Balestrate, al via la “fase 2” per l’ampliamento del porto - QdS

Balestrate, al via la “fase 2” per l’ampliamento del porto

Vincenza Grimaudo

Balestrate, al via la “fase 2” per l’ampliamento del porto

martedì 19 Aprile 2022


Il nuovo step prevede la realizzazione di circa 600 posti barca, negozi e ristoranti, oltre a tutta una serie di servizi accessori. In programma anche l’assunzione di nuovi ormeggiatori

Inizia la “fase 2” per il porto di Balestrate. Sarebbe quella che porterebbe alla realizzazione di tutte le infrastrutture come da progetto originario della società di gestione della “Marinedi”, quindi con all’incirca 600 posti barca, i negozi e i ristoranti, oltre che una serie di servizi per chi attracca con il proprio natante. Anche se ancora siamo agli albori, comunque se ne sta cominciando a parlare e ci sono anche i primi impegni sul piano formale per l’avvio tecnico dell’iter burocratico.

In questi giorni si è tenuto un vertice con gli uffici dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente, l’ufficio del dissesto idrogeologico, l’assessorato regionale alle Infrastrutture, il Comune di Balestrate e la società Marina di Balestrate, gestore del porto.

“Obiettivo dell’incontro – ha detto il vicesindaco Claudio Chimenti – è stato fare il punto della situazione al fine di raggiungere la piena funzionalità e capacità della struttura gestita dalla Marinedi. Sono stati esaminati i documenti già presentati dalla società per la cosiddetta ‘fase 2’ e sono stati affrontati i temi inerenti al consolidamento del costone e del dragaggio del porto stesso. L’assessorato ha dato assicurazione che avrebbe iniziato subito l’iter per la conferenza di servizi al fine di giungere alla completa concessione della struttura”.

“L’attuazione della ‘fase 2’ – aggiunge il sindaco Vito Rizzo – è di fondamentale importanza per la crescita dell’economia legata all’infrastruttura portuale e per tutto il territorio. In seguito all’autorizzazione regionale sarà possibile avere 584 posti barca, attività commerciali quali punto ristoro e vendita alimentari, oltre agli uffici della capitaneria di porto”.

Il porto balestratese entrò in funzione nel 2016, inizialmente con un solo pontile e quindi a regime ridotto anche per via del poco tempo che quell’anno ebbe a disposizione per programmare dal momento che la Regione solo pochi mesi prima dell’estate consegnò l’area alla società Marina di Balestrate srl. Mano a mano si sono completate i primi massicci investimenti per far diventare quest’opera pubblica un riferimento per il turismo da diporto nel Golfo di Castellammare. Un secondo pontile da 106 metri venne installato l’anno successivo, e poi ancora un terzo poco dopo che ha permesso di poter ospitare all’incirca gli attuali 250 posti barca.

Per quanto concerne i servizi accessori sino ad oggi ci sono solo quelli di base: bagno chimico, wi-fi, front desk, guardiania 24 ore su 24 e cantiere nautico con scivolo. Al momento 7 i posti di lavoro a tempo indeterminato creati a cui si aggiunge mano d’opera interinale per il cantiere nautico.

Con il II stralcio dei lavori, quindi la cosiddetta “fase 2”, si procederà al dragaggio dei fondali, cosa che permetterà di ospitare navi di grandissime dimensioni, e alla realizzazione delle postazioni di rifornimento carburanti. In previsione l’installazione di altri 6 pontili, per arrivare a regime con i 600 posti barca previsti, e la realizzazione di punti di ristoro, attività commerciali e docce.

A lavori completati si prevedono anche altre due assunzioni per il ruolo di ormeggiatori. Parliamo di un’opera faraonica costata una trentina di milioni di euro di fondi stanziati dall’Unione europea per il tramite della Regione Sicilia. Per arrivare alla sua apertura ci sono stati una serie di ricorsi e conflitti per la sua assegnazione e puntuale è arrivata anche un’indagine che avrebbe fatto emergere l’interesse della mafia con utilizzo di cemento depotenziato.

Nonostante il lunghissimo calvario si è arrivati alla firma della gestione. Attorno a questa infrastruttura da sempre il territorio sogna di potere fare il salto di qualità definitivo e trasformarsi in paese davvero a prevalente economia turistica. Secondo le prime stime fatte da alcune società competenti in materia il giro d’affari, con l’attivazione a pieno regime del porto (quindi con tutti i posti barca e servizi disponibili), sarà all’incirca di 10 milioni di euro l’anno.

Si parla di almeno una settantina di nuovi occupati che potranno essere creati, tra diretti e indiretti, nel momento in cui il porto sarà reso del tutto fruibile, quindi a regime con il pieno funzionamento dei 600 posti per diportisti e gli altri 90 adibiti esclusivamente per la pesca professionale. Già sotto questo aspetto c’è un’intesa raggiunta tra il sindaco e la “Marina” per l’utilizzo di manodopera locale.

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