Taormina cerca in tutti i modi di far quadrare i propri conti - QdS

Taormina cerca in tutti i modi di far quadrare i propri conti

Massimo Mobilia

Taormina cerca in tutti i modi di far quadrare i propri conti

mercoledì 02 Giugno 2021

Sessanta giorni di tempo per valutare un eventuale ricorso dopo che la Corte dei Conti ha bocciato il Piano di riequilibrio, aprendo serie possibilità per il dissesto finanziario dell’Ente

TAORMINA (ME) – Il 25 maggio la Sezione di controllo della Corte dei Conti per la Regione siciliana, ha bocciato il Piano di riequilibrio finanziario del Comune, aprendo la concreta possibilità del dissesto finanziario. La notizia è ormai nota, e vede adesso l’Amministrazione guidata dal sindaco, Mario Bolognari, in attesa di leggere i contenuti della delibera per valutare un eventuale ricorso (disponibili sessanta giorni di tempo).

Cerchiamo quindi di capire meglio la cronistoria e i contenuti di questa vicenda, che tiene sulle spine i conti taorminesi da diversi anni e che, soprattutto negli ultimi mesi, si era cercato di risolvere stilando dettagliati dossier economici, in risposta alle richieste avanzate dai giudici contabili e dal ministero dell’Interno, come organo deputato al via libera.

Trovandosi di fronte a una pesante situazione debitoria, il Comune aveva deciso di ricorrere al Piano di riequilibrio già nella passata legislatura, approvandolo nel febbraio del 2018. Un documento in cui venivano riconosciuti 18,4 milioni di debiti fuori bilancio – di cui 11,8 risalenti addirittura a prima del 2001 – con un programma di rientro in dieci anni. Il Viminale però, aveva giudicato il Piano “non in linea con le disposizioni normative vigenti”, con una discrepanza temporale tra la durata decennale del rientro e la contestuale richiesta, da parte del Comune, di un mutuo alla Cassa depositi e prestiti di circa 11,7 milioni di euro della durata di 29 anni. Dubbi legati anche al fatto che siano stati accumulati almeno altri 2,4 milioni di euro di debiti fuori bilancio dopo il 2018, per i quali bisognava trovare risorse al di fuori del Piano.

Non bastava definire semplicemente un programma di rientro – ha detto la Corte – ma adottare misure strutturali volte a non ricreare debiti, e a mantenere l’equilibrio finanziario nel tempo”. I giudici hanno ritenuto infatti, che la mole delle passività fosse più alta a causa di giudizi pendenti, fino a oltre 35 milioni di euro. Il riferimento è chiaramente al lodo Impregilo (oggi Webuild), dove Taormina intrattiene da anni una battaglia suddivisa in diversi gradi di giudizio, per la costruzione dei parcheggi Lumbi e Porta. In realtà da pochi mesi, il Comune ha incassato una vittoria in Cassazione con il rigetto di un decreto ingiuntivo da 28 milioni di euro. Allo stesso tempo c’è da dire che in bilancio, il fondo contenzioso del Comune è stato aumentato, passando da circa 6 milioni nel 2018, a 9 milioni di euro nel 2019.

Altro punto debole riguarda, invece, l’incapacità pluriennale di Palazzo dei Giurati, di riscuotere i tributi: mancherebbero all’appello circa 21 milioni di euro. Fenomeno che l’Amministrazione ha cercato di frenare, esternalizzando il servizio di riscossione coattiva: l’avviso pubblico è stato deliberato il mese scorso e l’affidamento avrà durata quinquennale. Rimane ancora da chiarire, invece, la situazione finanziaria delle partecipate, il Consorzio Rete Fognante e soprattutto l’Asm, che si trova commissariata dal 2011 per liquidazione, e con la quale è in corso una paradossale battaglia per il mantenimento di alcuni servizi (scuolabus, servizio idrico, illuminazione e trasporto urbano). La direzione aziendale lamenta mancanza di risorse da parte del Comune, con l’impossibilità di andare avanti per pagare stipendi e utenze.

Insomma il compito per l’Amministrazione di Palazzo dei Giurati si è decisamente complicato, nonostante abbia perseguito dal suo insediamento proprio l’obiettivo di mettersi in linea coi bilanci, approvando le annualità pregresse e tornare a rispettare i termini di legge. A dicembre si era giunti al Previsionale 2020, e da pochi giorni è arrivata l’approvazione del Rendiconto 2019 in Consiglio comunale. Nel caso si arrivi al dissesto, Giunta e Consiglio rimarrebbero comunque in carica, in quanto la gestione commissariale riguarderebbe soltanto la situazione debitoria accumulata fino a dicembre del 2020.

Twitter: @MassimoMobilia

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