Salvatore lascia affranti la moglie, i due figli, quattro nipoti e una traccia significativa di un uomo con grandi valori
Ha perso la vita ieri in un cantiere di via Giorgio Rizzo a Milazzo, l’operaio Salvatore Maria Pipitò, 71 anni, di Fondachelli Fantina. Un’età in cui doveva godersi la famiglia e la pensione. È volato giù dalle scale, cadendo da un’altezza di 10 metri con un impatto violentissimo al suolo, mentre lavorava nella ristrutturazione dello stabile, ora sotto sequestro dei locali Carabinieri, che indagano sulla sicurezza del cantiere della ditta del figlio.
Salvatore lascia affranti la moglie, i due figli, quattro nipoti e una traccia significativa di un uomo con grandi valori. Viveva nella casa da lui costruita nella frazione Chiesa a Fondachelli Fantina, dove l’amministrazione comunale si è stretta ai familiari “per la grave ed improvvisa perdita del nostro concittadino”.
Milazzo, la protesta di Uil e Cgil: “Adesso basta”
Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, e Pasquale De Vardo, segretario generale Feneal Uil Tirrenica, hanno manifestato il loro dissenso per l’ennesima morte bianca in Sicilia: “A poche ore dalla conclusione dello sciopero generale di Uil e Cgil, che ha posto con forza il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, anche a seguito della strage avvenuta nella centrale di Suviana, dobbiamo nuovamente listare a lutto le nostre bandiere poiché a Milazzo è morto sul lavoro un operaio di 71 anni caduto dall’altezza di oltre 10 metri”.
I due segretari inoltre hanno fatto leva sul silenzio delle istituzioni di fronte a tragedie che si susseguono ormai con una continuità sempre più preoccupante: “L’indecente mattanza prosegue senza sosta nell’assordante silenzio delle Istituzioni. È inaccettabile continuare ad assistere a questa tragica contabilità che, lo ricordiamo, nel 2023 ha registrato, nel nostro Paese, 1.041 morti sul lavoro. Lo urliamo a squarciagola: adesso basta!! Il governo nazionale non può fare finta di niente ed è necessario approvare nuove norme stringenti e chiare che mettano fine a questa strage senza fine. In primis, si deve inserire nel codice penale il reato di omicidio sul lavoro, una misura indispensabile da attuare in un quadro di controlli a tappeto che si potranno realizzare attraverso l’assunzione di un numero consistente di nuovi ispettori del lavoro”.
Milazzo, “un lavoratore a 71 anni deve godersi la pensione”
Secondo i segretari “le associazioni datoriali non possono tacere e devono dire da che parte stanno. In questo momento di estremo dolore ci stringiamo alla famiglia dell’operaio morto a Milazzo: un lavoratore che a 71 anni, età giusta per godersi una meritata e sudata pensione, era ancora in attività in un cantiere edile”.
Anche la Cisl di Messina e la Filca Cisl, con i segretari generali Antonino Alibrandi e Nino Botta, esprime vicinanza alla famiglia del 71enne morto nel pomeriggio a Milazzo a causa di una caduta da una impalcatura. “È già una tragedia la morte di un lavoratore – sostengono Alibrandi e Botta – ma lo diventa di più quando a perdere la vita è un uomo di 71 anni che a quell’età è costretto a salire ancora su una impalcatura di un cantiere. È un tema, questo, che deve essere affrontato a 360 gradi perchè è l’ennesimo lavoratore che perde la vita in un cantiere privato”.
La Cisl e la Filca chiedono che vengano rafforzati ancora di più i controlli in questo settore, anche attraverso l’utilizzo degli agenti della polizia locale dei comuni. “Porteremo – concludono – questa ennesima disgrazia sul lavoro a Roma, alla manifestazione nazionale sulla sicurezza dei delegati della Cisl, che si terrà sabato prossimo per dare una concreta testimonianza di cosa accade ancora oggi nel mondo del lavoro”.
Associazione “Milazzo per Sud chiama Nord”: “Controlli carenti o inesistenti”
È intervenuto anche il direttivo dell’Associazione “Milazzo per Sud chiama Nord”: “L’ennesima morte assurda e che doveva e poteva essere evitata. In un Paese normale a 75 anni si dovrebbe già essere in pensione o dispensati da attività pericolose ed usuranti. È di questi giorni il gravissimo incidente della Centrale idroelettrica di Suviana, una strage tremenda che ripropone il tema del rispetto della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, il rispetto dei contratti nazionali e dei subappalti senza regole -si legge in una nota- . Ci sono controlli carenti o inesistenti da parte degli organismi competenti e ci sono logiche di profitto irrispettose della vita e tutela dei lavoratori anche nel nostro territorio. Nell’esprimere il cordoglio e le condoglianze alla famiglia del lavoratore, chiediamo con forza alle Istituzioni locali (Regione, Comune, Prefettura) e alle Organizzazioni Sindacali e datoriali di attivarsi concretamente per l’apertura di un tavolo di confronto che porti alla sottoscrizione di un nuovo protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.
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