Rincari e imprese in difficoltà, anche a Catania nasce FenImprese - QdS

Caro bollette e imprese in difficoltà, nasce FenImprese a Catania: “Subito piano per energia”

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Caro bollette e imprese in difficoltà, nasce FenImprese a Catania: “Subito piano per energia”

Ivana Zimbone  |
sabato 23 Luglio 2022

A nostri microfoni il presidente provinciale, Rosario Consoli, per far luce sulle difficoltà di imprenditori e partite Iva nella città etnea

L’associazione nazionale datoriale FenImprese apre anche a Catania. E noi abbiamo intervistato il presidente provinciale, Rosario Consoli, per far luce sulle difficoltà di imprenditori e partite Iva nella città etnea e su come i Governi regionale e nazionale dovrebbero affrontare la questione, almeno secondo il sindacato.

Dott. Consoli, quali settori vi proponete di aiutare?

“FenImprese a Catania supporta imprese, partite Iva e lavoratori autonomi del settore secondario e terziario”.

Quali difficoltà affronta questo target nella provincia?

“Intanto c’è da dire che in Italia la tassazione è pari a quella della Scandinavia, ma il Pil è pari a quello della Romania. Inoltre al Nord la tassazione è proporzionale esattamente come al Sud, ma con servizi e infrastrutture di gran lunga più performanti del Meridione.

Altri dati ci confermano che le partite Iva, da gennaio a maggio, lavorano esclusivamente per pagare le tasse, nonostante l’incertezza data dall’assenza di contratti di lavoro dipendente. Ci si chiede come si possa pensare così allo sviluppo del territorio.

Poi c’è la carenza di informazioni, la mancanza di una formazione continua per gli imprenditori, la difficoltà nel reperire investimenti e risorse umane con competenze adeguate al ruolo da ricoprire, la ridotta capacità d’acquisto dell’utenza”.

Come rimediare a tutto questo?

“Bisogna subito stimolare l’apertura di nuove imprese, anche in mezzo alle difficoltà che il momento storico comporta, per creare un nuovo tessuto imprenditoriale. E poi puntare sull’informazione, perché per la maggior parte dei problemi accusate dalle imprese esistono delle soluzioni, ma non si conoscono.
Altro elemento importante è la formazione degli imprenditori. In un mondo che corre sempre più veloce, se non si riesce a stare al passo con i tempi o addirittura ad anticiparli, si fallisce.

Un’attenzione particolare va destinata ai bandi regionali e ai finanziamenti disponibili: talvolta è la stessa classe politica a non riuscire a proporre opportunità funzionali. Adesso bisogna incentivare lo sviluppo e il rafforzamento di tutti i settori e occorre metterli in sinergia.

Per esempio, il turismo è un attività pro-ciclica, ovvero funziona meglio in fase di espansione di mercato. Allora significa che dobbiamo smettere di investire sul turismo, in questa attuale fase di regressione? Assolutamente no. Significa invece che dobbiamo supportarlo con politiche attive sul territorio: bandiere blu, miglioramento di trasporti e infrastrutture, etc”.

A proposito di energia, quanto influiscono i rincari delle materie prime sul bilancio delle aziende catanesi?

“Il caro bollette e l’aumento dei prezzi delle materie prime grava sulle imprese catanesi già provate dalla crisi economica e dal Covid. Le spese per l’energia elettrica sono destinate a breve a crescere ulteriormente – così come il prezzo stesso per kw/h – per effetto del clima in inverno, quando l’energia solare si riduce.

Eppure in Sicilia potremmo fare a meno di importare l’energia elettrica, almeno se ci fosse un vero piano regionale e provinciale dell’energia che, ahimè, non esiste. L’anno scorso c’è stato un giorno in cui la nostra regione è stata autosufficiente dal punto di vista energetico.

Ma fu un caso fortuito, nulla di organizzato: questo dimostra le straordinarie potenzialità dell’Isola che attendono solo di essere colte.

Bisogna che la classe politica approfondisca la questione con degli esperti in risparmio energetico. Ad esempio esistono incentivi per bloccare il freddo all’esterno delle strutture. Qui in Sicilia, però, c’è l’esigenza di bloccare primariamente il caldo. Esistono incentivi per questo? No. E un’impresa di Ragusa, che ha ridotto i consumi così, lo sa bene”.

Quali obiettivi vi siete prefissi come associazione? Come potervi contattare?

“Il nostro obiettivo è quello di dialogare con le forze politiche, assieme alle altre parti sociali. Per far comprendere quali siano concretamente i bisogni di chi lavora e dà lavoro.

Desideriamo anche fungere da cassa di risonanza per fornire a imprenditori e lavoratori autonomi tutte le informazioni sulle soluzioni disponibili per risolvere i problemi o soddisfare le loro aspirazioni. Per contattarci basta scrivere un’e-mail a: fenimprese.ct@gmail.com”.

A breve ci sanno le primarie in Sicilia e dopo ancora le elezioni regionali. Quali sono le preferenze di FenImprese Catania?

“Siamo un’associazione apartitica e abbiamo come unica speranza che la classe dirigente, a prescindere dal colore, adotti una politica di sviluppo del territorio al quale ci piacerebbe offrire il nostro piccolo contributo”.

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