Il Consiglio comunale vota per alzare l’aliquota allo 0,8 per mille
PATERNò – È stato il cavallo di battaglia prima e durante la campagna elettorale del sindaco paternese Nino Naso: stiamo parlando dell’addizionale Irpef. L’attuale primo cittadino, durante la precedente amministrazione guidata da Mauro Mangano, si è battuto più e più volte per cercare di abbassare l’aliquota, ma adesso lo scenario è completamente differente. Infatti, nella serata di mercoledì, il Consiglio comunale ha votato la delibera che ha portato l’aumento dallo 0,5 allo 0,8 per mille. Dunque, la riduzione che era stata approvata nei mesi scorsi non avrà effetto sui cittadini.
Inizialmente, la seduta di approvazione dell’addizionale era prevista per martedì pomeriggio, ma dopo il rinvio lo scontro tra maggioranza e minoranza è avvenuto dopo 24 ore in clima letteralmente infuocato a Palazzo Alessi. I consiglieri della Giunta Naso (quest’ultimo assente in assise civica) hanno motivato la scelta dell’aumento dell’aliquota per riequilibrio del bilancio di previsione del 2019 che è stato approvato nelle scorse settimane. Inoltre, le risorse derivante dalla tassa, secondo quanto dichiarato dal vice sindaco ed assessore Ezio Mannino, serviranno per esternalizzare il servizio di riscossione tributi nei confronti degli evasori.
Inferociti i consiglieri di minoranza presenti in aula (Ardizzone, Gresta, Flammia, Virgillito, Distefano e Lo Presti) i quali si sono scagliati contro l’amministrazione, accusandola di usare le tasche dei cittadini e di vanificare l’abbassamento dell’aliquota arrivata grazie proprio al lavoro dell’opposizione nei mesi scorsi.
Durissimo il comunicato pubblicato del gruppo consiliare “Diventerà Bellissima” che vede in consiglio la presenza di Anthony Distefano e Giuseppe Lo Presti: “La disamministrazione comunale e la coalizione che la sorregge hanno scritto ieri una pagina nerissima per le sorti della nostra città. I cittadini tornano ad essere il bancomat dei nostri disamministratori vanificando l’abbassamento dell’aliquota che l’opposizione aveva ottenuto in consiglio nemmeno quattro mesi fa. Un aumento dell’Irpef che, perdipiù, non serve a migliorare le condizioni della città di Paternò: serve bensì a pagare debiti che si continuano, giorno dopo giorno, ad accumulare. Tutto camuffato sotto la voce ‘equilibri di Bilancio’ giunti in consiglio appena qualche giorno dopo l’approvazione di un Previsionale che aveva ricevuto addirittura tutti i pareri contabili positivi”!
“Da due anni, – si legge nel comunicato – ed anche a marzo scorso quando in consiglio riuscimmo ad abbassare l’aliquota allo 0.5%, chiediamo di mettere in pratica una serie di interventi necessari a far sì che le casse comunali possano tornare a rigenerarsi. è da due anni che chiediamo chiarezza sul reale stato dei conti. Non serve più mettere pezze ai buchi. è da irresponsabili continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto: la Corte dei Conti ci ha intimati, a più riprese, ad avviare una programmazione seria e definitiva. Il castello di carte sta per crollare. E sarà a quel punto che comprenderemo quanto grande sarà stato il danno causato alla città”.
Non ha usato toni più morbidi, il Movimento 5 stelle, altro gruppo che sta all’opposizione: “Se fossimo stati – spiega la nota pubblicata – al governo di questa città, non ci saremmo mai permessi di ‘mettere le mani’ nelle tasche dei Cittadini – dichiara Marco Gresta, uno dei tre consiglieri comunali – anzi, dal giorno dopo della riduzione decisa in Consiglio comunale su nostra iniziativa, ci saremmo adoperati per reperire le somme in altro modo, agendo sui tanti sprechi che caratterizzano il nostro Comune”.