Il progetto della Regione Siciliana per la provincia di Siracusa sarà al centro di una gara d'appalto da mezzo milione di euro, ma sono tanti gli aspetti del dibattito da affrontare.
L’obiettivo è quello di rendere più efficiente il servizio di avvistamento degli incendi, ma il percorso per raggiungerlo passerà anche dalla diminuzione del numero di torrette antincendio. È il progetto approvato dalla Regione Siciliana nelle settimane scorse per la provincia di Siracusa e che presto sarà al centro di una prima gara d’appalto del valore di mezzo milione di euro.
Si tratterà di un primo stralcio di un programma che punta all’ammodernamento della rete di monitoraggio del territorio e che arriva dopo un anno in cui tutta la Sicilia è stata nella morsa degli incendi per un periodo molto più lungo rispetto al consueto. Mesi in cui nell’isola si sono contati anche diversi morti causati dai roghi e in cui non sono mancate le critiche rivolte al Governo Schifani e all’assessore al Territorio Elena Pagana, accusati di inerzia davanti a un fenomeno, di certo criminale, ma che da più parti sembra essere stato affrontato in maniera non adeguata.
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Strutture vecchie o inagibili
Nella relazione presentata dal progettista Santi Messina e approvata dall’Ispettorato ripartimentale di Siracusa guidato da Filadelfo Brogna si fa il punto sullo stato dell’arte delle strutture a disposizione dei forestali adibiti al controllo delle aree demaniali. In provincia di Siracusa la superficie di competenza dell’Assessorato è di poco inferiore agli 11mila ettari, dei quali oltre tremila ricadono nel territorio di Sortino. Tra i Comuni con maggiore aree demaniali ci sono poi Noto, con oltre 2440 ettari, e Carlentini dove si supera il migliaio. A essere interessate, e di conseguenza minacciate dai roghi, sono anche otto riserve naturali, tre delle quali – tutte siti di interesse comunitairo – anche sotto gestione diretta dell’ex Aziende foreste demaniali: Vendicari, Cavagrande del Cassibile e Pantalica, Valle dell’Anapo e torrente Cavagrande.
All’origine del progetto c’è la necessità tanto di ripristinare la funzionalità delle torrette che le loro condizioni di sicurezza. Nel primo caso il riferimento va al fatto che alcune strutture non sono più di alcun aiuto: “Nella provincia di Siracusa in cui circa il 50% delle superfici del Demanio forestale sono state acquisite nella prima metà degli anni ’90 alcuni punti di avvistamento sono stati considerati idonei al momento della costituzione dell’impianto boschivo – si legge nel progetto di fattibilità – In questa fase la capacità di avvistamento era praticamente totale per qualunque struttura ricompresa nel perimetro demaniale e soprelevata dal terreno. Al crescere delle piante e col passaggio dello sviluppo del bosco dall’età giovanile all’età adulta con una altezza media anche superiore all’altezza della torretta stessa la capacità di avvistamento relativamente ad alcuni siti si è gradualmente ridotta, fino a limitarsi ad alcune angolazioni spesso rivolte al di fuori dei demani forestali”.
Per quanto riguarda la sicurezza, il problema riguarda i materiali con cui sono stati realizzate le torrette antincendio. Il più delle volte si tratta di legno. “La scelta progettuale dei materiali lignei comporta la periodica, continua e costosa manutenzione (delle torrette, ndr) in quanto esposte in modo diretto e senza soluzione di continuità durante tutta la loro vita utile all’azione degradante degli agenti abiotici e biotici – prosegue il progettista – Se l’umidità del legno supera il 20% esiste la possibilità che spore di funghi di carie del legno germinino e si diffondano nella massa legnosa attraverso le ife, che degradano chimicamente il legno determinando una forte diminuzione di resistenza del materiale”.
Nuove torrette antincendio: più alte e in acciaio
La soluzione che sarà adottata dalla Regione prevede l’installazione di torrette in materiale zincato e di un’altezza superiore a dieci metri. Saranno inoltre dotate di pannelli fotovoltaici in modo da garantire la fornitura di energia utile ad alimentari apparecchi elettrici come i ventilatori, fondamentali quando in estate si raggiungono temperature molto elevate. Ma soprattutto le torrette non saranno in pericolo – e con esse l’incolumità del personale – in caso di incendio nelle immediate vicinanze.
“L’altezza prevista consentirà di superare le limitazioni alla visuale tra diverse località con un migliore controllo del territorio e più esatta localizzazione dell’incendio attraverso l’incrocio delle segnalazioni di più torrette a questo punto anche in possibile contatto visivo”, si legge nella relazione. Dove si sottolinea anche che “il migliore posizionamento delle torrette sul territorio avrà probabilmente un ulteriore effetto deterrente nei confronti di chi appicca gli incendi”.
Poco personale, meno torrette
Se da un lato gli investimenti garantiranno strutture più moderne, nel complesso la rete di avvistamento si dimezzerà. Il dato, che potrebbe essere foriero di nuove polemiche, lo si ricava dalla stessa relazione che sarà alla base della prossima gara d’appalto: a fronte delle attuali 17 torrette, ne rimarranno meno di una decina. Il piano, infatti, prevede la demolizione di 15 e la realizzazione di soltanto sette. Il motivo è collegato soprattutto alla riduzione del personale addetto al monitoraggio delle aree demaniali, un problema sollevato in estate da tante associazioni ambientaliste che si erano dette disponibili a dare il proprio contributo alla Regione ma che non sono state ricevute dal governo Schifani.
I numeri riportati nella relazione dell’Ispettorato ripartimentale di Siracusa sono impietosi. A dispetto delle 104 unità assegnate dal piano antincendio al ruolo di torrettista, nel 2022 “a causa dei pensionamenti e di altre cause il numero effettivamente assunto è risultato essere di 63 unità”, si legge nel documento.
“L’importante carenza di personale specializzato – è l’ammissione – si traduce nella impossibilità di assicurare, per tutte le torrette, il servizio in turni su 24 ore”. La gara d’appalto con cui si avvierà l’ammodernamento della rete prevede, oltre alla demolizione delle strutture esistenti, la realizzazione delle prime due in acciaio zincato. Entrambe ricadono nel territorio di Sortino.