Termini Imerese, rilancio tra biomedicale e green. Si punta sulle batterie per auto elettriche? - QdS

Termini Imerese, rilancio tra biomedicale e green. Si punta sulle batterie per auto elettriche?

Termini Imerese, rilancio tra biomedicale e green. Si punta sulle batterie per auto elettriche?

mercoledì 27 Maggio 2020

Il Distretto Meccatronica vuol farne un centro per la produzione di mascherine anti Covid e non solo. La storia del sito industriale da Fiat a Blutec: un calvario dal 2011. Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria e Roberto Mastrosimone, segretario generale di Fiom Sicilia, dicono la loro sul futuro di Termini

CATANIA – Il polo industriale di Termini Imerese (PA), dopo le spiacevoli vicende che hanno coinvolto la Blutec SpA, è in regime di amministrazione straordinaria.
Per la sua rivalutazione, i commissari hanno pubblicato un bando per la manifestazione d’interesse. Il Distretto Meccatronica vorrebbe farne un hub biomedicale, Sicindustria e la Fiom si mostrano molto scettici. Per un progetto valido occorrono idee innovative – possibilmente Green – ma anche molta attenzione affinché non si sperperi ancora denaro pubblico.
“Entro il 29 maggio potranno pervenire in totale trasparenza tutte le richieste, non solo per il polo di Termini Imerese, ma anche per gli altri impianti dislocati su tutto il territorio nazionale e in Brasile. Qualora i richiedenti avessero la necessità di fare un sopralluogo, potranno avanzare la loro richiesta che verrà attentamente valutata al fine di garantire l’accesso all’iniziativa a chiunque lo volesse”, ha chiosato il commissario straordinario Giuseppe Glorioso.

Per i vincitori della gara, al tesoretto di 240 milioni di euro – destinati inderogabilmente al sito – potrebbero aggiungersi i benefit stabiliti dall’accordo di programma firmato nelle scorse settimane dal ministro per lo Sviluppo economico – Stefano Patuanelli – e dall’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, per un valore di 430 milioni di euro, attribuiti al settore industriale siciliano, anche nell’ambito del rilancio e della riconversione. Negli scorsi giorni, è stato firmato pure un contratto – denominato Tecnolighting – atto a sancire la rete tra Blutec e Tecnomeccanica, azienda controllata totalmente da IDeA Capital Funds Sgr (Gruppo De Agostini) per il complesso di Asti.

Tra le proposte, quella del Distretto Meccatronica, già protagonista della riconversione industriale in Sicilia nell’ambito della produzione di mascherine “anti-Covid”. “Le potenzialità del sito sono enormi, si potrebbe trasformare in un hub tecnologico biomedicale di grande rilievo. Lì si potrebbe produrre tutto ciò che serve agli ‘ospedali-Covid’. Non solo mascherine, gel disinfettante, tamponi e reagenti per lo screening. Ma anche respiratori, caschi e macchinari per la terapia intensiva e subintensiva – ha chiosato il presidente del Distretto, Antonello Mineo -. Molti ingegneri delle aziende del nostro Distretto provengono da Blutec. Questo ci ha consentito una task force di collaborazione, ma vorremmo poter testare i macchinari per un business plan più preciso. Pare comunque che possa servire soltanto la messa a punto dei laser delle macchine 3D già presenti e l’approvvigionamento delle materie prime, per le quali si spera trovino i canali coloro che hanno potere contrattuale”.

L’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, fa sapere di “essere davanti a una proposta interessante, ma ancora da valutare. Infatti, si attende la trasmissione della fattibilità del progetto agli amministratori di Blutec e all’assessorato stesso”.

