Messina, un Ateneo al passo coi tempi e sempre più vicino alla città - QdS

Messina, un Ateneo al passo coi tempi e sempre più vicino alla città

Lina Bruno

Messina, un Ateneo al passo coi tempi e sempre più vicino alla città

giovedì 03 Marzo 2022

Inaugurato l’Anno accademico dell’Università messinese, che conferma il proprio impegno per la crescita della comunità grazie alla formazione dei giovani e agli investimenti sul territorio

MESSINA – Un’Università sempre più roccaforte di conoscenza, che vuole costruire futuro investendo sui suoi giovani e aprendosi al territorio. Ma anche un’Università che guarda ai fermenti internazionali e si apre a chi lotta per la libertà, i diritti umani, la parità di genere e la democrazia. La cerimonia di apertura del nuovo Anno accademico dell’Ateneo di Messina ha voluto segnare anche un nuovo inizio, dopo i due anni duri della pandemia fatti di limiti e restrizioni.

UniMe però non si è mai fermata, come ha ricordato il magnifico rettore Salvatore Cuzzocrea, che ha raccontato i traguardi più importanti raggiunti nella didattica, nella ricerca, nella residenzialità. Tanti gli investimenti fatti con uno sguardo ai servizi per gli studenti e l’altro alla riqualificazione del patrimonio cittadino abbandonato.

Anche il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, che ha aperto l’evento con i saluti istituzionali, ha detto che l’Ateneo messinese ha le carte in regola per essere parte di quel fermento che sta attraversando le Università Italiane: “Ci sono tantissimi fondi a disposizione, da tempo non venivano previste tante risorse in bilancio a cui si devono aggiungere quelle del Pnrr. La sfida è dimostrare che la ricerca, la scienza, la diffusione della conoscenza è motore di sviluppo, centrale nella crescita sociale”. Il ministro Maria Cristina Messa ha poi ringraziato l’Ateneo per la disponibilità nelle azioni messe in campo in questa crisi, con corridoi umanitari dall’Ucraina ma anche per gli studenti che volessero rientrare dalla Russia.

Il rettore Salvatore Cuzzocrea, nel corso del suo intervento, ha tracciato un bilancio del mandato, non prima di aver rivolto un appello per la pace e avere condannato fermamente la guerra nell’Est d’Europa. “La nostra Università – ha affermato – ha migliorato sotto diversi aspetti le sue performance nei settori della didattica, con nuovi corsi di laurea, della ricerca con l’ingresso di 380 giovani ricercatori un terzo del corpo docente, dei servizi agli studenti, dell’edilizia residenziale, aumentando la sua capacità attrattiva. Ha recuperato vecchi e nuovi spazi alla fruizione della comunità accademica riqualificando allo stesso tempo immobili cittadini dismessi come la sede della Banca d’Italia dove sorgerà un centro culturale e l’ex hotel Riviera destinato ad accogliere studenti fuori sede”.

Un Ateneo, quindi, che vuole essere riferimento e risorsa per la città, come dimostrano i tanti accordi stipulati con le istituzioni locali: tra questi la collaborazione con l’Autorità di Sistema Portuale per il progetto di valorizzazione del Waterfront e la caratterizzazione della Zona Falcata e con la Prefettura per alcune azioni del Risanamento. Il rettore ha anche sottolineato l’impegno per aumentare gli standard qualitativi delle strutture universitarie, cominciando dagli interventi di messa in sicurezza. Cuzzocrea infine ha voluto ribadire la distanza dell’Università dall’agone politico e da ogni tentativo di strumentalizzazione delle sue scelte (il riferimento è probabilmente agli ultimi interventi polemici dell’ex rettore Pietro Navarra, adesso deputato del Pd, nda).

Coinvolgente l’intervento dall’Egitto di Patrick Zaki, studente simbolo delle Università italiane, arrestato il 7 febbraio 2020 e in attesa di giudizio. “Purtroppo – ha ricordato Zaki – ci sono altre vicende simili alla mia, che non hanno riscosso la stessa eco. Si tratta di ragazzi e ragazze incarcerati per aver manifestato la loro libertà di espressione ed aver visto calpestati i loro diritti”.

Ospite d’onore dell’evento è stata la giornalista e scrittrice Rula Jebreal, che ha ricevuto il Dottorato honoris causa in Scienze politiche per il contributo apportato contro la violenza sulle donne, il razzismo e la disparità di genere. “Con più conoscenza – ha detto nella sua Lectio magistralis – più inclusione e dibattito si può innescare un cambio culturale nel modo di guardare le donne e rispetto alla maniera di parlare di e con loro. In questo, spero che la generazione di mia figlia possa essere migliore della mia/nostra generazione”.

Ad accompagnare i vari momenti della cerimonia c’era l’Orchestra filarmonica di Giostra diretta da Daniele Lo Presti, composta da musicisti che vivono in un quartiere difficile conosciuto solo per la criminalità e il degrado. Un ensemble che vuole testimoniare il lato migliore di un quartiere che merita di essere apprezzato.

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