Nuovi roghi in Sicilia, la denuncia di una squadra antincendio

Nuovi roghi in Sicilia, squadra antincendio allo stremo: “Quasi 17 ore da soli e senza autobotte”

Antonino Lo Re

Nuovi roghi in Sicilia, squadra antincendio allo stremo: “Quasi 17 ore da soli e senza autobotte”

Simone Olivelli  |
mercoledì 18 Ottobre 2023

Non c'era chi poteva darci il cambio, siamo gli ultimi rimasti”, spiega al QdS la caposquadra Silvana Carbone

“In decenni di servizio non avevo mai vissuto un’esperienza simile, siamo stati lasciati soli, senza mezzi adeguati e alcuna possibilità di staccare”. Per Silvana Carbone e gli altri operai della squadra antincendio Mandarini di Petralia Sottana, è un mercoledì diverso dagli altri: più che suggerire l’inizio di una nuova settimana di lavoro, porta con sé l’auspicio che quella passata sia davvero conclusa. Tra sabato e domenica, il gruppo è stato impegnato per quasi 17 ore nelle operazioni di spegnimento di un rogo divampato nel centro delle Madonie. Uno sforzo che, dopo una pausa di una manciata di ore durante la notte, è ripreso al mattino e che racconta l’ennesimo capitolo di una stagione nefasta sul piano dell’organizzazione dell’antincendio. Il dito così finisce, inevitabilmente, ancora una volta per essere puntato nei confronti del governo guidato da Renato Schifani, accusato di non essere stato all’altezza del compito.

Gli ultimi rimasti

“Non c’era chi poteva darci il cambio, siamo gli ultimi rimasti”, spiega al QdS la caposquadra. Il riferimento è alla scadenza delle giornate previste nel contratto degli stagionali. “Noi ne abbiamo 151, di cui cinquanta da effettuare nel settore della manutenzione – commenta un altro collega – Sulla carta domenica anche noi avremmo potuto non esserci, ma ognuno aveva ancora qualche giorno da recuperare per precedenti impedimenti e quindi abbiamo risposto alla chiamata. È il nostro dovere e mai penseremmo di lasciare un incendio in corso, ma non è neanche giusto lavorare così”.

All’assenza di altre squadre in servizio si è aggiunta anche la penuria di mezzi a disposizione. Il tema è finito già al centro dell’attenzione per i cronici ritardi nelle forniture delle nuove autobotti che la Regione ha acquistato tramite gara d’appalto, ma che non sono ancora state recapitate dagli aggiudicatari. Nel caso di Petralia, però, un’autobotte ci sarebbe stata ma non è stato possibile utilizzarla. “Tra di noi c’erano tre autisti, eppure dagli uffici è stato deciso di spostarla altrove – prosegue la caposquadra – L’abbiamo richiesta più volte ma non c’è stato nulla da fare, abbiamo lavorato con un mezzo da mille litri che più volte è rimasto senza acqua”. La lunghissima giornata di sabato, conclusasi a notte fonda e solo dopo avere riferito quanto stava accadendo ai sindacati, per qualcuno è stata ancora più dura. “C’è chi aveva bisogno di prendere medicine e non poteva farlo, in quanto nessuno avrebbe mai potuto pensare che ci avrebbero lasciato a lavorare dal mattino all’una di notte”.

La denuncia della Flai Cgil

Domenica pomeriggio, mentre la squadra era tornata in servizio per il turno domenicale, a intervenire sulla vicenda è stata la Flai Cgil, con una dura nota inviata, oltre ai vertici del Corpo forestale e dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Palermo, anche al Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro (Spresal) e all’Ispettorato del lavoro. “Quanto sta accadendo, da ieri (domenica, ndr), all’unica squadra attiva nella postazione Mandarini di Petralia Sottana, è davvero grave e sta mettendo seriamente a rischio l’incolumità dei lavoratori – si legge nel documento a firma del segretario generale regionale Tonino Russo e dell’omologo provinciale Dario Fazzese – Con forza abbiamo chiesto in tutti i tavoli regionali e provinciali, sia politici che tecnici, che si procedesse a estendere la campagna antincendio, tenuto conto del perdurare delle temperature estive che avrebbero potuto cagionare maggiore probabilità di incendi. Pensare di scaricare l’emergenza sull’unica squadra accidentalmente ancora in servizio, oltre che assurdo e lesivo di norme sulla sicurezza e di norme contrattuali, non può essere comunque sufficiente a risolvere l’emergenza in corso in quel territorio. Non vorremmo – proseguono Russo e Fazzese – che questo stesse accadendo solo per dare la percezione distorta di una capacità di intervento, senza aver pensato prima di modificare norme anacronistiche e un’organizzazione obsoleta”.

Il sindacato, dopo avere sottolineato che tali ritmi di lavoro non possono che “pregiudicare la prestanza psicofisica dei lavoratori, per di più in un momento di alto rischio quale lo spegnimento di un incendio”, ha annunciato la volontà di far “valere in tutte le sedi opportune l’inviolabile diritto alla sicurezza e alla dignità dei lavoratori”.

Il QdS ha contattato l’ufficio stampa della Regione per chiedere una replica all’assessorato al Territorio, ma nessuna risposta alle nostre domande finora è arrivata.

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