Depurazione, c’è ancora più di un miliardo impantanato nella “melma” della burocrazia - QdS

Depurazione, c’è ancora più di un miliardo impantanato nella “melma” della burocrazia

Rosario Battiato

Depurazione, c’è ancora più di un miliardo impantanato nella “melma” della burocrazia

sabato 05 Ottobre 2019

Complessivamente sono 67 gli interventi previsti in Sicilia, ma solo un terzo dei cantieri è già stato avviato

PALERMO – Si dovrà attendere il 2020, come da programma annunciato, per vedere il vero e proprio grande balzo dell’avanzamento dei lavori per migliorare la depurazione siciliana in seguito alla gestione del Commissario Unico che ormai da un paio di anni, in seguito ai pesanti ritardi regionali, ha preso in mano l’iter per l’apertura dei cantieri. Intanto le procedure restano sul posto, col loro carico di inquinamento ambientale e col peso di sanzioni che sono già cominciate.

COMMISSARIO UNICO: “LA SICILIA PAGA STORICI RITARDI”
Alla fine di settembre, il commissario straordinario unico per la depurazione, Enrico Rolle, che due anni fa sostituì tutti i commissari regionali per i ritardi nell’avvio delle gare e quindi dei cantieri – tra cui Vania Contrafatto, all’epoca assessora della giunta Crocetta – ha fatto il punto della situazione in Sicilia, facendo riferimento al fatto che si tratta della Regione che “in assoluto paga più di tutte storici ritardi e incompetenze sul fronte della depurazione”.

La buona notizia è che “siamo partiti da una situazione disastrosa, mentre oggi dopo due anni il quadro è chiaro e siamo al lavoro in tutti gli agglomerati”, ha spiegato Rolle, che deve correre perché la Sicilia è la principale destinataria di ben quattro procedure di infrazioni sulla mancata depurazione e per una di queste, in particolare, l’Italia (causa C-565/10) è stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea a pagare una multa che interessa nell’isola oltre tre milioni di cittadini.

I NUMERI DELLE GARE
Il commissario attualmente ha in gestione di 67 interventi in Sicilia, e ha lavorato per “fare ordine nella confusione – si legge in una nota diffusa alla fine della scorsa settimana – eliminare resistenze e croniche inefficienze, rimediare a ritardi per riavviare procedure amministrative impantanate o ferme anche per motivi giudiziari”. I numeri ufficiali dicono che sono state bandite “procedure per progettazione e lavori, fornendo anche un importante impulso al mercato dei servizi di ingegneria con gare che solo in Sicilia hanno avuto un importo complessivo di 43 milioni di euro”.

LA FASE DEI LAVORI
Dei 67 interventi in mano al Commissario, ce ne sono 19 per 180 milioni di euro con lavori in corso (in 13 casi) o in fase di avvio, gli altri altri 48 interventi rimanenti, per 1,2 miliardi di euro, “sono per i motivi detti nelle fasi precedenti all’avvio dei lavori”. Di questi, ce ne sono 19 di cui si stanno completando le progettazioni esecutive.

LA FASE DECISIVA NEL 2020
Al di là di questi numeri, il vero e proprio salto si avrà soltanto nel 2020 con “l’apertura di gran parte dei cantieri – ha aggiunto Rolle – e l’avvio della progressiva uscita dalle infrazioni per gli agglomerati resi conformi”. Andando nel dettaglio, si lavora soprattutto a Palermo, dove ci sono 13 interventi in corso: “due cantieri sono terminati – ha aggiunto Rolle –, tre lo saranno entro fine anno e uno a marzo del 2020”. Sempre nel capoluogo, le sfide principali sono il depuratore di “Acqua dei Corsari, opera da oltre 26 milioni, per il quale sono stati aggiudicati i lavori e stipulato il contratto di appalto, e il completamento del Collettore Sud Orientale, per il quale stiamo per pubblicare la gara per l’affidamento dei lavori”.

A Catania, altro territorio devastato dai ritardi, “firmeremo a breve i contratti per sette lotti di progettazione della rete fognaria con altrettante ditte vincitrici”. Sempre nell’area etnea, precisamente a Misterbianco, “stiamo portando avanti il più grosso adeguamento di un depuratore e rete fognaria, per oltre 290 milioni di euro, che migliorerà sensibilmente la gestione delle acque di undici comuni dell’agglomerato”. Inoltre, proseguono i lavori per collegare Acireale e Aci Castello al depuratore di Pantano d’Arci, con gli scavi che sono arrivati nella città capoluogo, all’altezza di Ognina. Si dovrebbero concludere entro la primavera dell’anno prossimo.

IL M5S NON CI STA: SOLO 4 GARE CONCLUSE SU 69
Il contraltare del bilancio del Commissario Unico è l’analisi critica effettuata dai deputati regionali del Movimento 5 Stelle, Nuccio Di Paola e Valentina Palmeri, in seguito alla riunione della Commissione Ambiente all’Ars della fine di settembre dove è stato audito il commissario straordinario unico per la depurazione Enrico Rolle. Su un totale di 69 gare per un importo che supera i 146 milioni di euro, “solo quattro sono quelle concluse in comprova dei requisiti – hanno precisato in una nota – e quindi opere realmente realizzate per un totale di poco più di 120 mila euro”. Per i due stellati, anche a fronte dell’apprezzabile impegno della gestione commissariale, “i numeri continuano a essere impietosi” e occorre cambiare “passo perché nel frattempo chi paga tutto questo è il nostro ambiente, la salute e tasche dei siciliani per via delle infrazioni che paghiamo all’Europa”.

