza per la fattibilità di una depurazione in house fatta al depuratore di Mili.

È in corso di redazione anche un piano preliminare di caratterizzazione per meglio conoscere quei circa 11 ettari, con un bacino imbrifero di 38 ettari e mezzo che raccoglie le acque che vanno a confluire in discarica. “Stiamo effettuando carotaggi fino a 15 metri – sottolinea Mellini – e saranno fatti prelievi di acqua anche dai pozzi privati per capire il livello d’inquinamento. La parte sommitale negli anni 2000 fu interessata da un intervento di messa in sicurezza d’emergenza fatto da Prefettura e Genio civile che però non ha superato il collaudo, quindi si dovranno effettuare ulteriori lavori. L’obiettivo è ridurre il più possibile o azzerare l’apporto di inquinanti in falda, al di fuori della discarica. Da una prima valutazione inserita nello studio di fattibilità trasmesso all’assessore all’Ambiente Dafne Musolino, è prevista una spesa di 3 milioni 980 mila euro, ma ci potrebbe essere delle variazioni alla luce delle risultanze del piano di caratterizzazione. Le risorse in questo caso sono ancora da reperire, ma l’assessore all’Energia Alberto Pierobon ha assicurato l’intervento della Regione”.

Il passo successivo sarà la messa in sicurezza permanente dell’intera area per la quale sono necessari ingenti investimenti, difficili da quantificare visto che il Piano di monitoraggio è stato appena avviato.

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