SpaB, la società per azioni buone - QdS

SpaB, la società per azioni buone

Luigi Patitucci

SpaB, la società per azioni buone

sabato 29 Maggio 2021


L’ultima creatura nata da Farm Cultural Park, che ci restituisce un Paesaggio Risonante attraverso l’esercizio della Creatività Estrema

Ve lo dicevo.
Ed in tutta sincerità, devo dire che lo dico da più di un decennio, la Sicilia è una vera e propria Designland!
Ed a questo termine, che già contiene in sè una dichiarazione di intenti sufficientemente prepotenti, bisogna associare la frase “Stato d’eccitazione Permanente!”

Designland.
“Sicilia: Stato d’Eccitazione permanente”.
Una condizione che descrive una modalità di agire, una operatività contagiosa e coinvolgente che, come dicevo, da un decennio a questa parte produce, grazie a due parametri ineffabili quali il ‘design’ e l’azione propulsiva ed energizzante del ‘gioco’, – quest’ultimo inteso quale dispensatore di un enorme, infinito potenziale energetico, disponibile in quantità incommensurabile a costo zero – , in grado di poter generare azioni concrete nella vita reale.
Continuamente.
Con sin troppa evidenza, enfasi, determinazione, costanza, appetibilità.
Termini che appaiono lontani anni luce dalle frequenze proprie della informazione che, siamo soliti poter conoscere sull’isola, elementi di disagio rimbalzati ad arte dal circo mediatico planetario.

E, pervasività, direi.
Con effetti benefici e salvifici, nei confronti di tutto un tessuto sociale ed un territorio, quello isolano, di per sé fin troppo qualificato dal punto di vista vocazionale, in ogni ambito esistente, da quello storico-monumentale, a quello ambientale, a quello legato alle innumerevoli e preziosissime produzioni alimentari, e via dicendo.
Questioni tutte legate a filo doppio con la ostensione di una sensualità che diviene elemento di conquista, di inestinguibile innamoramento, nella direzione di ogni cuore, ad ogni latitudine del pianeta.

Ma tale pervasività oggi ha un nome, anzi un acronimo, destinato a poter essere ennesimo elemento di risonanza a livello mondiale, quale indicatore di accoglimento di processi e pratiche, spesso provenienti da azioni prodotte dal basso, che hanno quale scopo quello di rigenerare il nostro scenario di vita. Anzi, nello specifico, il nostro scenario di prossimità.
Si, perché l’era digitale ci ha regalato una visione panoramica sul mondo, ma ci ha resi distratti, indifferenti, distanti, dalla visione di prossimità che, a ragione di tale disinteresse ci restituisce costellazioni di problematiche, banali e complesse, proprie di ogni contesto ambientale contemporaneo.

Le nostre città, i nostri contesti territoriali, ci appaiano come imbrigliati, impantanati, in una condizione di angoscia diffusa, spazi che dovrebbero accogliere elementi attivi di energia vitale giocata dalla sua utenza, appaiono invece come ambiti cui è stato negato l’essenziale, e necessario, spazio di rappresentanza e di esercizio della vita. Luoghi persino fortemente anonimi, affetti da una de-fisicizzazione e da una disincarnazione pressochè totale, portatori di una assenza cronica di dialettica tra gli elementi vitalizzanti della prossimità e dei transiti.
Tale acronimo è rappresentato adesso dal termine “SpaB”, che per esteso diviene Società per azioni Buone, ed è l’ultima creatura nata dal roboante ed emittente circo di Farm Cultural Park, condotto da due personaggi di una incontenibile energia: Andrea Bartoli e Florinda Saieva.

Luigi Patitucci e Andrea Bartoli. Architect meet Selinunte. 2019

Cui ruota attorno una vera e propria galassia di menti eccellenti, uomini e donne che attingono alle buone e concrete pratiche del saper fare, creatori di segni ambientali, che utilizzano la disciplina del Public Design quale elemento di traduzione di serie di interventi, reali e vitali, spesso ubicati in scenari di grande degrado, nei territori di prossimità dell’entità emittente.
Ma l’esempio dell’operato di Farm Cultural Park e delle sue Buone pratiche , dei suoi Buoni processi di solvimento, da qualche tempo è divenuto episodio di studio, accolto ed adottato in numerosi ambiti urbani in ogni regione del mondo, conseguendo una moltitudine di consensi e di prestigiosi premi.

