"Catania, città allo sbando": parla l'avvocato Guarnera - QdS

A un passo dalle amministrative, Guarnera: “Catania, città allo sbando”

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A un passo dalle amministrative, Guarnera: “Catania, città allo sbando”

Redazione  |
giovedì 02 Marzo 2023

Un commento amaro ma pieno di riflessioni su occupazione, politica e prospettive future di una città pronta a eleggere un nuovo sindaco.

“Catania è una città allo sbando. I quartieri periferici di Catania sono abbandonati oggi come lo erano quando ero consigliere comunale tanti anni fa. La mia lettura come cittadino non è politica. Tutti i sindaci che si sono succeduti a Catania negli ultimi 40 anni hanno, tranne qualche speranza ad inizio anni Novanta poi disillusa, sempre lasciato la città in stato di abbandono”: lo afferma in una intervista all’AdnKronos il penalista catanese Enzo Guarnera.

L’avvocato da molti anni è impegnato sul fronte della legalità, in vista delle elezioni comunali nel capoluogo etneo del prossimo maggio.

Catania, il quadro dell’avvocato Guarnera

“Oggi questa città – aggiunge Guarnera – ha il più alto tasso di dispersione scolastica del Paese, quasi il 26% e nei quartieri popolari non vi è alcun sistema di recupero dei ragazzi che crescono. Abbiamo minorenni che spacciano stupefacenti per le strade”.

“Alla luce di tutto ciò – evidenzia Guarnera parlando di Catania – bisogna porsi una domanda perché quando la disoccupazione giovanile è a livelli altissimi, quando la raccolta dei rifiuti non funziona e la città è in dissesto, tutto questo non avviene per il fato ma perché chi ha amministrato Catania, destra e sinistra, tutti, hanno grandi responsabilità“.

Prospettive future in una città “allo sbando”

“Qual è la prospettiva? – si chiede il penalista Guarnera- Riconsegnare fra due, tre mesi la città a coloro che hanno queste storiche responsabilità i cittadini o, se lo chiedano, darsi una possibilità alternativa a questo stato di cose?”.

“A Catania – prosegue Guarnera – la cultura della illegalità non è solo quella della criminalità organizzata che pratica in maniera attiva usura ed estorsione ma è anche quella parte di borghesia che in un verso o nell’altro si è collegata a questa cultura mafiosa e mi riferisco a quelle delle professioni e della politica”.

Per Guarnera “ci sono quartieri a Catania dove il consenso elettorale nei confronti di alcuni candidati viene gestito dai gruppi mafiosi che occupano queste specifiche zone cittadine alle quali si collegano alcuni candidati attraverso svariati meccanismi, come l’usura gestito da alcune cosche con anche soldi dei cittadini. Vi sono quartieri – precisa ancora Guarnera- nei quali cittadini ‘formalmente’ per bene portano soldi alle cosche”.

“Per ragioni professionali conosco un quartiere di Catania in cui il gruppo malavitoso che gestisce l’usura in quel quartiere, drena i capitali anche da famiglie formalmente per bene ed incensurate. Queste ultime a loro volta – rivela Enzo Guarnera- preferiscono dare i loro risparmi al gruppo criminale che ne fa capitale e lo presta a usura. Poi succede che chi, ad esempio io stesso per non citare altre persone, mi candido a qualcosa e basta che mi ‘collego’ al capo bastone di quel quartiere e gli dico ‘quanti voti può portarmi’? Lui mi risponde, ad esempio, ‘mille’. Queste mille preferenze le cerca non solo negli aderenti alle cosche ma anche in determinate famiglie che avendo conferito i loro risparmi alla cosca, hanno da quest’ultima un guadagno annuo maggiore di quello che può dare una banca qualsiasi”.

Secondo l’avvocato Guarnera infine “queste famiglie hanno dunque tutto l’interesse ad avere un ‘rapporto buono’ con i capi cosca. Questo meccanismo perverso non si spezza in un giorno o in un anno ma solo lavorando affinché le nuove generazioni entrino in una cultura della legalità. È un lavoro lungo”.

(di Francesco Bianco, Adnkronos)

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