Messina, Laganga lascia la guida del Policlinico - QdS

Messina, Laganga lascia la guida del Policlinico

Lina Bruno

Messina, Laganga lascia la guida del Policlinico

sabato 27 Giugno 2020

Numerosi i progetti portati a termine durante l’incarico e molti altri quelli avviati e da ultimare. Si lavora già per trovare un sostituto all’altezza: si guarderanno curriculum e competenze

MESSINA – Una decisione che ha colto un po’ di sorpresa quella di Giuseppe Laganga, direttore generale uscente dell’Aou Policlinico Gaetano Martino, di lasciare il prestigioso incarico a un anno dalla nomina. Certo una crescita per la sua carriera, perché dal primo luglio sarà alla guida degli Istituti clinici scientifici Maugeri di Pavia, ma lo stop al suo percorso all’interno del Policlinico di Messina, dove in poco tempo era riuscito a realizzare il 90% di quanto prefissato a inizio mandato, ha lasciato tutti un po’ perplessi.

Laganga, prima della nomina a dg, aveva ricoperto al Policlinico l’incarico di commissario straordinario e prima era stato direttore amministrativo dell’azienda, ottenendo importanti riconoscimenti come l’Oscar di bilancio e il premio Best practice Patrimoni pubblici, per il progetto di miglioramento dei servizi di manutenzione e pronto intervento degli edifici aziendali.

“Se oggi posso sfruttare questa opportunità di carriera – ha detto – è perché sono stato alla guida di una grande squadra. Le istituzioni tutte ci sono state vicine nel momento in cui abbiamo avuto bisogno e, dal canto nostro, abbiamo cercato di ricambiare questa fiducia, facendoci trovare pronti quando è stato necessario. Di fronte all’emergenza Covid non ho avuto un attimo di esitazione a mettere l’Azienda in prima linea. Forse per qualcuno si poteva adottare una strategia diversa, mantenendo un profilo più basso. Ma l’essere Dea di II livello non è soltanto una medaglietta da mettere nel cassetto e tirare fuori a convenienza”.

Ci sono una serie di progetti portati a termine negli ultimi mesi a cui non si è dato risalto a causa della pandemia e il direttore sanitario Antonio Levita li ha voluti elencare: c’è un nuovo reparto di Terapia intensiva post operatoria con cinque posti letto al padiglione F; una rinnovata Terapia intensiva post operatoria nel padiglione H e un nuovo Hospice di Oncologia medica; una sala operatoria integrata di endoscopia e chirurgia nel Padiglione F; due nuove sale angiografiche nel Padiglione E; una Stroke unit rinnovata nel Padiglione E; una nuova area dove centralizzare tutti gli ambulatori delle strutture ubicate nel Padiglione H ; quattro stanze di degenza presso la Neuropsichiatria infantile, ora dotata di 13 posti letto per ricoveri ordinari; il nuovo reparto di Ematologia del Padiglione H; la stanza del Codice rosa nel Pronto soccorso per le vittime di abusi e violenze.

Laganga ha ricordato la crescita di un’azienda che, nel 2008, quando lui ha iniziato il proprio percorso professionale, non aveva neanche approvato i bilanci e che nel 2013, invece, ha ricevuto il già citato Oscar di Bilancio della Pa, conferito dal Presidente della Repubblica. Per l’Assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, quello di Laganga “è stato un mandato di grande qualità. Ci sono dei semi che lascia: penso ai tanti progetti ancora in itinere. Chi verrà dopo avrà sicuramente un compito complicato nel confrontarsi con il lavoro fatto dal suo predecessore. Interpreto l’incarico che andrà a ricoprire al Nord come il segno di una bella Sicilia in grado di affermarsi”.

Non ha nascosto un po’ di rammarico il rettore Salvatore Cuzzocrea, che aveva fortemente voluto Laganga alla direzione generale del Policlinico, superando anche delle difficoltà di natura burocratica. “I fatti – ha affermato – ci consentono di dire che la Sicilia perde il più grande direttore generale che ha nel settore della sanità. Era al suo primo incarico nell’azienda in cui si è formato, ha sopportato enormi pressioni e per questo lo ringrazio. Dal primo momento gli ho chiesto solo una sola cosa: fare diventare il Policlinico un grande ospedale. Lo ha fatto benissimo, con grande fermezza. Nella sua gestione il paziente è stato l’unico, vero punto di riferimento e questo è il più grande merito che ha avuto. Non sarà facile sostituirlo, ma il principio sarà sempre lo stesso: guarderò esclusivamente il curriculum e le competenze dei candidati”.

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