Una Pasqua per riflettere sulla pace e sulla dignità calpestata dei poveri - QdS

Una Pasqua per riflettere sulla pace e sulla dignità calpestata dei poveri

Don Piero Galvano

Una Pasqua per riflettere sulla pace e sulla dignità calpestata dei poveri

sabato 16 Aprile 2022

Dobbiamo confidare e porre la nostra speranza nel Signore Gesù, non nel potere e nei soldi

Quest’anno celebreremo la Santa Pasqua non solo ancora in “compagnia” del coronavirus, ma anche in un contesto più grave che è la guerra in Ucraina, dentro l’Europa: viviamo, giorno dopo giorno, con l’ansia e la paura nel cuore perché nessuno sa con precisione come andrà a finire e le previsioni non lasciano ben sperare. Tutti, giustamente, siamo diventati accoglienti e ospitali nei confronti degli Ucraini, ma non possiamo dimenticare le migliaia di persone che sono morte in mare, provenienti dall’Africa o da altre zone, rifiutate proprio da quell’Europa che oggi accoglie e che purtroppo discrimina.

Chi ci libererà dalle guerre, dalle ingiustizie, dalla corruzione, dalle varie forme di discriminazione sociale? Per sconfiggere questi “mali” dobbiamo confidare e porre la nostra speranza nel Signore Gesù, non nel potere e nei soldi.

Catania, come tutte le Metropoli d’Italia, vorrebbe una “Città Pulita”, senza poveri che creino problemi, per il suo “decoro”. Vorrei ricordare a tutti che Gesù è nato in una stalla ed è morto in croce come un povero malfattore, senza alcun decoro: è Lui che dà “decoro” a ciascuno di noi, perché è venuto a portare la pace e la fratellanza umana.

La politica, nel suo impegno quotidiano, dovrebbe tutelare i diritti fondamentali delle persone, dovrebbe essere a servizio del bene comune, della dignità di ogni uomo e di ogni donna, difendendo soprattutto i poveri, gli ultimi, coloro che non hanno “voce politica”; al contrario, l’emarginazione dei poveri è la sconfitta della politica e dell’umanità.

Né la pandemia, né la guerra in Ucraina sono riusciti a cambiare il cuore delle persone: stiamo dimenticando tutta la sofferenza ed i morti vittime del Covid e della guerra. Come la sofferenza del popolo ucraino, in questi giorni, attraverso i mass media, è giunta fino a noi sollecitandoci ad aprire le porte dell’accoglienza e ad escogitare anche piani di intervento straordinari (ed è giusto che sia così!), allo stesso modo non possiamo chiudere il cuore ai poveri della nostra Città, che interpellano i nostri amministratori comunali e la sensibilità dei concittadini con altrettanta urgenza e sofferenza, affinché si trovi una dignitosa soluzione, un’umana convivenza, rispettosa delle loro esigenze, secondo la logica dell’inclusione sociale.

Come Cristo è morto ed è stato risuscitato dai morti, anche noi tutti siamo calorosamente invitati a fare la nostra Pasqua, il nostro “passaggio” dall’odio all’amore, dall’egoismo all’altruismo, dalla corruzione all’onestà, dalla discriminazione alla fraternità, dall’indifferenza ai segni concreti di aiuto al prossimo, dalla vendetta al perdono, dalla guerra alla pace ecc. Buona Pasqua a tutti.

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