“È indispensabile adeguarsi al cambiamento dell’economia globale, come già sottolineato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Se importare gli strumenti essenziali ed esportare le eccellenze non ripaga, occorre che le regioni comincino a far da sé. Torneremo alla vita quotidiana di prima, ma con standard diversi, per non ripetere gli stessi errori. Nel prossimo futuro, le mascherine saranno come il giubbotto catarifrangente per le auto, magari inutilizzato, ma sempre a portata di mano. Inoltre, l’hub tecnologico in questione consentirebbe una capacità produttiva di scala mondiale, in grado di esportare i prodotti in tutti i Paesi, grazie alla posizione strategica della Sicilia, sul Mediterraneo”, ha continuato Mineo.

luca silvestrini

Ma proprio nell’ottica del cambiamento globale, secondo Luca Silvestrini – presidente di Sicindustria Giovani di Palermo – sarebbe opportuno “pensare Green”. Se la Blutec aveva promesso di realizzare componenti per auto elettriche – che secondo le indagini non furono mai fabbricati – le batterie per auto ecologiche prodotte oggi a livello mondiale non saranno in grado di soddisfare le future richieste: “Nei prossimi anni si attende un aumento della domanda di batterie trainato dalle vendite di auto elettriche. Questo comporterà uno sviluppo di tutta la filiera. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ritiene che l’auto elettrica possa uscire rafforzata nel 2020, nonostante la pandemia, con un leggero incremento delle vendite globali. Si stimano circa 2,3 milioni di veicoli plug-in venduti in tutto il mondo alla fine di quest’anno, un valore leggermente superiore rispetto al 2019”, ha detto Silvestrini.

Nel frattempo il decreto Rilancio ha potenziato l’ecobonus a sostegno delle vetture elettriche con 100 milioni di euro per il 2020, seppure non contenga altre misure ritenute necessarie dalle associazioni dell’automotive per promuoverne l’acquisto anche nelle flotte aziendali.

La storia del sito
Un calvario dal 2011
Il polo di Termini Imerese, dopo 41 anni di attività, è stato abbandonato dalla Fiat nel 2011. Nel 2014 è stato affidato alla Blutec – società della piemontese Metec SpA, con 4000 dipendenti tra Brasile e Italia e con 300 milioni di euro di fatturato annuale – che ha sottoscritto l’accordo di programma con i Ministeri dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche sociali, con la Regione siciliana e il Comune di Termini Imerese.
“Il piano presentato da Blutec aveva un valore di 96,7 milioni di euro. Parte di questi derivanti da finanziamenti pubblici. Così l’azienda ha incassato 21 milioni di euro da Invitalia, con prestiti agevolati, promettendo la realizzazione di un’industria di componenti per auto elettriche e il riassorbimento dei 700 ex dipendenti Fiat entro il 2018”, ha detto Roberto Mastrosimone, segretario generale di Fiom Sicilia.
Ma la Blutec non rispettò mai i patti. Secondo la magistratura, avrebbe utilizzato solo 5 milioni per la riqualificazione precedentemente programmata e avrebbe dirottato altrove i restanti 16 milioni. Come commissario giudiziario venne nominato Giuseppe Glorioso.
“Sull’azienda pende un debito di 400 milioni a cui oggi fa capo lo Stato, che di fatto ne è divenuto titolare”, ha continuato Mastrosimone. In applicazione della legge Marzano, l’impianto resta sotto amministrazione giudiziaria, rappresentata da Andrea Filippo Bucarelli, Fabrizio Grasso e lo stesso Giuseppe Glorioso.

Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria e Roberto Mastrosimone, segretario generale di Fiom Sicilia, dicono la loro sul futuro di Termini

alessandro albanese sicindustriaIl vicepresidente vicario di Sicindustria, Alessandro Albanese, rivela di essere molto scettico sulle future prospettive del polo di Termini Imerese, nonostante le sue effettive capacità.
A proposito dell’ipotesi di Meccatronica, chiosa così: “Potrebbe risultare adeguata qualsiasi proposta con un fondamento imprenditoriale dalle forti basi economico-finanziare e con un vero mercato potenziale”.

