Il ponte vogliono realizzarlo “solo per mangiarsi un altro po’ di soldi. Dopo aver speso milioni di euro in incarichi e consulenze, ci diranno che il ponte non si può fare e oltre al danno subiremo anche la beffa della penale”. Comincia così l’intervento di Cateno De Luca, leader del movimento “Sud chiama Nord” che giovedì sera a Capo Peloro ha incontrato alcune centinaia di messinesi contrari alla realizzazione della mega opera. A essere preso di mira nelle parole del deputato ed ex sindaco di Messina, è il ministro Salvini, “fino al 2017 contro il ponte”, spiega De Luca.
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Quella di Capo Peloro è l’ennesima manifestazione che si registra in città dopo quelle dello scorso fine settimana nella zona di Contesse e a partire dal 17 marzo scorso, quando è stato pubblicato il progetto definitivo del ponte. A insorgere sono stati i comitati no ponte, che con la pubblicazione di una serie di documenti redatti da esperti provenienti da diverse università italiane, continuano a spiegare le ragioni del no a un progetto che rischia di rendere Messina un cantiere a cielo aperto per almeno un decennio.
In questo caso, la manifestazione è stata fortemente voluta non solo da De Luca ma anche dall’amministrazione Basile, che ha fatto un passo indietro lo scorso 16 aprile, facendo venire meno il proprio appoggio per la realizzazione del ponte all’atto della prima Conferenza dei servizi a Roma.
“Il divario territoriale che abbiamo in Italia non esiste in nessuno stato d’Europa. Sulla base di popolazione, PIL e disoccupazione l’Italia ottiene più del 60% delle risorse dell’Unione Europea e quando i soldi sono arrivati – spiega De Luca – anziché il 75 è stato dato il 40% delle somme dedicate al meridione. Quest’operazione ha fatto saltare tante operazioni in varie città siciliane. Pure i cretini sanno che un’opera decennale come il ponte avrà quattro o cinque variazioni di prezzi – ha aggiunto De Luca – ma il governo fa una stima e autorizza lo scippo”.
Il clima è quello da campagna elettorale. A pesare sul piatto ci sono le prossime elezioni Europee che potrebbero consentire a De Luca di piazzare degli esponenti di Sud chiama Nord anche a Bruxelles. In più, “lo scippo” al quale fa riferimento, quello dei Fondi di coesione sottratti a Sicilia e Calabria e inseriti nel computo degli oltre 14 miliardi di euro necessari per ultimare il progetto.
“Il presidente della regione Siciliana Renato Schifani scrive a Salvini e gli consegna un miliardo e due dei fondi di coesione e tutti gli extra regionali. Sono soldi che servono alla Sicilia per fare strade, scuole, infrastrutture per l’approvvigionamento idrico, per cercare di alzare il livello di vivibilità. Il fondo sviluppo e coesione per la Sicilia ammontava a sei miliardi e otto divisi per anni ma se sono stati già presi due miliardi significa che la liquidità dei prossimi due anni circa finisce”, ha aggiunto il primo cittadino di Taormina.
Per concentrarsi poi sul tema degli espropri redatto dalla Stretto di Messina Spa e sui quali è concorde anche il sindaco Basile: “Quanto vale lasciare una casa in cui sei cresciuto, in cui hai creato la tua storia? Se fossi il soggetto responsabile -spiega- studierei la cartografia e poi cercherei di spostare gli espropriandi il più vicino possibile”. In più, “manca uno studio sull’impatto ambientale sull’area destinata ai lavori”.
Molto apprezzato l’intervento del sindaco Basile, per il quale “non si può pensare di prendere un documento di 10 anni fa, aggiornarlo, e dire che quello è il progetto del ponte. Il ponte può avere senso se parla con il territorio, ma quello che ci hanno presentato non lo fa, e può esserci solo dopo la normalizzazione della città. Prima facciamo le opere preliminari per capire se sta in piedi, e non sulla carta o nelle gallerie del vento. Non è possibile che per esigenze politiche o personali si possa ragionare sulle nostre teste”.
Chi continua a tirare dritto per la sua strada è invece Nino Germanà, senatore della Lega e anche lui candidato alle prossime elezioni Europee: “La differenza tra De Luca e Salvini è che Salvini sta onorando quanto ha inserito nel suo programma elettorale. A Capo Peloro si è consumato il tradimento elettorale di De Luca-Basile nei confronti dei messinesi”.
Il riferimento del vicecapogruppo della Lega a palazzo Madama riguarda il programma che era stato presentato dal gruppo politico di “Sud chiama Nord” nel quale rientrava anche il sì al progetto del ponte. A pesare nel passo indietro di Basile e De Luca, però, ha influito in modo determinante l’impatto che il piano espropri avrebbe sulla città. Tutto in attesa della scadenza dei trenta giorni di tempo concessi alla società presieduta da Pietro Ciucci per fornire i chiarimenti documentali richiesti dalle Commissioni Via – Vas del Ministero dell’Ambiente. Alla scadenza, l’ulteriore valutazione della Commissione che sarà determinante per valutare l’impatto ambientale che potrebbe avere il ponte sullo Stretto.