LE INFRAZIONI COMUNITARIE
E di infrazioni la Sicilia è espertissima. Ci sono, infatti, ben quattro procedure procedure di infrazione per l’insufficiente trattamento dei reflui (2004/2034, 2009/2034, 2014/2059, 2017/2181), con due di queste che sono già allo stato di condanna. E già si paga: una stima degli uffici, contenuta nel documento sullo stato di attuazione della governance, ha calcolato che le sanzioni comunitarie per la mancata depurazione costano alle casse regionali, dato il diritto di rivalsa esercitato dallo Stato, 97 mila euro al giorno dal 2012, qualcosa come 247, 8 milioni di euro.

Il carico inquinante stimato dall’Istat
Solo un siciliano su due servito dai depuratori

PALERMO – Gli ultimi dati Istat sulla quota di popolazione equivalente servita da popolazione si attestano intorno al 51%, cioè uno su due. Gli “Abitanti equivalenti serviti” costituiscono “l’unità di misura con cui viene convenzionalmente espresso il carico inquinante organico biodegradabile in arrivo all’impianto di depurazione (1 abitante equivalente = 60 grammi/giorno di Bod5, un parametro per stimare il carico inquinante delle acque reflue)”. Il risultato siciliano è comunque in crescita, sebbene risulti ancora il secondo più basso d’Italia, considerando che riesce a fare peggio soltanto la Calabria.

Anche i depuratori operativi non sembrano però soddisfare i parametri comunitari. Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza ha sequestrato l’impianto di depurazione del mattatoio di Barcellona Pozzo di Gotto. Gli illeciti contestati riguardano l’inefficienza dell’impianto di depurazione. A segnalare le criticità legate al superamento dei valori ammessi di nitriti, fissati dalla tabella del d.lgs 152/2006 sulle norme in materia ambientale, sono stati i tecnici dell’Arpa. La presenza di questa sostanza sarebbe stata la principale causa del cattivo odore che veniva avvertito dagli abitanti della zona.

Progetto sperimentale dell’Enea
E in Emilia con le acque reflue si irrigano i campi

BOLOGNA – In una Sicilia che fatica a trovare il suo posto all’interno dell’economia circolare, non stupisce che anche le acque reflue vengano direttamente scaricate a mare, senza trattamento e senza possibilità di soluzione. Intanto l’Enea continua la sperimentazione sul riutilizzo delle acque reflue. Il progetto in questione si chiama Value Ce-In, coordinato dall’Agenzia nazionale e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, realizzato con la partecipazione di Cnr, Università di Bologna e Ferrara, Politecnico di Milano e le aziende Hera, Caviro Distillerie, Agrosistemi, Irritec, Alga&Zyme Factory e Promosagri.

Si basa su soluzioni hi-tech, biotecnologie innovative e nuovi modelli di business per valorizzare l’intera catena del trattamento depurativo delle acque reflue municipali e industriali, in linea con i principi dell’economia circolare. In altri termini, il prototipo, si legge su una nota dell’Agenzia, effettuerà il “monitoraggio della qualità delle acque reflue trattate ad uso irriguo, che verranno fatte affluire, tramite sistemi di irrigazione di precisione innovativi, verso una parcella pilota sperimentale coltivata ad ortaggi e ne valuteremo gli impatti agronomici ed ambientali”.

L’ultimo intervento annunciato dal commissario
Al via a Campobello cantiere da 18 milioni

TRAPANI – “Tre località costiere di Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, avranno finalmente un sistema di fognatura dinamica fino a oggi assente. Le zone di Tre Fontane, Torretta Granitola e Kartibubbo, di notevole rilevanza turistica, sono le destinatarie dell’intervento che dovrà garantire la realizzazione di un sistema fognario per il convogliamento dei reflui all’impianto di Depurazione e per il successivo trattamento”. è questo l’ultimo cantiere di prossima apertura annunciato in una nota dal Commissario straordinario unico per la Depurazione, Enrico Rolle, secondo cui “l’opera, per un importo di 17,7 milioni di euro, contribuirà a far uscire l’agglomerato di Campobello di Mazara dalla procedura d’infrazione comunitaria per cui l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea (causa C-565/10) al pagamento di una sanzione pecuniaria”.

La consegna dei lavori all’associazione temporanea di imprese vincitrice dell’appalto consentirà di avviare a breve i cantieri. I lavori avranno una durata di 385 giorni e saranno realizzati attraverso la suddivisione in più cantieri in relazione all’operatività, accessibilità, geometria di ciascun tratto di progetto.

Il risultato finale sarà la realizzazione di una rete fognaria a servizio di circa 50 mila abitanti equivalenti che sarà estesa complessivamente per 65 chilometri. Per la vigilanza sulla corretta esecuzione dei lavori il Commissario si avvale di Sogesid, Società “in house” del Ministero dell’Ambiente, mentre la direzione lavori è svolta dalla società “Hydro Engineering”.

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