Incendi in Sicilia, il caso di Monte Pellegrino e la rabbia a Palermo

Incendi, le fiamme sul monte Pellegrino diventano un caso. Italia Nostra: “Colpire gli autori”

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Incendi, le fiamme sul monte Pellegrino diventano un caso. Italia Nostra: “Colpire gli autori”

Simone Olivelli  |
giovedì 12 Ottobre 2023

Lettera alle Procure dopo l'ennesima stagione "di fuoco" per la Sicilia. Monte Pellegrino diventa simbolo di una prevenzione carente sul fronte dei roghi, le parole delle associazioni.

“Si è alzato fumo dal monte Pellegrino, lo stesso punto dell’altra volta”. È uno dei messaggi che anche ieri è circolato tra gli attivisti impegnati in Sicilia nell’avvistamento degli incendi. Un impegno che, da quando la Regione ha deciso di non rinnovare il protocollo che negli ultimi due anni ha previsto una collaborazione tra Corpo forestale e associazioni, va avanti in autonomia ma con risultati inevitabilmente meno buoni.

Se i tantissimi roghi che hanno colpito l’isola quest’anno – uno degli ultimi nel promontorio che sovrasta la città di Palermo – siano una conseguenza della riduzione del controllo è solo una possibilità, ma c’è chi ritiene che sia più che fondata. È il caso dell’associazione Italia Nostra, che oggi chiede le dimissioni dell’assessora regionale al Territorio Elena Pagana. “Per noi dovrebbe lasciare l’incarico, tutta la stagione antincendio è stata un disastro”, dichiara la vicepresidente di Italia Nostra Palermo Ernesta Morabito.

Incendi, quello di Monte Pellegrino diventa un caso

“Quest’anno il piano antincendio è stato approvato a estate iniziata, ma avesse almeno funzionato non saremmo qui a lamentarci, invece non si salva nulla”. La posizione dell’associazione è netta e lo è anche di più quella degli attivisti che negli ultimi anni hanno operato nell’hinterland palermitano, tra le zone più colpite nel 2023. “A luglio siamo stati per giorni accerchiati dal fuoco e non possiamo fare a meno di sottolineare – commenta Morabito – che da parte della Regione c’è stata una quasi assenza di reazioni concrete sul campo. Quest’anno non è stata attivata la vigilanza dinamica del Corpo forestale, e ciò ha portato ad avere tantissimi funzionari e dirigenti che anziché essere impegnati a presidiare il territorio sono rimasti negli uffici”.

Quello di pochi giorni fa è stato il quarto incendio divampato sul monte Pellegrino. E si fa sempre più urgente la necessità di trovare una risposta ai possibili moventi che stanno all’origine dei roghi. “I punti in cui vengono appiccati sono sempre diversi. Sulla carta non dovrebbero poterci essere interessi economici legati direttamente al monte, mentre non escludiamo che quanto sta accadendo rappresenti una sfida alle istituzioni. Come se qualcuno volesse fare pressioni e rendersi visibile a tutta la città”, continua Morabito.

Italia Nostra: “Mancata collaborazione”

Nel 2021 e nel 2022, Italia Nostra ha fatto parte del gruppo di associazioni che avevano accettato di collaborare con la Regione nella fase di avvistamento degli incendi. Quella che sembrava una prassi destinata a proseguire nel tempo si sarebbe però interrotta con il cambio di Governo. “La sperimentazione è partita con l’assessore Toto Cordaro, quest’anno invece l’assessora Pagana pare abbia deciso diversamente – dichiara la vicepresidente di Italia Nostra Palermo –. Non sappiamo i motivi di questa scelta né abbiamo mai avuto la possibilità di confrontarci con Pagana, ma dall’interno dell’assessorato ci è stato fatto presente che la mancata attivazione risponde a una scelta politica”. A lamentare nelle settimane scorse l’assenza di dialogo con Pagana era stato anche il gruppo di realtà dell’ambientalismo siciliano che compone il comitato Salviamo i boschi. “Il nostro contributo in questi anni è stato importante, eravamo circa duemila persone sparse in tutta la Sicilia e facevamo anche i turni di notte, con risultati concreti grazie al fatto di poter presidiare i punti più sensibili senza essere riconoscibili, quasi in incognito – prosegue Morabito – Quest’anno invece non è stato possibile e stiamo proseguendo da soli ma è chiaro che siamo più limitati”.

L’appello alle Procure

Italia Nostra, così come precedentemente il comitato “Salviamo i boschi”, ha scritto una lettera alle Procure siciliane chiedendo l’istituzione di una task force che si occupi dei roghi. “Non si può più attendere, quest’anno abbiamo avuto diversi morti e la devastazione di intere aree con ricadute anche sulla salute degli abitanti. Serve la repressione – continua Morabito – anche perché ormai non è possibile escludere che dietro agli incendi non ci siano vere e proprie organizzazioni criminali”.

