“L’impegno di La Torre per la libertà un esempio da radicare nei giovani” - QdS

“L’impegno di La Torre per la libertà un esempio da radicare nei giovani”

redazione

“L’impegno di La Torre per la libertà un esempio da radicare nei giovani”

mercoledì 01 Maggio 2019

PALERMO – “Tocca alle nuove generazioni farsi carico della sconfitta delle nuove mafie presenti in tutto il territorio nazionale e internazionale che sono più opache, sommerse, e delle loro reti di relazioni con le aree grigie minoritarie del mondo delle professioni, degli operatori economici, dei politici e burocrati corrotti e collusi che mortificano la stragrande maggioranza degli onesti”. Questo l’invito ai giovani di Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre, nel corso della manifestazione per il 37° anniversario dell’uccisione del politico e sindacalista siciliano e di Rosario Di Salvo. L’iniziativa, promossa dal Centro studi d’intesa con la Fondazione Federico II, si è svolta nel Cortile Maqueda di Palazzo dei Normanni a Palermo.
“Oggi ricordiamo il 37° anniversario dell’uccisione politico-mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo. I relatori ufficiali alla manifestazione sono gruppi di studenti del Nord, Centro e Sud Italia. Abbiamo concordato questa scelta – ha evidenziato – per sottolineare il passaggio generazionale del testimone dell’impegno antimafia. La mafia di venticinque/trentacinque anni fa è stata sconfitta grazie alla legge Rognoni-La Torre voluta dal Parlamento dopo l’uccisione di La Torre e del Prefetto Dalla Chiesa, ben attuata dai corpi e istituzioni dello Stato e ben sostenuta da un ampio, trasversale movimento popolare di lotta contro le mafie, al quale da 33 anni contribuisce il Centro Pio La Torre”.
“Viviamo – ha continuato Lo Monaco – una fase storica che, soprattutto nel nostro paese, ha visto crescere sempre più l’equivalenza tra impresa corruttiva e impresa mafiosa, ma anche una maggiore presenza attiva della Chiesa contro le mafie e la corruzione e una maggiore consapevolezza della società civile della pericolosità del fenomeno mafioso per la democrazia e per la libertà del mercato, per i diritti del lavoro, i diritti naturali, quelli civili e politici. Non a caso nel corso di questi anni sono cresciute le denunce da parte delle vittime di estorsioni o di intimidazioni mafiose, dimostrando le capacità dello Stato democratico e la fiducia verso la sua azione di contrasto alle mafie”.

“Né l’antimafia né il ricordo delle vittime di mafia – ha concluso Lo Monaco – possono essere una maschera di cartone che nasconde il volto vero del carrierista politico o imprenditoriale, quello che serve è l’impegno etico e sociale. Non a caso, quando era ancora in vita, Pio fu definito da Cesare Terranova, anche lui ucciso dalla mafia, ‘incorruttibile e comunista’. I principi etici e di cambiamento sociale hanno ispirato uomini di diverso orientamento politico come Pio La Torre, Piersanti Mattarella e tutti quei servitori dello Stato e della società civile caduti nella lotta antimafia per migliorare il Paese. è questo il nodo da sciogliere che consegniamo ai giovani chiedendo una classe dirigente non divisiva che dia fiducia ai cittadini e una società che abbia più fiducia e più controllo democratico dei governanti, come chiedeva Antonio Gramsci, per rendere compiuta e giusta la democrazia”.

In ricordo del sacrificio di Di Salvo e La Torre è intervenuto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in un messaggio inviato al Centro studi ha voluto anzitutto ricordare “l’esemplare impegno civile a favore della libertà e della democrazia”. “L’evento di oggi – scrive ancora Mattarella – costituisce una ulteriore, preziosa, opportunità, per mantenere viva la loro testimonianza, e quella di tutte le vittime della mafia, incoraggiando il radicamento della cultura della legalità soprattutto nelle nuove generazioni”.

“In tale prospettiva assume una peculiare valenza il Progetto educativo antimafia, promosso dal Centro La Torre, – prosegue – che concorrendo concretamente a sensibilizzare gli studenti italiani sulla percezione del fenomeno mafioso, offre un significativo contributo nel percorso di contrasto alla violenza e alla sopraffazione”.

Il presidente della Regione Lazio e segretario Pd, Nicola Zingaretti, ha sottolineato come “ricordare Pio La Torre significa rilanciare e rimettere al centro dell’agenda politica la lotta alle mafie e lavorare insieme, uniti, per la crescita economica, morale e civile del nostro Paese”. “Dopo tanto tempo – ha proseguito Zingaretti – le sue battaglie sono quanto mai attuali. Penso in particolare a un aspetto che ritengo determinante: l’idea forte e, per quei tempi, davvero innovativa, che il terreno su cui combattere le mafie non sia soltanto quello della repressione dei fenomeni criminali, ma anche quello che concerne la necessità di un’azione incisiva nel tessuto sociale”.

Sull’impegno di La Torre per la legalità, è intervenuto anche l’ex presidente del Senato, Pietro Grasso (Leu): “Aveva intuito che bisognava colpire la linfa vitale della mafia per combatterla e che era necessario dotare il nostro ordinamento giuridico di strumenti adeguati. Elaborò così la proposta di legge – approvata dopo la sua morte – che introduce il reato di ‘associazione mafiosa’ e quella sul sequestro e la confisca dei beni ai mafiosi. Del valore e della lotta di quest’uomo che ha dedicato la sua vita alla giustizia racconto spesso ai giovani, a cui dobbiamo offrire buoni esempi e bravi maestri. E Pio La Torre lo è stato in vita e continua a esserlo ancora oggi”.

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