Alle società che gestiscono i dissalatori anche affidamenti diretti per la manutenzione degli impianti in funzione.
La notizia era nell’aria, ma adesso c’è la conferma. La Regione ha deciso di prorogare fino al 31 dicembre 2025 i contratti con le società che gestiscono i dissalatori nelle isole minori della Sicilia.
All’origine del provvedimento, che era stato anticipato dal Quotidiano di Sicilia nei mesi scorsi, ci sono i tempi necessari a espletare la gara d’appalto da cui dovranno venire fuori i nomi delle imprese a cui verrà affidata la conduzione degli impianti che consentono ai residenti e ai turisti che visitano Lampedusa, Linosa, Pantelleria, Lipari e Ustica di avere acqua potabile.
I contratti, le cui integrazioni complessivamente valgono quasi nove milioni di euro, sono saranno firmate dai raggruppamenti d’imprese guidati da Sopes e Sofip. Le due società, che dal 2014 hanno in mano i dissalatori, negli ultimi mesi hanno anche ricevuto affidamenti diretti per interventi di manutenzione straordinaria. Alla base di ogni provvedimento c’è lo stesso assunto: è necessario intervenire tempestivamente per scongiurare che le case rimangano senza acqua.
Dissalatori isole minori, proroga per le società che li gestiscono
“La mancata e immediata esecuzione della prestazione aggiuntiva determinerebbe un grave danno dell’interesse pubblico destinato a garantire la fornitura idrica sulle isole e scongiurare eventuali problematiche igienico sanitarie”. La premessa è inserita nel decreto del Dipartimento regionale all’Energia con cui è stato dato mandato di firmare le integrazioni al contratto che rinvieranno alla fine del prossimo anno la conclusione dei rapporti tra la Regione e le società affidatarie che un decennio fa si aggiudicarono le gare.
Nello specifico si tratta di un aumentare l’importo del contratto per i dissalatori di Lampedusa e Linosa di 2.477.383 euro, di cui poco meno di due milioni per le esigenze della più grande delle isole Pelagie. Nel caso dell’impianto di Pantelleria, la proroga vale 2.657.897 euro, di poco superiore alla spesa che verrà fatta per Lipari, dove da qui fino alla fine del prossimo anno verranno spesi 2.530.394 euro. Il contratto per il dissalatore di Ustica, infine, vale 1.194.401 euro.
A queste somme, che verranno finanziate dalla Regione, va aggiunta la quota a carico dei singoli Comuni, che, come da contratto vigente, è pari a poco meno di 70 centesimi a metro cubo.
Cosa succederà adesso
Nel decreto viene specificato che la proroga resterà in vigore “sino all’avvenuta stipula dei nuovo contratti per i servizi di dissalazione e comunque entro e non oltre il termine del 31 dicembre”. Sulla carta ciò significa che se la Regione riuscisse a espletare la gara in tempi rapidi, sia Sopes che Sofip verrebbero sollevate dall’incarico di continuare a gestire gli impanti. Tuttavia, è difficile fare previsioni attendibili sui tempi che sarà necessario attendere prima di arrivare alle aggiudicazioni.
A settembre dalla Regione era arrivata l’indicazione, dal sapore di auspicio, secondo cui il bando di gara sarebbe potuto essere pronto entro la fine del 2024. Poi chiaramente partirà l’iter di pubblicazione e di rispetto dei termini per la presentazione delle offerte.
Gli affidamenti diretti
Nell’attesa di lavorare alle procedure per rinnovare le gestioni, gli impianti delle isole minori necessitano di interventi di manutenzione per salvaguardarne il corretto funzionamento. “Il servizio di dissalazione dell’acqua marina costituisce un servizio pubblico essenziale non suscettibile di interruzioni non essendo presenti sulle suddette isole minori fonti di approvvigionamento idrico alternative”, viene ricordato dal Dipartimento.
In quest’ottica dalla Regione è stato dato mandato di eseguire alcuni lavori negli impianti di Ustica, Lipari, Lampedusa e Pantelleria. In tutti i casi si è trattato di affidamenti diretti alle stesse società che gestiscono i dissalatori. Gli interventi disposti riguardano perlopiù la messa in sicurezza delle condotte sottomarine che servono gli impianti. Lavori il cui valore è sempre stato quantificato in cifre di poco inferiori ai 150mila euro. Ovvero la soglia sotto la quale il codice degli appalti consente di affidare i lavori senza passare da procedure di gara.
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