Al contempo da parte di Italia Nostra arriva un invito a ricostruire anche le responsabilità nella macchina della prevenzione. “Colpire gli autori degli incendi è fondamentale, ma crediamo che anche chi ha la responsabilità di pianificare e realizzare la prevenzione debba assumersi le proprie responsabilità. Non è più accettabile – aggiunge Morabito – che ogni anno parta tutto in ritardo: dall’assunzione degli operai stagionali alla pulizia dei boschi e alla realizzazione dei viali parafuoco, dalla riforma del settore al mancato ricambio nell’organico del Corpo forestale dove l’età media è ormai superiore ai 50 anni”.

Incendi, sit-in il 18 ottobre davanti all’Ars

Intanto, dopo l’ultimo incendio sul monte Pellegrino, diversi attivisti siciliani stanno lavorando all’organizzazione di un sit-in che dovrebbe tenersi mercoledì 18 ottobre davanti la sede dell’Assemblea regionale siciliana a Palermo. A prendere parte all’iniziativa potrebbero essere sia associazioni ambientaliste che sindacati.

Il Quotidiano di Sicilia ha contattato l’ufficio stampa della Regione per chiedere una replica all’assessora Pagana, ma al momento nessuna risposta è arrivata alla redazione. La replica sarà eventualmente pubblicata a integrazione del presente articolo.

INTEGRAZIONE 17/10

Riportiamo di seguito, come integrazione, la testimonianza di Giovanni Provinzano, Direttore della Riserva Naturale Monte Pellegrino.

“Sono Giovanni Provinzano, Direttore della Riserva Naturale Monte Pellegrino affidata in gestione all’Associazione Rangers d’Italia Sezione Sicilia ODV, quest’anno abbiamo avuto 4 tentativi di incendio all’interno della Riserva di cui i più estesi (circa 16 ettari ciascuno) sono stati quello sotto il Castello Utveggio e quello sul versante che si affaccia su Pallavicino.

Volevo innanzitutto dare merito agli uomini e donne del Servizio Antincendio Boschivo, dei vigili del fuoco e della Protezione Civile, perché grazie al funzionamento della macchina deputata allo spegnimento degli incendi coordinati dal Corpo Forestale Regionale e in particolar modo dal Distaccamento Forestale Falde, gli incendi sono stati spenti abbastanza velocemente, grazie anche all’intervento degli elicotteri e dei canadair. Inoltre c’è stata un’attiva partecipazione del Comune di Palermo con l’invio di autobotti comunali, dell’Amap e della Citta Metropolitana di Palermo, coordinati dalla Protezione Civile comunale.

Nel ‘caso’ di Monte Pellegrino l’antincendio ha funzionato (se l’ho intendiamo nel suo obiettivo primario di spegnere l’incendio) cosa diversa è la prevenzione incendio che si intreccia con l’Ordinanza Sindacale che obbliga gli Enti locali e i proprietari ad effettuare interventi di prevenzione incendio e con l’attività di prevenzione incendi realizzata dagli operai forestali che operano, di norma, su Demanio Regionale. Un importante lavoro da non sottovalutare è la bonifica post incendio, che scongiura una eventuale ripresa dell’incendio, che nel caso di Monte Pellegrino è stata fatta metro per metro con il personale del SAB e l’ausilio di motoseghisti del Saf dei Vigili del Fuoco e dell’Area del Verde del Comune di Palermo guidati dal personale della Riserva. Questo ha evitato, nonostante per diversi giorni c’erano ancora punti fuoco nell’area bruciata, che il fuoco si propagasse nell’area non bruciata.

Per quanto riguarda il monitoraggio antincendio voglio ringraziare le decine di associazioni di Protezione Civile che, attivate dal Dipartimento della Protezione Civile Regionale e in alcuni casi anche dal Comune di Palermo, hanno effettuato un costante pattugliamento del Monte e del Parco della Favorita. Ma non solo associazioni, infatti quest’anno una quindicina di cittadini hanno manifestato la volontà di contribuire volontariamente alla prevenzione degli incendi e dopo un incontro organizzativo con il sottoscritto sulle criticità dell’Area Protetta e la costituzione di un gruppo WhatsApp, hanno dedicato parte della loro giornata (in bici, correndo, passeggiando, stazionando, ecc.) al controllo del territorio, una bella esperienza di cittadinanza attiva.

Sono d’accordo sulla necessità di indagare sulle cause che stanno alla base dell’origine dei roghi (cosa che si sta facendo per i roghi del Monte) e sulla costituzione di una task force presso le Procure anche per avere un supporto immediato durante le indagini”.

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