Rifiuti, si mette una "pezza": a Gela autorizzate 950 tonnellate al giorno

Rifiuti, si mette una “pezza”: a Gela autorizzate 950 tonnellate al giorno

Antonino Lo Re

Rifiuti, si mette una “pezza”: a Gela autorizzate 950 tonnellate al giorno

Giuseppe Bonaccorsi  |
giovedì 09 Giugno 2022

Una nuova direttiva conferma che nella discarica pubblica di Gela potranno essere accolte fino a 950 tonnellate di rifiuti al giorno

“Ancora una volta siamo impegnati, in assessorato, per scongiurare che malaburocrazia, casualità, inerzia e calamità, causino l’ennesima crisi dei rifiuti in Sicilia”. Lo ha detto ieri al termine del lungo vertice l’assessore regionale per l’Energia, Daniela Baglieri che ha fatto il punto sull’emergenza che in questi giorni si è verificata in numerose città della Sicilia orientale. Proprio stamane il dirigente generale del dipartimento Acqua e rifiuti dell’assessorato Calogero Foti ha emesso una nuova direttiva con la quale conferma che nella discarica pubblica di Gela potranno essere accolte fino a 950 tonnellate di rifiuti al giorno e non più 450 come era stato disposto in precedenza.

“Spiace che il mio tempo  – aggiunge l’esponente del governo Musumeci – debba essere destinato a ridimensionare problemi risolvibili nel settore dei rifiuti, sebbene qualcuno non mostri alcuna volontà di volerne venire a capo. Proprio per questo, a stretto giro, la Regione adotterà provvedimenti sostitutivi per cercare di risolvere anni di inerzia in merito al sistema dei rifiuti in Sicilia. Si deve comprendere che non è più tempo di incompetenze: dal marzo 2021, giorno del mio insediamento, senza sosta ho cercato di innescare un’inversione di tendenza, mettendo al centro gli interessi della comunità, la salute fisica ed economica dei cittadini. I siciliani non meritano queste emergenze cicliche che si ripetono stranamente a ridosso dell’estate. Emergenze che ci inorridiscono, ma che non ci lasciano sbigottiti”.

Rifiuti, emergenza che parte da lontano

Quello che sta accadendo in buona parte della Sicilia, soprattutto l’area orientale, ma non solo, per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti è il frutto del fallimento dell’intera classe politica che ha governato questi isola negli ultimi 15-20 anni. Da un decennio si sa che le discariche di inerti si stavano esaurendo e che l’unica speranza per non finire col tramutarsi in una immensa pattumiera erano due: o un integrato sistema capillare di raccolta differenziata, con la creazione di impianti per la trasformazione per non andare a incidere sulle discariche, oppure la realizzazione di alcuni termovalorizzatori sui quali oggi punta adesso il governo Musumeci, avversati soprattutto dagli ambientalisti e da una parte della politica che fa riferimento a esponenti del calibro di Claudio Fava, che sostengono che questi impianti  sono il passato oltre ad essere nocivi.

Classe dirigente bocciata

Il risultato dell’inadeguatezza di questa classe dirigente è davanti agli occhi di tutti. Catania da giorni combatte contro un sistema che è andato in tilt, con immensi cumuli di spazzatura, che vengono poi dati alle fiamme dai cittadini ignari così di sprigionare nell’aria pericolosa diossina. Ieri il sindaco facente funzione Roberto Bonaccorsi ha detto che “bisogna a tutti i costi superare l’emergenza e poi capire immediatamente come intervenire”. Ma è chiaro che in questa situazione l’orientamento è quello di trasferire parte di questi rifiuti eccedente fuori dalla Sicilia con un costo enorme a tonnellata che poi si riverserà sulla Tari che pagano per intero i cittadini, anche quel 50% che ancora la paga e che potrebbe non pagarla più contribuendo al disastro.

Da Catania a Siracusa in un unico grido d’allarme

Da Siracusa è scattato l’allarme del sindaco Francesco Italia che ha puntato il dito contro le discariche esauste e l’inadeguatezza di un sistema inadeguato che hanno trasformato l’isola in un immenso immondezzaio. Italia addirittura non sapendo cosa fare ha invitato i suoi concittadini “a non depositare l’indifferenziato per strada…”.

Pronto bando trasferimento dell’indifferenziata fuori l’Isola?

A causare questa ennesima emergenza, che rievoca quella che si verificò oltre dieci anni fa in Campania, col commissariamento della Regione, sono stati in primis i rilievi di inizi giugno sul Piano Rifiuti del  Ministero per la Transizione ecologica, cui alcuni giorni è seguita la  nota della Commissione tecnica regionale per le autorizzazioni ambientali che ha chiesto una diminuzione dei rifiuti da abbancare rispetto a quanto era stato proposto nel provvedimento regionale per quanto riguarda il sito di Gela. Ciliegina sulla torta è arrivato l’incendio doloso alla discarica di Cozzo Vuturo a Enna che ha mandato in tilt un sistema che già si poggiava sul nulla.

Inoltre, sempre la discarica di Gela avrebbe una autorizzazione per un abbancamento di rifiuti non superiore ai 450 mc al giorno. Non va dimenticata la questione della discarica di Sicula trasporti che in via di esaurimento non più abbancare più di 500 tonnellate giornaliere, con la conseguente fila di autocompattatori fermi in attesa di poter scaricare e i rifiuti che in molte aree di Siracusa, Catania e di altri centri rimasi per strada. Appare evidente che se non si trova una via d’uscita temporanea per conferire più rifiuto nei siti la situazione non farà che peggiorare con gravi rischi per la salute pubblica.

Turismo, la spazzatura fa il giro del mondo

Paradossale poi la situazione di Catania dove da tempo si va avanti con emergenze a singhiozzo. Il capoluogo dell’Etna ha poi ancora aperta la cronica vicenda dell’assegnazione del lotto Centro dell’appalto settennale, quello più popoloso, che soltanto da poche settimane è stato assegnato. La nova azienda vincitrice, il consorzio Gema, prenderà però servizio per il porta a porta soltanto dal 21 giugno. La conseguenza è che attualmente la differenziata a Catania non è superiore al 38%, mentre a fine mese,  per rispettare le normative, bisognerebbe essere già al 65%. E’ evidente che per essere  in regola col conferimento bisognerebbe che la Srr riesca ad aumentare  la differenziata del 27%, in meno di 10 giorni, cosa peraltro impossibile.

Così adesso, quando i buoi sono scappati, la Regione cerca a malapena di chiudere le stalle e si accingerebbe – almeno questo sarebbe l’orientamento – ad applicare una sorta di commissariamento delle Srr per preparare un avviso pubblico per il trasporto dei rifiuti fuori dalla Sicilia, dimenticando forse volutamente o chissà, che già la Srr Catania metropolitana aveva pubblicato un bando simile andato deserto. Intanto, si mette una pezza aumentando la capienza della discarica di Gela, ma si capisce ampiamente che questa è soltanto una pezza.

In questa confusione generale nessuno ha ancora parlato di danni enormi al turismo dell’isola, nell’anno del riscatto dopo un biennio di pandemia e con la Regione già piena di visitatori. Così insieme alle nostre bellezze naturalistiche le immagini delle montagne di rifiuti faranno parte del book e stanno già facendo il giro del mondo. Il simbolo dell’inadeguatezza di una classe dirigente in una terra che andrebbe totalmente commissariata, da cima a fondo.

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