Sicilia prima regione per violazione divieti avvicinamento a vittime - QdS

Sicilia prima regione per violazione divieti avvicinamento a vittime

Antonino Lo Re

Sicilia prima regione per violazione divieti avvicinamento a vittime

venerdì 14 Gennaio 2022

Lo ha detto Alessandra Dino, sociologa e docente dell'Università di Palermo alla terza videoconferenza del progetto educativo antimafia e antiviolenza organizzato dal Centro studi Pio La Torre

“Dall’ultimo report della Polizia di Stato emerge come la Sicilia sia la regione dove si registrano più violazioni dei divieti di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima di violenza e sia la seconda regione per reati legati al cosiddetto ‘revenge porn’, ovvero la diffusione illecita di video e immagini sessualmente espliciti. A lungo il nostro diritto penale è stato sessista, trattando uomini e donne in maniera diversa”. Lo ha detto Alessandra Dino, sociologa e docente dell’Università di Palermo alla terza videoconferenza del progetto educativo antimafia e antiviolenza organizzato dal Centro studi Pio La Torre e dedicato al tema delle ‘Disuguaglianze di genere e pratica della violenza nella società civile e nelle organizzazioni mafiose’.

“Violenza di genere problema sociale”

Sono state oltre 435 le scuole collegate in videoconferenza, comprese alcune carceri da Nord a Sud Italia. Numerose le domande degli studenti sulla necessità di introdurre a scuola l’educazione sentimentale, sul permanere degli stereotipi di genere, sul linguaggio e lo scarso numero dei centri antiviolenza su tutto il territorio.

“Il reato di stalking è stato introdotto nel 2009 – ha aggiunto Dino -, mentre la legge contro la violenza femminile che introduce nuove disposizioni come il divieto di avvicinamento alla dimora della persona offesa è del 2013. Tra i Paesi europei l’Italia è terzultima per numero di omicidi femminili, la violenza di genere non è un problema privato o soltanto femminile, ma sociale, ha a che fare con le violazioni dei diritti umani, come ratificato dalla Convenzione di Istanbul”.

Donne uccise da una persona conosciuta

Nel 92 per cento dei casi le donne sono uccise da una persona conosciuta. Si parla erroneamente di ‘raptus’ e di uomini con patologie psichiche ma solo nell’8 per cento dei casi c’è una diagnosi di psicosi grave, “raccontando così come episodica una violenza che in realtà è nella maggior parte dei casi sistemica e commessa da uomini normali che non hanno precedenti penali”.

“L’Università di Palermo quest’anno con il nuovo rettore ha voluto un prorettorato dedicato all’inclusione e alle politiche di genere, significa dotare l’università di una struttura che si occupa di tutti i temi connessi con disuguaglianze e discriminazioni – ha detto Beatrice Pasciuta, prorettrice alla Inclusione Pari Opportunità e Politiche di Genere Unipa nel corso della videoconferenza – mettere a disposizione dei ragazzi e delle ragazze le nostre competenze e le nostre ricerche sarà il nostro compito”. 

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