Pensioni, aumenti a partire dal 2026: possibili fasce e rivalutazione

Pensioni, aumenti a partire dal 2026: ecco le possibili fasce e la rivalutazione

Pensioni, aumenti a partire dal 2026: ecco le possibili fasce e la rivalutazione

Marco Cavallaro  |
lunedì 14 Aprile 2025

Le prime proiezioni andrebbero ad incidere negativamente invece sugli importi dei nuovi pensionati, il biennio 2025-2026

A partire dal prossimo gennaio 2026, arriveranno degli aumenti per quanto riguarda le pensioni. Gli importi degli assegni torneranno a crescere dunque, anche se il guadagno sarà comunque abbastanza ridotto.

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Questo quanto si evince dalle prime stime contenute all’interno del Documento di economia e finanza (Def) del 2025, che indicano come la rivalutazione a partire dal prossimo 2026 sarà allo 0,8%. Dopo una fase di rallentamento a causa dell’inflazione dunque, una nuova piccola crescita dalla Banca Centrale UE.

Pensioni, crescita dal 2026. Tornano le tre fasce di valutazione

Ma di quanto aumenteranno le pensioni nel 2026? Intanto, bisogna premettere che cambierà il sistema e si tornerà a quello originario di rivalutazione. Questo, previsto dalla legge n.448 del 1998, è articolato in tre fasce che indicano l’indicizzazione:

  • Un 100% della rivalutazione per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo INPS;
  • Un 90% per la parte compresa tra quattro e cinque volte il minimo;
  • Solo un 75% per la parte eccedente cinque volte il minimo.

Dopo il trattamento minimo corrisposto nel 2024 che era stato fissato a 598,61 euro, le soglie da mettere nel mirino sono:

  • Fino a 2.394,44 euro. L’aumento pieno dello 0,8%;
  • Da 2.394,45 a 2.993,05 euro. Una rivalutazione ritenuta appena parziale al 90%;
  • Oltre 2.993,05 euro. In questo caso solo il 75% della rivalutazione.

Gli aumenti anche su pensioni minime e assegni assistenziali

L’aumento – in programma a partire dal 2026 – porterà una crescita anche sulle pensioni minime, oltre che su assegni assistenziali. Nel dettaglio, possiamo parlare di queste cifre:

  • Pensione minima. L’aumento trasformerà l’importo da 598,61 a 604,60 euro mensili;
  • Assegno sociale. Gli attuali 534,41 diventeranno 539,75 euro;
  • Pensione di invalidità civile. Il passaggio da 333,33 a 336,66 euro.

In tutto ciò, in fase di discussione un eventuale nuovo incremento straordinario delle pensioni minime che, fosse concretizzato, potrebbero crescere e salire fino ai 617,90 euro (2.2% in più). In una seconda ipotesi, sempre da rendere concreta, una crescita addirittura a 620 euro con l’incremento di 2.7%.

Un dato che penalizzerà i nuovi pensionati

Nel nuovo aumento in arrivo emerso dalle proiezioni iniziali del Documento di economia e finanza, c’è anche quella che riguarda chi andrà in pensione nel biennio 2025-2026. In questa tipologia di pensionati, i nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo comporteranno una penalizzazione in una forma contenuta. Mediamente, parliamo di circa 460 euro di differenza annui, ma tutto è ancora in fase di valutazione.

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