Nubi sopra il Teatro Bellini, la colletta non basta - QdS

Nubi sopra il Teatro Bellini, la colletta non basta

Melania Tanteri

Nubi sopra il Teatro Bellini, la colletta non basta

venerdì 15 Novembre 2019

Annunciati fondi da Regione, Comune ed ex Provincia, ma serve un intervento strutturale

CATANIA – Piccoli, timidi, spiragli per il teatro Vincenzo Bellini di Catania. Lo spettro della chiusura non è ancora scongiurato, all’appello mancano ancora fondi necessari per la programmazione, ma qualcosa sembra muoversi. Grazie anche alla mobilitazione non solo di lavoratori e sindacati, ma anche degli esponenti del senato cittadino.

I primi, nello specifico Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Snalv, Usb, Libersind e Fials, martedì scorso hanno organizzato una grande manifestazione, “la marcia per il Bellini”, poi spostata al Teatro Sangiorgi per via delle cattive condizioni meteo, per sostenere la causa della necessità di mantenere aperto e attivo il teatro. Un evento molto partecipato che ha visto la presenza di importanti esponenti del mondo dello spettacolo e di alcune scolaresche.

I secondi, invece, su richiesta di Sebi Anastasi, capogruppo di Grande Catania, poi sottoscritta da tutta l’aula, hanno chiesto e ottenuto la convocazione di una seduta straordinaria di Consiglio, che si svolgerà stasera proprio all’interno del foyer dell’istituzione culturale. Un segnale, dato che poco o nulla può fare il senato cittadino per sostenere finanziariamente il Bellini.

Intanto però sembra che sia la Regione Sicilia che il Comune abbiano confermato alcuni fondi che dovrebbero permettere la prosecuzione delle attività per il 2020. Da Palermo sono stati promessi 13 milioni e 400 mila euro annui, mentre Palazzo degli Elefanti contribuirà con parte della tassa di soggiorno – operazione che in un primo momento sembrava non percorribile, data la natura della tassa di scopo – circa 50 mila euro. Un sostanzioso contributo dovrebbe essere assicurato poi anche dalla Città metropolitana di Catania che dovrebbe stanziare circa 350 mila euro. Ossigeno per l’ente lirico, da anni in crisi di liquidità, anche se il timore di molti è che, non essendo un intervento strutturale e profondo, quanto stabilito possa dare fiato al teatro solo per qualche tempo. Come sottolinea uno dei coristi. “Aspettiamo ancora l’approvazione del collegato che darebbe al nostro teatro la possibilità di presentare la stagione 2020 – afferma Massimo Ruta, rappresentante sindacale dell’Ugl – già tutto pronto e con un cartellone ricco di appuntamenti”.

Una proposta in merito arriva dal Comitato Rodotà Beni Comuni e Pubblici, che propone l’apertura al pubblico e un disegno di legge per scongiurare le continue crisi economiche. “Il disegno di legge di iniziativa popolare del Comitato Rodotà Beni Comuni e Pubblici, studiato nel mondo – si legge in una nota stampa – implica un ordinamento tassonomico nel quale beni culturali come il nostro teatro lirico devono poter essere fruiti come beni funzionali all’esercizio di diritti fondamentali della persona e nell’interesse delle generazioni future, con un approccio a lungo termine. Questo progetto di legge, da inserire nel calendario dei lavori del Parlamento nazionale, essendo stato già raccolto il numero di firme richiesto dalla legge, va supportato da chi vuole uscire dalla logica dell’emergenza nella gestione dei Beni Comuni e Pubblici”.

Intanto si moltiplicano i messaggi di solidarietà al teatro e alle sue maestranze: cantanti, attori ed esponenti del mondo dello spettacolo continuano a inviare messaggi di sostegno e vicinanza ai lavoratori: da Alessandro Gassman a Gabriele Lavia, dai Flauti di Toscanini al musicista Alessandro Quarta, ma anche da alfieri di battaglie civili, come Giovanni Impastato. “Il teatro è faro di cultura delle città – sottolineano – e non può essere spento”.

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