Ma è sugli organi e i criteri di selezione dei progetti che manifesta tutti i suoi timori: “Tutte le precedenti manifestazioni di interesse hanno avuto come unico obiettivo quello di garantire la Cassa integrazione ai dipendenti, con un meccanismo perverso che ha finito con il danneggiare l’idea stessa d’impresa in quanto tale. Tutto con la regia di Sviluppo Italia – prima – e di Invitalia oggi. Non si è mai fatta una vera azione di marketing di un territorio logisticamente ottimale e altamente professionalizzato e alla fine a pagare sono stati gli imprenditori di filiera, così come la cultura d’impresa di quel territorio.

Ritengo che, anche oggi, non vi siano né il giusto approccio, né le competenze per rifondare un polo produttivo. Una fabbrica non è solo un insieme di capannoni e macchinari da mettere a bando, è prima di tutto intelligenza, conoscenza dei mercati, passione, capacità imprenditoriale. Qualsiasi altra forma significa solo spreco di denaro pubblico. Vorrei ricordare a tal proposito che, proprio a tre chilometri dall’ex Sicilfiat, c’è in costruzione da 17 anni un incubatore di impresa sempre di Invitalia”, ha continuato.

Albanese ritiene che l’impianto di Termini abbia invece – potenzialmente – tutte le carte in regola per produrre batterie per auto ecologiche: “I siti per l’assemblaggio di veicoli elettrici necessitano di spazi limitati. Pertanto qualsiasi sito con vie di comunicazione accessibili e intermodali può andar bene. Termini Imerese ha la vocazione giusta e le aree disponibili”.

roberto mastrosimone fiom sicilia

Fiom Sicilia, “Arcuri ben informato sui fatti. Si definisca accordo di programma”

Il possibile progetto di rivalutazione va consegnato dai richiedenti ai tre commissari straordinari della Blutec, i veri interlocutori tra i richiedenti stessi e il Mise. Ma la riqualificazione dello stabilimento non può essere slegata dal vincolo della rioccupazione dei 650 lavoratori ex Sicilfiat, che attendono che si definisca un accordo di programma per il sito.

“I commissari hanno il compito di recuperare le risorse per i creditori, ma anche di trovare nuove aziende strutturate che possano far ripartire lo stabilimento. La rivalutazione del polo non può avvenire in tempi brevi e quindi il progetto dell’hub biomedicale non può certamente essere una risposta all’emergenza sanitaria attuale. Tuttavia, la produzione di presidi sanitari sarà un settore fondamentale per il futuro, perciò – se il progetto fosse fattibile – sarebbe un’idea funzionale. Tra l’altro lo Stato – con il Governo nazionale e regionale – ha e avrà il compito di controllare non solo la produzione, ma anche la distribuzione dei presidi sanitari in Italia, che non dovranno più mancare. I macchinari presenti nell’impianto sono soltanto 5-6 stampanti 3D, ma all’avanguardia e di ottima qualità”, ha dichiarato Roberto Mastrosimone, segretario generale di Fiom Sicilia.

Lo stesso ha poi aggiunto, dato il grande successo mediatico ottenuto da Meccatronica che l’ha visto protagonista persino di trasmissioni televisive nazionali: “La valutazione tecnica del progetto e la sua discussione va fatta nelle sedi istituzionali opportune, soprattutto alla luce delle risorse pubbliche erogate e delle urgenti necessità dei lavoratori.

Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri – amministratore delegato di Invitalia – conosce dettagliatamente tutta la vicenda, perché Invitalia è un’appendice del Mise ed è colei che ha erogato i fondi a Blutec. Il Mise, la Regione e Invitalia sono coloro che devono affrontare la questione e controllare la fattibilità del progetto presentato. Termini Imerese ha tutte le potenzialità per una produzione su ampia scala, ma occorrono progetti validi, con idee funzionali su prodotti nuovi, che possano vedere aziende in grado di garantire occupazione e continuità”.

La questione più incredibile, secondo il sindacalista, è che “con una disponibilità di 240 milioni di euro, destinati inderogabilmente a Termini Imerese con il vincolo della sua reindustrializzazione e della rioccupazione dei lavoratori coinvolti, ci siano oltre 120 lavoratori senza alcun sussidio”.

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