Un operato, come dicevo, instancabile ed energico, sostenuto da numerose entità attive afferenti ad istituzioni universitarie localizzate in ogni luogo del pianeta, associazioni, musei, ong, artisti, ed intellettuali di ogni sorta.
Mi onora il fatto di aver partecipato, sin dall’inizio, sin dai primi episodi di proposizione e realizzazione di serie di interventi promossi da Farm Cultural Park, con l’ADI, l’Associazione per il Disegno Industriale – Delegazione Sicilia, che ne sostiene ogni iniziativa in maniera attiva.
Mai mi sarei sognato di dover parlare alla Biennale di Venezia, a Biennale Session’s alle Corderie dell’Arsenale, insieme agli amici della delegazione siciliana dell’ADI e di alcune delegazioni afferenti ad altre regioni, delle buone pratiche nell’ambito applicativo del Public Design messe in atto da Farm Cultural Park, quale esempio vincente di efficaci processi e pratiche di rigenerazione di tutto un territorio.

Ma da qualche giorno, gli episodi generativi e ri-generativi assumeranno l’ennesima efficace fisionomia attraverso la costituzione di SpaB: docenti, comuni cittadini, imprenditori, esponenti delle associazioni si sono costituiti in un’impresa che utilizzerà i propri capitali per poter progettare e realizzare iniziative che promuovano una migliore qualità della vita in ogni contesto ambientale ove verranno individuate delle particolari criticità, di volta in volta.

A Favara 70 cittadini si sono trovati in piazza, assieme ad un notaio, e hanno creato Società per azioni buone. Gli obiettivi di tale operazione sono individuati in alcuni percorsi atti a promuovere l’educazione ai mestieri ed alla cittadinanza attiva, la mobilità urbana ed il recupero di aree particolarmente degradate.
Tutti i cittadini e dico tutti quanti, senza alcun veto, preclusione o pregiudizio, potranno farne parte.
E non solo i cittadini di Favara ma anche quelli che hanno voglia di impegnarsi insieme alla nuova entità attiva in questa sfida, anche non vivendo a Favara. E sono già tantissimi tra i Members di Farm ai quali va tutta la nostra gratitudine per aver creduto in tali intenti, in tali efficaci pratiche, volendone far parte.

Con la SpaB il popolo di creatori di segni ambientali di Farm Cultural Park intende produrre quelle piccole trasformazioni che possano realizzare quegli interventi atti a poter migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini, con trasparenza, inclusività, favorendo la partecipazione attiva di ogni utente, con grande determinazione e perseveranza, consapevoli che quello che è stato messo in campo è un processo irreversibile ed inesorabile di produzione di serie di ecosistemi emittenti, portatori di parametri benefici e salvifici.

Alberto Nobile, qualche giorno addietro scriveva: “Sogno Favara come un grande open lab, un esempio virtuoso del Sud in generale dove sia possibile sviluppare nuove tecnologie e quindi creare lavoro, creare un valore economico; una perla del sud in cui andare a sviluppare un laboratorio a cielo aperto per il futuro della mobilità”. Il riferimento è ad un intervento in un’area posta a due passi dalla Chiesa Madre e Piazza Cavour e dunque anche dai Sette Cortili, luogo magico ove tutto è partito.

La via Reale ed il quartiere Palmolive sono una sorta di città post-bellica in cui si annidano traffici illegali, relativi prevalentemente allo spaccio di stupefacenti. Ed è lì che si vuole intervenire con questa mossa, ove il livello di degrado e di totale abbandono fanno candidare, in maniera naturale, fisiologica direi, tale area ad un grande progetto di ripensamento ad opera per l’appunto di spaB. Proposta che, beninteso, potrebbe confluire nelle iniziative promosse dalla comunità europea ed accolte sotto l’egida del New European Bauhaus.

SpaB diviene allora l’ennesima scatola del sogno e del bisogno, che si serve del design quale elemento di solvimento di problematiche complesse afferenti ad un determinato contesto ambientale.

Insediare il luogo dei sensi, un luogo certamente dalle forti connotazioni simboliche, parte di un Paesaggio Risonante, che nella cifra della transitorietà possa poter trovare le migliori traiettorie d’espressione e di desiderio, delle esigenze collettive ed individuali, che possa sostituirsi in maniera irreversibile al luogo della rappresentazione normata e funzionale della asfittica città capitalista.

È insomma, attraverso un organismo multiproteico e multiforme,
come quello individuato nelle modalità di esercizio caratteristiche del Design, che si riesce a mettere in atto un meccanismo di analisi e di rilevamento, nonché di risoluzione delle problematiche individuate, che può, e deve, funzionare in maniera perpetua, restituendoci con continuità, la percezione benefica e confortante, della cifra risolutoria, individuata in questioni afferenti a problematiche concrete della nostra complessa quotidianità.

In poche ed essenziali parole, è con un Design Lab Permanente sui nostri territori di prossimità che possiamo lavorare per il solvimento delle nostre problematiche, delle nostre esigenze, dei nostri desideri.
Ed è quello che Farm Cultural Park ama fare.

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