Siccità in Sicilia e rischio agricoltura, Coldiretti: "Serve riforma" - QdS

Siccità in Sicilia e agricoltura a rischio, Coldiretti: “Situazione tragica”

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Siccità in Sicilia e agricoltura a rischio, Coldiretti: “Situazione tragica”

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mercoledì 22 Giugno 2022

Circa 200 milioni di euro di danni: Coldiretti chiede una "rivoluzione" per risolvere la crisi siccità in Sicilia e salvare l'agricoltura locale.

L’estate è ormai iniziata e in Sicilia la situazione è – come ogni anno – difficile sul fronte della lotta contro la siccità.

Pochi giorni fa, durante la Giornata mondiale della lotta alla desertificazione e alla siccità, l’allarme per la complessa situazione siciliana è stata oggetto di diversi approfondimenti. Non c’è dubbio che nell’Isola la mancanza di acqua, soprattutto in estate, sia un problema sia per i consumatori che per i lavoratori, soprattutto quelli che si occupano di agricoltura.

“La situazione in Sicilia per il settore agricolo è tragica come ogni estate”. Francesco Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia, non usa giri di parole in un’intervista rilasciata ad AdnKronos.

Siccità in Sicilia: l’impatto della crisi

A sostegno della sua tesi sull’impatto della siccità in Sicilia, Ferreri presenta i drammatici numeri della crisi. “Secondo una stima in difetto, calcoliamo circa 200 milioni di euro di danni“.

Un settore in ginocchio anche per i maggiori costi energetici, “pure quelli per estrarre l’acqua dai pozzi”, e gli aumenti che si sono registrati e che “l’agricoltore non ha ricaricato sul consumatore finale”. Secondo i dati diffusi dall’Associazione italiana enti di bacino, il 70 per cento della superficie della Sicilia presenta un grado di rischio medio-alto di desertificazione.

Il nodo dell’irrigazione

“Bisogna cambiare la filosofia di approccio per l’irrigazione, non si può pensare di andare avanti con strutture obsolete come i Consorzi di bonifica, che non rispondono assolutamente alle richieste degli imprenditori”, denuncia Ferreri.

“Ci sono Consorzi di bonifica che danno l’acqua, altri no, altri ancora con lavoratori in sciopero. Chiaramente, a queste condizioni la programmazione per gli imprenditori diventa complicata”. Il dito è puntato anche sulla mancata di riforma della loro gestione. “In tutti questi anni è stato solo un perpetuarsi di impegni, promesse, proroghe. Insomma commissariamenti di commissariamenti”.

In questo momento quanta acqua viene raccolta? “Non si sa, ma quello che è peggio è che quando viene raccolta, come nel caso della diga Trinità, viene buttata a mare perché la situazione delle dighe e dei bacini in generale è complicata”. I due Consorzi di bonifica (orientale e occidentale) racchiudono i precedenti 11. La superficie servita da opere di irrigazione è di 168.824 ettari, di cui oltre 25.000 a cielo aperto e circa 143 a pressione, “una parte delle quali non efficienti”, denunciano da Coldiretti Sicilia.

Il rischio per l’agricoltura siciliana

In queste superfici ci sono le più importanti coltivazioni siciliane: frutteti, orti, vigneti. La Sicilia vive di prodotti d’eccellenza nel settore agricolo, quindi non c’è dubbio che la siccità rappresenti un pericolo non indifferente per l’economia locale.

Difficile anche la situazione per gli agrumi e per gli ortaggi. “Frutta e ortaggi sono come sempre danneggiati, così come gli allevamenti dove si è costretti a comprare i foraggi a costi esorbitanti”, spiega Ferreri nel suo intervento per Adnkronos.

Ecco perché, di fronte agli effetti devastanti di un cambiamento climatico sempre più evidente, per il numero uno di Coldiretti Sicilia occorre pensare a “un sistema idrico che sia rispondente alle richieste degli imprenditori agricoli”.

Al Governo regionale, quindi, Coldiretti Sicilia chiede una riforma per “una struttura moderna, snella, digitale che permetta una seria programmazione”. “Basta con il commissariamento, i Consorzi di bonifica devono gestititi dagli agricoltori”.

Intervista di Rossana Lo Castro, Adnkronos

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