Variante Omicron, attenti ai sintomi diversi e insoliti - QdS

Variante Omicron, attenti ai sintomi diversi e insoliti

redazione web

Variante Omicron, attenti ai sintomi diversi e insoliti

domenica 28 Novembre 2021

L'associazione medica sudafricana parla di "dolori ed estrema stanchezza anche nei giovani". Preoccupazione per gli anziani, i diabetici e i cardiopatici. Locatelli e le mutazioni della proteina Spike

La variante Omicron, individuata anche in Italia con un caso in Campania, probabilmente è più contagiosa. I sintomi, però, appaiono lievi.

A far luce sulla variante e sulle sue caratteristiche contribuisce la la South African Medical Association (Sama), l’associazione medica del Sudafrica.

Nel Paese, dove la variante è stata scoperta, i positivi hanno manifestato sintomi “insoliti ma lievi”.

In un’intervista alla Bbc la presidente dell’Associazione, Angelique Coetzee, spiegando che la ricerca sulla variante è ancora in una fase iniziale, ha detto che “i pazienti si lamentano principalmente di un corpo dolorante e stanchezza, estrema stanchezza, e lo vediamo nelle giovani generazioni, non nelle persone anziane”. La Coetzee ha sottolineato che solo il 24% della popolazione del Paese è completamente vaccinato.

Tuttavia, nei commenti ad altri media, la Coetzee ha espresso preoccupazione per gli effetti che la variante potrebbe avere sulle persone anziane con malattie cardiache o diabete.

In Italia, Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, ha detto che “Non è chiaro ad oggi se questo ceppo avrà maggior capacità di provocare malattia grave, ma l’attenzione deve essere mantenuta al livello più elevato e bene ha fatto per primo il ministro Speranza, seguito poi dagli altri Ministri Ue, a interrompere tempestivamente accessi e voli dagli otto Paesi che ne sono stati investiti”.

Quanto alla resistenza ai vaccini della nuova variante, “è la domanda cruciale – ha detto Locatelli – perché la presenza di mutazioni nelle regioni della proteina Spike riconosciuta dagli anticorpi o dalle cellule T linfocitarie potrebbe ridurre parzialmente l’efficacia dei vaccini”.

“Tuttavia – ha concluso – , solo ulteriori valutazioni ci daranno una risposta fondata sull’evidenza”. (ADNKRONOS)

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