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Inps, in Sicilia oltre un miliardo di prestazioni. Tranchina: “Principale infrastruttura sociale”

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Inps, in Sicilia oltre un miliardo di prestazioni. Tranchina: “Principale infrastruttura sociale”

Antonio Giordano  |
mercoledì 20 Dicembre 2023

La presidente del comitato regionale Valeria Tranchina analizza il ruolo dell'Inps in un contesto socio-economico difficile segnato da inflazione e disoccupazione.

Quello che emerge dal Rendiconto annuale dell’Inps relativo al 2022 per la Sicilia è un quadro a tinte fosche: non tanto per la fotografia dell’esistente quanto per le proiezioni future in base ai dati disponibili. Intanto l’Istituto, come nota la presidente del comitato regionale Valeria Tranchina “risulta essere la più importante infrastruttura sociale in Sicilia”.

Il perché è presto detto: eroga prestazioni per oltre 1 miliardo di euro sul territorio. Per questo la missione dell’Istituto è quello di fare da “cerniera” tra le diverse istituzioni proprio partendo dalla conoscenza e dai dati a disposizione come dice la presidente eletta alla fine di novembre e alla sua prima relazione contenuta nella Relazione sul rendiconto sociale 2022 dell’Istituto nell’Isola. Tranchina – 57 anni, di Siracusa – è stata eletta presidente del Comitato regionale dell’Inps Sicilia a novembre: è la prima donna a ricoprire questo incarico, ma viene da una lunga esperienza nella Cgil, maturata a partire dal 1990.

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Tranchina spiega la missione dell’Inps in Sicilia

In un territorio che vede una flessione demografica (4,8 milioni di abitanti più di 300mila in meno in dieci anni soprattutto persone in età lavorativa o tra i 18 e i 64 anni) e con un mondo del lavoro molto frammentato crea “un contesto sociale ed economico che continua a confermare le forti disuguaglianze con il resto del Paese”.

Tra le cause Tranchina evidenzia proprio “il calo demografico, l’accesso difficoltoso al mercato del lavoro e in età avanzata per giovani e donne, il persistere di contratti a tempo determinato e a part time che rendono i lavoratori poveri, la frammentarietà e discontinuità del lavoro”, che si traduce “nell’inevitabile/ineluttabile fuga dei giovani, delle donne e di chi per la desertificazione/chiusura aziendale emigra – come negli anni 50-70 del XX secolo – nel Nord Italia o addirittura all’estero”.

Per questo, in questo contesto “di forte disagio economico e di povertà diffusa, calati in un’economia fragile caratterizzata da un progressivo invecchiamento della popolazione”, servono interventi mirati e risposte adeguate, “tracciando un percorso di rilancio delle politiche attive del lavoro, con interventi programmati mirati alle infrastrutture materiali e immateriali, alle industrie, alle filiere agroalimentari, alle attività commerciali, diventati oramai inderogabili”. “Questa – aggiunge la presidente – è l‘unica strada per eliminare lo stato di bisogno e per garantire i mezzi adeguati alle esigenze di vita dignitosa e di qualità coerentemente con i principi garantiti dalla Costituzione”.

“Riteniamo fondamentale – conclude Tranchina che il Comitato regionale svolga il ruolo di cerniera e di supporto politico-sociale, in sinergia con la Direzione, attraverso azioni volte a fare sistema per la coesione sociale tra l’Ente Inps, le Istituzioni, i rappresentanti delle parti sociali, dei lavoratori e delle aziende, del Terzo Settore, della Caritas e delle Fondazioni, con la partecipazione delle comunità locali e di ogni altro attore collegato al welfare di questo Paese”.

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