Prosegue l'iter per realizzare gli impianti di Trapani e Porto Empedocle e rivoluzionare la gestione dell'acqua in Sicilia: ecco il piano.
Piccolo passo in avanti nell’iter che porterà alla realizzazione del dissalatore di Trapani, uno dei tre – gli altri sono previsti a Gela e Porto Empedocle – con cui il governo Schifani spera di ammortizzare gli impatti della siccità.
Le temperature degli ultimi giorni fanno capire come, per quanto la primavera sia stata più piovosa di quello che ci sarebbe attesi, la questione idrica sarà centrale nei prossimi mesi.
Lotta alla siccità, il lungo iter per il dissalatore di Trapani
La gestione dell’emergenza siccità, assegnata dal Governo nazionale al commissario straordinario Nicola Dell’Acqua, il cui incarico è stato rinnovato fino alla fine dell’anno, passa anche dalla capacità di trasformare l’acqua di mare in acqua a uso potabile. A portare avanti i progetti dei dissalatori è Siciliacque, la società che nell’isola da metà anni Duemila si occupa del servizio di captazione, accumulo, potabilizzazione e adduzione di acqua potabile a scala sovrambito e di cui la Regione possiede il 25% delle quote.
Fra i tre, l’impianto trapanese è quello con l’iter più lungo, per via della necessità di tenere conto dell’incidenza del dissalatore su due siti sottoposti a tutela ambientale. A riguardo sul tavolo della commissione tecnico-specialistica della Regione è arrivata l’istanza presentata da Siciliacque per verificare l’ottemperanza delle prescrizioni che ad aprile erano state poste come condizione per il rilascio del parere favorevole alla realizzazione.
Le riserve
Nei mesi scorsi, al centro dell’attenzione della Cts era finita la valutazione della compatibilità ambientale delle attività del dissalatore con i siti di Rete Natura 2000 “Saline di Trapani” e “Stagnone di Marsala e Saline di Trapani – Area marina e terrestre”. Per la commissione, il progetto offre fondamentali garanzie per escludere “ragionevolmente” che il ripristino dell’impianto già esistente ma che da anni – era il 31 maggio 2015, quando la Regione decise di optare per l’approvvigionamento dell’acqua dalla riserva idrica naturale di Montescuro – non è più utilizzato “non pregiudicherà l’integrità” delle due aree.
Tuttavia, la Cts ha disposto il rispetto di prescrizioni e dato indicazione di intervenire con “opportune e congrue misure di mitigazione” per superare alcune criticità. Tali misure dovranno essere prese di comune accordo con il WWF, l’ente gestore della riserva Saline di Trapani e Paceco. Fra le indicazioni date dalla Cts c’è anche la redazione di un piano di monitoraggio marino che entrerà in azione sia in fase di progettazione che quando un giorno l’impianto verrà dismesso.
Gli aspetti tecnici
Lo sviluppo del dissalatore di Trapani si intreccia con quello di Porto Empedocle. In entrambi i casi si partirà con una prima fase che prevede la realizzazione di “nuovi impianti pre-assemblati e trasportabili”. Quello trapanese verrà allestito nel sito che ospita il dissalatore dismesso, mentre a Porto Empedocle i lavori interesseranno un’area messa a disposizione da Enel Green Power, nei pressi della centrale elettrica di proprietà.
Gli impianti avranno queste caratteristiche: capacità di produrre 96 litri al secondo di acqua potabile – pari a 8.280 metri cubi al giorno – e possibilità di lavorare 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Dal punto di vista tecnologico verrà utilizzata la tecnologia a osmosi inversa “con membrane ad alte prestazioni”, configurate per trattare “acqua di mare con salinità tipica del Mediterraneo”.
La seconda fase del progetto avrà invece l’obiettivo di raddoppiare la produzione di acqua potabile. “Verrà realizzato un nuovo impianto di tipo fisso a Porto Empedocle, nel sito occupato dai vecchi dissalatori, di capacità 196 litri al secondo – si legge nella relazione ambientale presentata da Siciliacque –. Ultimata la costruzione dell’impianto fisso di Porto Empedocle, l’impianto verrà spostato dal sito di Enel Green Power e installato presso il sito di Trapani, ottenendo così una capacità doppia rispetto a quella della fase 1”.
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