Escalation di violenza contro i poliziotti “E chi ci colpisce viene scarcerato subito” - QdS

Escalation di violenza contro i poliziotti “E chi ci colpisce viene scarcerato subito”

redazione

Escalation di violenza contro i poliziotti “E chi ci colpisce viene scarcerato subito”

martedì 15 Ottobre 2019

Agenti feriti in piazza Duomo. Paoloni, segretario Sap: “Non abbiamo né mezzi né strutture”

CATANIA – Paura in città per alcuni poliziotti etnei a pochi giorni dai tragici fatti di Trieste. Un 27enne tedesco ubriaco, che era con tre connazionali nelle stesse condizioni, è stato bloccato dalla polizia di Stato nella centrale piazza Duomo di Catania e ha aggredito gli agenti intervenuti, che hanno riportato ferite giudicate guaribili in 5 e 6 giorni.

Calci e pugni ai poliziotti sono stati dati anche sull’auto di servizio e nella saletta interrogatori della Questura, dove l’uomo ha anche distrutto il monitor di un computer. L’uomo, dopo la convalida dell’arresto per resistenza e oltraggio a Pubblico ufficiale, è stato messo in libertà.

Sull’episodio è intervenuto Stefano Paoloni, segretario del Sindacato autonomo di polizia (Sap), sottolineando che è “l’aggressione numero 203” e che la sua “immediata liberazione” fa “passare il messaggio che chi colpisce poliziotti a calci e pugni, li minaccia e crea scompiglio in Questura, non va in carcere”. “Tra l’altro – aggiunge Paoloni – è da tempo che a Catania denunciamo la mancanza di una idonea saletta fermati. Se questa ci fosse stata, il soggetto sarebbe stato posto al suo interno, a debita distanza dai colleghi, senza creare scompiglio mentre questi erano impegnati nella compilazione degli atti”.

“Non soltanto – conclude il segretario del Sap – arresti faticosi come questo, conditi da calci e pugni, risultano vani con l’immediata scarcerazione, non abbiamo neanche mezzi e strutture idonee per svolgere al meglio il nostro servizio”.

Nei giorni scorsi, davanti la questura di piazza Nicolella, istituzioni, sindacati e cittadini si sono riuniti in una fiaccolata di solidarietà per ricordare Pierluigi e Matteo, gli agenti assassinati all’interno della Questura di Trieste. “Un momento – avevano spiegato i sindacati in una nota – per ricordare, per esprimere il nostro dolore e la nostra vicinanza ai familiari, ma anche per ricordare i numerosi feriti tra le forze dell’ordine che ogni giorno si prodigano a rendere questo nostro territorio sicuro”.

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