Anche l’Oasi del Simeto si difende dal climate change - QdS

Anche l’Oasi del Simeto si difende dal climate change

Antonino Lo Re

Anche l’Oasi del Simeto si difende dal climate change

martedì 30 Luglio 2019

Intervista al presidente del Presidio partecipativo, David Mascali. “Ci stiamo muovendo a vari livelli a partire da un progetto europeo che abbiamo vinto qualche mese fa, il Life"

PATERNò – L’oasi del Simeto, considerata un’area singolare del territorio siciliano per avifauna e interesse paesaggistico, è stata dichiarata Riserva naturale orientata nel lontano 1984. Ma quello riguardante il dissesto idrogeologico del fiume, è stato argomento di dibattito, soprattutto negli ultimi anni. La zona è considerata a rischio e diversi comitati e associazioni hanno trattato il tema con la partecipazione di architetti, ingegneri, geologi, geometri, esperti e professori dell’Università di Catania e Protezione Civile.

L’ultimo incontro è stato organizzato a Paternò lo scorso maggio dal Presidio Partecipativo del Simeto, che ha avuto come obiettivo il coinvolgimento delle professioni tecniche per un momento di formazione sulla tematica dei cambiamenti climatici e delle pratiche di progettazione. Un argomento di stretta attualità che pian piano sta coinvolgendo gran parte dei cittadini.

Il Quotidiano di Sicilia ha intervistato David Mascali, il presidente del Presidio Partecipativo del Simeto, fondato nel febbraio 2015, con lo scopo monitorare da un lato le attività umane, civili ed industriali, che possono rappresentare un rischio ambientale per il territorio di interesse e per la qualità di vita e per la salute dei cittadini, e dall’altro le risorse e le potenzialità positive esistenti sul piano ambientale, culturale ed economico-produttivo, al fine di stimolarne la massima valorizzazione, sviluppare proposte, anche normative, attraverso una corretta applicazione di democrazia partecipata.

“Ci stiamo muovendo a vari livelli – esordisce Mascali -, a partire da un progetto europeo che abbiamo vinto qualche mese fa, il Life. Si tratta di uno dei progetti più prestigiosi, che esistono a livello comunitario, per quel che riguarda il territorio e l’ambiente, erogati direttamente da Bruxelles. Il nostro si chiama “Simeto Res” e mira da un lato ad effettuare degli interventi in area urbana che riguardano l’invarianza idraulica, dall’altro vuole formare e informare i cittadini, affinché le comunità diventino resilienti rispetto ai cambiamenti climatici”.
Un progetto che porterà benefici ad un’area di notevole importanza per il territorio: “Con tecniche innovative – continua il presidente del Presidio – vi saranno interventi che riguardano la realizzazione di parcheggi e spazi pubblici in aree urbane che siano particolarmente drenanti per le acque meteoriche e che non impermeabilizzano il suolo, quest’ultimo considerato uno dei problemi della cementificazione selvaggia”.

Interventi ma anche informazione a cittadini e studenti: “Il progetto include – aggiunge – un partenariato ufficiale con le scuole dei comuni interessati. Vi è una continua sinergia con gli istituti scolastici coinvolti, soprattutto i licei. La scuola giocherà un ruolo cruciale in tutto questo. Abbiamo ottenuto fondi per quasi 3 milioni di euro e il progetto è già partito. Nei primi sei mesi il lavoro svolto è stato di natura organizzativa, con i tecnici comunali. Il Comune capofila è Paternò, la responsabilità scientifica è dell’Università di Catania, mentre noi come presidio miriamo alla comunicazione e alla sensibilizzazione della cittadinanza che fa parte della Valle del Simeto”. Non a caso il progetto Life scaturisce a valle di un alluvione che si verificò nel marzo del 2015, quando un’onda di piena distrusse centinaia di ettari di frutteti e decine di capi di bestiame.

Il Presidio partecipativo del Simeto si è già mosso nella sensibilizzazione del tema, lanciando sui propri canali social un questionario per raccogliere dati sulla consapevolezza delle comunità locali sui cambiamenti climatici: “In pochissime settimane – spiega – abbiamo superato le 1500 risposte e tra poco arriveremo a 2000. Numeri importanti, ma non ci accontentiamo e stiamo pensando a diverse strategie comunicative e ulteriori workshop. Da settembre torneremo ad intensificare la nostra azione”.

Ma non solo i cambiamenti climatici, anche la mano dell’uomo può portare al dissesto idrogeologico. L’oasi del Simeto, ormai da anni, è interessata da innumerevoli abusi che stanno facendo aumentare il tasso di erosione della sponde del fiume: “Su questo stiamo lavorando – afferma – raccogliendo delle informazioni e facendo dei reportage. Come Presidio abbiamo già inviato una lettera alla Regione e ai comuni del territorio”.

Il Comune di Paternò avrà un ruolo cruciale nel “Simeto Res”: “C’è stata fin da subito una sinergia – conclude Mascali – con la vecchia amministrazione ed è proseguita con quella attuale. Il project manager, l’architetto Caruso è ubicato presso il comune etneo. Al momento si riscontrano tutte le difficoltà che affrontano tutti gli enti locali e non solo Paternò, vale a dire le lentezze burocratiche. Ma le attività di coordinamento sul territorio vede nel Comune un grosso punto di riferimento”.

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