Dall’1 luglio nuovo limite all’uso di contanti - QdS

Dall’1 luglio nuovo limite all’uso di contanti

Marco Carlino

Dall’1 luglio nuovo limite all’uso di contanti

sabato 20 Giugno 2020

Nuova soglia massima di 2.000 €, resterà in vigore sino al 31/12/2021, poi scenderà a 1.000 €. Per i trasgressori previste sanzioni amministrative che vanno dai 2.000 ai 250.000 €

ROMA – Dal primo luglio entrerà in vigore il nuovo limite per il pagamento in contanti. La nuova soglia massima, infatti, sarà di 2 mila euro. Una limitazione mobile che resterà in vigore fino alla fine del 2021. Dal primo gennaio 2022, infatti, scenderà ancora a mille euro. Ciò vuol dire che, per i pagamenti pari o superiori ai 2 mila euro sarà necessario utilizzare uno strumento tracciabile, come un bonifico bancario o postale, un assegno e una carta di credito o di debito.

Fino allo scorso anno, va ricordato, il limite all’uso dei contanti era fissato a 3 mila euro, soglia stabilita dall’allora governo Renzi. La riduzione è una delle novità introdotte dal Decreto Legge n. 124/2019, provvedimento in ambito fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020.

La norma del decreto Fiscale si inserisce in un ampio quadro di misure antievasione che il governo ha messo in cima alla propria agenda dei lavori facendo convergere da un lato la lotta al contante e dall’altro l’incentivo per i pagamenti tracciabili. L’obiettivo è di scovare in maniera efficace quel sommerso in ottica di lotta all’evasione fiscale e di stimolare privati e imprese all’utilizzo di forme di pagamento più moderne. In questo senso anche l’emergenza sanitaria e il conseguente lockdown, con la chiusura forzata di molti negozi e attività, ha dato un corposo contributo alla tracciabilità dei pagamenti grazie al settore e-commerce.

La regola, che ha scatenato un aspro dibattito nel mondo politico, varrà per tutti. Sia che si tratti di persone fisiche sia giuridiche. Questo significa che comporterà una sanzione non solo lo scambio di denaro oltre la soglia tra privati (parenti compresi), ma anche quello tra diverse società, tra un privato ed una società, tra soci, tra realtà imprenditoriali appartenenti allo stesso gruppo.

Restano esclusi soltanto quei casi in cui un imprenditore persona fisica faccia un prelievo di 2 mila euro o più dalla sua impresa oppure versi una quantità di denaro superiore alla soglia stabilita per finanziare la propria attività: queste sono situazioni, infatti, in cui non avviene uno scambio di denaro tra un soggetto ed un altro, condizione indispensabile per far si di incappare nell’illecito.

Inoltre, la nuova normativa prevede che i professionisti non solo rispettino questa soglia ma impone anche la comunicazione al ministero dell’Economia e delle Finanze, attraverso le Ragionerie territoriali dello Stato, di eventuali illeciti di cui vengano a conoscenza nello svolgimento della loro attività.

Per chi trasgredisce sono previste sanzioni amministrative salatissime: da 2 mila a 50 mila euro per i pagamenti in contanti fino a 250 mila euro e da 15 mila a 250 mila euro per pagamenti oltre i 250 mila euro. Le sanzioni per i professionisti, obbligati alla segnalazione della transazione illecita, andranno, invece, dai 3 mila ai 15 mila euro. La battaglia contro l’evasione continua.

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