Messina, è sempre Cateno De Luca contro tutti - QdS

Messina, è sempre Cateno De Luca contro tutti

Lina Bruno

Messina, è sempre Cateno De Luca contro tutti

giovedì 28 Gennaio 2021

In ballo ci sono sempre le dimissioni del sindaco, che ha indicato il 5 febbraio come data ultima per ritornare sui propri passi. Nel frattempo, si moltiplicano i botta e risposta con i consiglieri

MESSINA – È scontro tra Cateno De Luca e il Consiglio comunale, mentre mancano pochi giorni prima che la decisione del sindaco di dimettersi diventi irrevocabile.

“Dal 5 febbraio – ha scritto nei giorni scorsi il primo cittadino – non sarò più sindaco. Tornerò sui miei passi se si verificheranno le seguenti condizioni: la b da direttore generale dell’Asp di Messina; rientro della città nei parametri di normalità nazionale della situazione pandemica a seguito dell’entrata in vigore della mia ordinanza di blindatura in casa”.

La fatidica data si avvicina, ma nel frattempo il dg dell’Azienda sanitaria messinese è ancora al suo posto – e secondo il sindaco continuerebbe la sua “mala gestione” – mentre sono emerse nuove denunce e retroscena anche sulla sospensione, decisa da La Paglia, del direttore amministrativo Katia Di Blasi.

De Luca adesso sembra aver spostato il baricentro della sua battaglia dall’Asp al Consiglio, dove è stata presentata una mozione dal consigliere Nello Pergolizzi – firmata anche dai colleghi del Gruppo misto Serena Giannetto, Francesco Cipolla e Salvatore Serra – in cui si chiede al sindaco di “ritirare le dimissioni e continuare il lavoro già intrapreso per l’attuazione del suo programma elettorale”.

Nel documento vengono evidenziate le inefficienze dell’Asp, i disservizi che si sarebbero generati e il malcontento dei cittadini. “Sarà importante – ha detto De Luca nei giorni scorsi – verificare se su 32 consiglieri almeno 17 voteranno per la richiesta di farmi ritirare le dimissioni e nel contempo stare al mio fianco per liberare Messina da questa cappa di malasanità”.

In seguito, in una dichiarazione di ieri, il sindaco ha posto la questione nei termini “o con De Luca o con La Paglia”. In pratica chi non si dovesse schierare al suo fianco in questa battaglia, giusto per semplificare, risponderebbe a logiche politiche di parte e non ai bisogni della città, rendendosi complice della presunta cattiva gestione della pandemia in una provincia in cui i livelli assistenziali sono insufficienti.

I consiglieri però non ci stanno e hanno manifestato tutta la loro perplessità davanti a questo teorema e agli insulti (“asini volanti”) che il sindaco ha lanciato ancora via social dopo il primo nulla di fatto in Aula sulla delibera – approvata poi martedì – che ha assegnato nuovi servizi all’Amam per una spesa di circa due milioni di euro l’anno e su cui i Revisori dei conti avevano ravvisato un rischio per “l’equilibrio di Bilancio”.

“Abbiamo smascherato facilmente la strategia del sindaco – hanno detto Giandomenico La Fauci e Francesco Pagano di Ora Messina – non siamo noi a dover decidere delle sue dimissioni, perché non siamo noi ad aver chiesto a De Luca di inscenare questo nuovo spettacolino. Si prenda le sue responsabilità e si dimetta assumendosi il peso di una scelta simile. Non abbiamo nessuna paura di andare a votare”.

“Se invece – hanno aggiunto – come pensiamo si è già pentito di questa mossa, abbia l’umiltà di ritirare le dimissioni. La questione del contratto Amam è delicata. Tutti vorremmo la pulizia di tombini e caditoie è scontato, ma non era possibile votare automaticamente visto che i Revisori dei conti avevano acceso l’attenzione con una pagina e mezza di considerazioni che andavano valutate e studiate”. Sulla stessa linea i consiglieri Pd, M5s, e Sicilia Futura.

De Luca ha anche attaccato il presidente del Consiglio Claudio Cardine, reo secondo il sindaco di non avere ancora posto all’attenzione dell’Aula la relazione sul secondo anno di mandato, consegnata ai primi di agosto. Ci sarebbero stati ritardi da parte della Presidenza anche nella calendarizzazione della proposta di Bilancio di previsione 2021-2023, su cui ieri si è discusso in Commissione, da cui dipendono i ristori per imprese e famiglie.

“La proposta – ha detto Cardile – è stata notificata alla Presidenza solo la scorsa settimana ed era carente dal Piano triennale delle opere pubbliche, che è stato poi chiarito non era necessario adottare prima del Bilancio. È iniziata la discussione sul Previsionale nella Commissione competente ed è evidente dunque che non vi è alcuna intenzione di rallentare sulla trattazione del Bilancio”.

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