Acque depurate per irrigare i campi, al via nuova sperimentazione Enea - QdS

Acque depurate per irrigare i campi, al via nuova sperimentazione Enea

Rosario Battiato

Acque depurate per irrigare i campi, al via nuova sperimentazione Enea

mercoledì 07 Agosto 2019

Il progetto Value Ce-In è realizzato con la partecipazione di Cnr e diverse Università italiane. Verrà implementato un prototipo per il monitoraggio della qualità dei reflui

PALERMO – Continua la sperimentazione italiana sul fronte del riutilizzo delle acque reflue per l’irrigazione dei campi, uno degli obiettivi a lungo termine fissato anche dall’Unione europea. Si incrociano in questo modo due grandi criticità del sistema siciliano – depurazione e agricoltura – date la ridotta efficienza della prima (quattro procedure di infrazione per 280 agglomerati pendono sulla Sicilia per la mancata depurazione delle acque reflue) e la grande crisi della seconda.

LE ACQUE REFLUE NELL’ECONOMIA CIRCOLARE
Il progetto Value Ce-In, coordinato dall’Enea e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, realizzato con la partecipazione di Cnr, Università di Bologna e Ferrara, Politecnico di Milano e le aziende Hera, Caviro Distillerie, Agrosistemi, Irritec, Alga&Zyme Factory e Promosagri, si basa su soluzioni hi-tech, biotecnologie innovative e nuovi modelli di business per valorizzare l’intera catena del trattamento depurativo delle acque reflue municipali e industriali, in linea con i principi dell’economia circolare.

IL PROGETTO: DALLA DEPURAZIONE ALL’IRRIGAZIONE
A spiegare le modalità di funzionamento è stato Luigi Petta, dell’Enea, che ha dichiarato come “nello specifico, presso l’impianto Hera di Cesena, Enea, in collaborazione con l’Università di Bologna, implementerà un prototipo per il monitoraggio della qualità delle acque reflue trattate ad uso irriguo, che verranno fatte affluire, tramite sistemi di irrigazione di precisione innovativi, verso una parcella pilota sperimentale coltivata ad ortaggi e ne valuteremo gli impatti agronomici ed ambientali”.

IL MONITORAGGIO DELLE MICROPLASTICHE
Nell’ottica di questo progetto, si è previsto, in collaborazione con il Cnr, lo sviluppo di “metodiche di monitoraggio e di tecnologie per il trattamento di contaminanti emergenti, tra cui le microplastiche, argomenti attuali e di crescente interesse per la comunità scientifica e la società visti gli impatti sulla salute dell’uomo e l’ambiente”, ha aggiunto Petta.

RIUTILIZZO DELLE MATERIE PRIME SECONDARIE
Si tratta, nel complesso, di un lavoro che agisce ad ampio raggio, infatti punta anche a sviluppare sistemi smart in scala reale con elevato Trl (Technology Readiness Level o livello di maturità tecnologica) destinati a testare e validare biotecnologie innovative per il reimpiego delle materie prime seconde risultanti dal trattamento delle acque reflue (alghe, carboni vegetali o bio-char e bio-oli).

LA NORMATIVA EUROPEA
Lo scorso febbraio il Parlamento europeo a Strasburgo ha approvato una serie di misure per valorizzare le risorse idriche, tra queste si prevedeva appunto gli “standard minimi di qualità da rispettare per il riutilizzo dell’acqua destinata all’irrigazione agricola”. In particolare sono stati fissati “gli obblighi per gli operatori della produzione, della distribuzione e dello stoccaggio, nonché le misure di gestione del rischio”.

LE PROIEZIONI COMUNITARIE DEL RIUTILIZZO DELL’ACQUA
Secondo quanto esposto dalla relatrice Simona Bonafè lo scorso febbraio al Parlamento comunitario, si potrebbero “potenzialmente riutilizzare 6,6 miliardi di metri cubi di acqua entro il 2025, rispetto agli attuali 1,1 miliardi di metri cubi all’anno”, per agire in questo senso sarebbe necessario “un investimento inferiore ai 700 milioni di euro e ci permetterebbe di riutilizzare più della metà dell’attuale volume di acqua proveniente dagli impianti di trattamento delle acque reflue dell’UE teoricamente disponibili per l’irrigazione, evitando più del 5% di estrazione diretta dai corpi idrici di rifiuti e dalle acque sotterranee”.

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