Covid, con zona gialla danni ai 23 mila esercizi siciliani - QdS

Covid, con zona gialla danni ai 23 mila esercizi siciliani

Antonino Lo Re

Covid, con zona gialla danni ai 23 mila esercizi siciliani

giovedì 19 Agosto 2021

E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti del peggioramento degli indici della pandemia Covid che potrebbe portare la Sicilia e altre regioni al cambio di colore

Con il passaggio della Sicilia in zona gialla saltano le tradizionali tavolate estive nei 23 mila ristoranti, trattorie pizzerie e agriturismi dell’Isola nel pieno della stagione turistica con il limite massimo dei 4 posti a sedere per tavolo tra non conviventi. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti del peggioramento degli indici della pandemia Covid che potrebbe portare la Sicilia e altre regioni al cambio di colore.

“Un passaggio che – sottolinea la Coldiretti – oltre a rendere obbligatorio di nuovo l’uso di mascherine all’aperto ad eccezione dei bambini sotto i sei anni e di chi fa sport, prevede un massimo di 4 persone per tavolo sia al chiuso che all’aperto anche per le feste e i ricevimenti, compresi i matrimoni che tradizionalmente si moltiplicano a partire dal mese di settembre. Il limite dei posti a tavola è una misura di sicurezza che ha ripercussioni sul bisogno di convivialità degli italiani in vacanza ma pesa anche sugli incassi della ristorazione dopo le pesante perdite subite per i lockdown per la pandemia Covid”.

“La necessità di mantenere almeno un metro di distanza tra i tavoli – precisa la Coldiretti – riduce drasticamente gli spazi disponibili per il servizio. Una misura che limita anche l’ospitalità turistica e costringe a separare le tradizionali comitive in piena estate in cui si cominciano a vedere gli effetti positivi dell’arrivo del Green pass sia per i turisti italiani che stranieri. L’ impatto negativo si trasferisce a cascata sull’intera filiera con la riduzione di acquisti di prodotti alimentari e vino dalle aziende agricole ma anche di addobbi floreali con il contenimento del numero di inviatati o addirittura il rinvio delle cerimonie. Senza dimenticare che un terzo della spesa turistica per la vacanza in Italia è destinato all’alimentazione con il cibo che – conclude Coldiretti – rappresenta per molti turisti la principale motivazione del viaggio”.

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