Plastica assassina, "specie da pesca in diminuzione ma l'ecosistema siciliano resiste" - QdS

Plastica assassina, “specie da pesca in diminuzione ma l’ecosistema siciliano resiste”

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Plastica assassina, “specie da pesca in diminuzione ma l’ecosistema siciliano resiste”

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sabato 28 Maggio 2022

Il parere del biologo marino Francesco Tiralongo sul depauperamento delle nostre coste. Allarme per la riduzione dei ricci "ma per fortuna nessuna specie si è estinta"

Il parere del biologo marino Francesco Tiralongo sul depauperamento delle nostre coste. Allarme per la riduzione dei ricci “ma per fortuna nessuna specie si è estinta”.

Professore, lei un anno fa ha lanciato l’allarme sul depauperamento della fauna marina in alcuni tratti delle coste siciliane, riferendosi in particolare ai ricci marini. Qual è la situazione attuale e si registra un miglioramento?

“In pratica non abbiamo avuto miglioramenti perché al momento non è stato ancora assunto nessun provvedimento particolare per tutelare la fauna marina – risponde il docente di scienze biologiche dell’Università di Catania -. Una specie in forte regressione, anche se siamo adesso nel periodo di fermo biologico, resta quella del riccio di mare. Purtroppo a causa della commestibilità delle sue gonadi viene pescato senza sosta”.

Cosa si può fare per salvare queste specie?

“Il problema a livello di gestione sarebbe non solo imporre i fermi biologici, ma anche fare rispettare le leggi perché in teoria gli strumenti legali per controllare la pesca indiscriminata esistono, ma andrebbero messi in atto con maggiore incisività. Noi capiamo anche le difficoltà della Guardia costiera a poter controllare anche questa attività perché spesso è impegnata in altre attività, compresa quella del salvataggio dei migranti. Ma purtroppo l’assenza di una presenza capillare e sufficiente di vigilanza non garantisce a sufficienza il controllo delle aree dove la pesca, ad esempio, dei ricci viene effettuata anche durante i fermi biologici”.

Ci sono alcune zone in cui il depauperamento della fauna marina è più diffuso?

“Le aree limitrofe alle grandi città soffrono, come quella di Catania. Ma la diminuzione della presenza di alcune specie si registra anche in altre zone, come nel Siracusano, ma devo aggiungere che nessuna specie marina del Mediterraneo ad oggi si è estinta e questa è una buona notizia. Al massimo abbiamo notato la non presenza di qualche specie, ma solo in aree delimitate e soltanto per un certo periodo. Ad esempio in passato si era parlato del tonno rosso a rischio estinzione. Oggi invece, il nostro Mediterraneo è ricco di tonno rosso anche di taglie grandi. Altre specie sovrasfruttate, come il nasello mediterraneo, stanno subendo lo sfruttamento medio intensivo. È sicuramente la popolazione di pesci cartilaginei come squali, razze, che avendo una biologia riproduttiva particolare, sono più vulnerabili e in alcune zone la loro popolazione si è ridotta del 95%”.

E i delfini?

“La specie tursiopede è presente in gran numero nei nostri mari”.

Allora possiamo dire che l’ecosistema dei mari continua a resistere nonostante il perdurare delle aggressioni dell’uomo?

“Il trend generico vede un mantenimento dell’ecosistema marino. Va detto, però, che tutte le tipologie di pesca sono in decremento e si pesca di meno. Servirebbero, per invertire la rotta, maggiori interventi con fermi biologici più duraturi e istituzioni di maggiori aree marine protette che abbiano una superficie sufficientemente elevata”.

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